Provati per voi! Test drive di bolidi elettrici al Campus

TESLA,BMW, RENAULT, NISSAN E HYUNDAI: EMS PROMUOVE L'INIZIATIVA

 

Avete mai pensato di poter guidare un’auto che sia eco sostenibile, ma che possa raggiungere i 200 km/h? Se pensate che le auto elettriche siano fatte per andare piano vi sbagliate! Un esempio è stato dato il 10 e l’11 ottobre presso la sede di Ingegneria Didattica dell’Università di Parma che ha ospitato, all’interno dei suoi spazi del Campus, la supercar elettrica Tesla Model X per l’evento promosso dall’associazione studentesca Ems-Energia e Mobilità Sostenibile. All’appuntamento erano presenti anche altre case automobilistiche che hanno esposto al pubblico i loro ultimi modelli di auto elettrica, dando la possibilità di provarli su strada.

Per l’occasione, l’Università ha concesso l’utilizzo delle colonnine di ricarica presenti al Campus per dimostrarne il funzionamento e contribuire  al coinvolgimento di studenti e cittadini, che hanno potuto così partecipare attivamente e rendersi personalmente conto di quanto, a volte, bellezza estetica ed ecologia possano coniugarsi in un unico strumento tecnologico.

I ragazzi di EMS con i professori

Ems-Energia e Mobilità Sostenibile – Si tratta di un’associazione giovanissima, nata ad agosto 2018, composta 18 studenti di ingegneria e non, che si sono uniti in seguito all’adesione ad un bando universitario. Pier Carlo Cadoppi, rappresentante dell’associazione, afferma che “l’Università e i partners dell’evento sono stati entusiasti di questa iniziativa, pronti ad investire per promuoverla. L’efficienza e la durabilità delle auto elettriche – aggiunge – faranno sì che si diffondano più velocemente del previsto. I prezzi d’acquisto sono calati molto e le colonnine in Italia sono aumentate tanto rispetto agli scorsi anni”. Per quanto riguarda quelle presente al Campus, invece, “ci sono dal 2015, ma purtroppo non sono utilizzabili se non dietro particolare autorizzazione ” affermano i ragazzi di Ems, che tra l’altro si stanno impegnando affinché le colonnine possano essere accessibili a tutti gli studenti dell’Ateneo tramite l’utilizzo della student card. E aggiungono: “Averne 10 a disposizione, considerando che in tutta Parma se ne possono trovare circa una 30ina in totale, è comunque un grande successo. Certo, permettono un’autonomia di sole 5/6 ore, ma per chi si sposta in città o semplicemente all’interno dell’Università è già un passo importante!”.

L’associazione è contenta anche del risultato riscontrato all’evento: “La città ha risposto positivamente. Secondo le statistiche l’affluenza è molto buona, gli iscritti sono tanti e gli interessati ancora di più”. Cadoppi afferma che l’associazione al momento ha già in programma un convegno che si terrà il prossimo 22 novembre per chiudere l’iniziativa: “Vedremo il riscontro alla fine del ciclo di eventi e decideremo se continuare su questa strada”. Intanto, fino a quella data si terranno i “giovedì elettrici”: ogni settimana, gli appassionati (o semplicemente i curiosi) potranno guidare un’auto elettrica, scoprirne le caratteristiche, le capacità e le potenzialità. Inoltre, i promotori sono già in contatto con altre Università italiane con l’intento di creare un gruppo nazionale, che possa promuovere ed incentivare la conoscenza e l’utilizzo dell’auto ecosostenibile.

COME FUNZIONA UN’AUTO ELETTRICA? – La macchina è dotata di un motore elettrico che, attraverso un convertitore di potenza, trasforma l’energia elettrica della batteria in energia cinetica. Il caricatore posto sopra la batteria permette al veicolo di ricevere corrente dall’esterno che, in questo caso, proviene dalle colonnine di ricarica. Nel momento in cui si preme l’acceleratore, il pacco batteria trasferisce corrente al motore che trasmette energia motrice alle ruote per la trazione. In fase di rilascio (il momento in cui non si spinge sull’acceleratore) avviene il contrario: anziché prendere energia dalle batterie per far accelerare la macchina, recupera parte dell’energia cinetica in frenata rimettendola nelle batterie, che si ricaricano. Si stima che la frenata rigenerativa (così viene chiamata) aggiunga fino al 30% di autonomia alle macchine elettriche. Più la batteria della macchina é grande, più può recuperare energia (tant’è che le ibride non riescono a recuperare molto a confronto). Si tratta di un sistema simile al Kers (Kinetic Energy Recovery System), un meccanismo di recupero di energia su cui si basa il funzionamento delle monoposto turbo-ibride della Formula 1, tanto per fare un esempio. Il Kers è un dispositivo elettromeccanico che permette infatti di recuperare parte dell’energia cinetica di un veicolo dispersa in calore durante la fase di rilascio o frenata e a ritrasformarla in energia meccanica o elettrica, nuovamente spendibile per la trazione del veicolo o per l’alimentazione dei suoi dispositivi elettrici.

mobilità sostenibile

Il modello Nissan Leaf disponibile per il test drive all’evento

L’auto è fornita anche di un sistema di sicurezza semplice e efficace. Le chiavi, tramite geolocalizzazione, chiudono in automatico le portiere dell’auto non appena effettuati pochi metri di distanza. In sostanza: è impossibile dimenticare la macchina aperta, basta semplicemente allontanarsi con le chiavi in tasca e lei si chiuderà praticamente da sola. Per riaprirla, invece, basta avvicinarsi alla portiera (sempre con le chiavi in mano o in tasca) e premere un pulsante posto sulla maniglia dello sportello. Inoltre, il pulsante di accensione non funziona se le chiavi non si trovano all’interno dell’abitacolo. Totalmente a prova di furto!

ESPERIENZA DI GUIDA – Abbiamo effettuato un test drive a bordo di una Renault Zoe elettrica subcompatta a 5 porte con Francesco Fazzoli, responsabile vendite Renault. Ovviamente la prima cosa che balza all’occhio sedendo al posto di guida è la presenza di due pedali al posto di tre, vista la presenza del cambio automatico e la conseguente assenza del pedale della frizione. Si usa, quindi, il solo piede destro sia per accelerare che per frenare. Il cambio manuale comprende tre marce: la folle-parcheggio che tiene la macchina ferma (avanti), la marcia normale (indietro) e la N, ovvero la folle normale che non blocca le ruote della vettura (al centro). Il veicolo è dotato anche di un freno a mano per bloccare le ruote in caso di soste in tratti in salita o discesa. La particolarità più importante consiste nel fatto che per andare in retromarcia occorre inserire la marcia normale e premere il pedale del freno. In generale, chi ha già guidato (almeno una volta) nella sua vita una macchina con cambio automatico troverà meno difficoltà iniziale e, sicuramente, si troverà decisamente facilitato durante il tragitto.

L’esperienza di guida è stata fluida e confortevole. La Renault Zoe è un modello sensibile ai comandi, ma mantiene un certo equilibrio costante. L’auto è estremamente silenziosa, gli unici rumori percepibili sono il fruscio dell’aerodinamica e un leggerissimo sottofondo causato dal motore durante la doppia fase di accelerazione e rilascio. Tra i comandi alla destra del volante è presente anche un display che illustra il funzionamento del motore in tempo reale.

mobilità sostenibile

La Renault Zoe elettrica disponibile per il test drive.

PRO E CONTRO – Le auto elettriche con tutta probabilità saranno, presto o tardi, il futuro della mobilità sostenibile. Oltre al comfort riscontrabile alla guida, questi veicoli sono a impatto zero sia per le emissioni di gas nell’atmosfera, sia per l’inquinamento sonoro. La maggior parte di loro poi utilizza gomme Michelin a basso rotolamento, in grado di ridurre il consumo degli stessi pneumatici.
Gli svantaggi riguardano essenzialmente due elementi da considerare: l’autonomia limitata e i costi.
Per quanto riguarda la Renault Zoe di ultima generazione, ad esempio, la sua autonomia si aggira intorno a un limite di 300 km e ha costi di produzione in media più elevati rispetto a una macchina termica o ibrida (questo vale, in ogni caso, per qualunque macchina elettrica). Di conseguenza anche il prezzo di vendita sul mercato è maggiore: “I nostri governanti per il momento non danno incentivi all’acquisto – spiega Fazzoli – a differenza degli altri Paesi europei: in Norvegia i contributi per un’auto elettrica ammontano a 7000 euro, in Francia sono 5000 euro, mentre in Italia non è neanche contemplato. Risultano normali, quindi, la scarsità delle colonnine di ricarica, la poca pubblicità e la bassa domanda sul mercato”.

L’obiettivo principale, quindi, risiede nel promuovere uno strumento curato esteticamente, funzionale e amante della natura e sensibilizzare il mercato affinché riesca a mettere da parte i pregiudizi e ad aprirsi alle auto del futuro.

 

di Samia Tarek e Lorenzo Bonuomo

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