Viaggiare e lavorare: tirocini ad hoc per gli studenti stranieri

40 POSTI PER ATTIVITA' DAI 2 AI 12 MESI

arÈ  stata finalmente attivata dall’Università degli Studi di Parma una delle più recenti proposte che contribuiscono all’attività di internazionalizzazione dell’Ateneo coordinate dalla dott.ssa Gioia Angeletti: il tirocinio dedicato agli studenti stranieri, un progetto che coinvolgerà giovani venuti in Italia esclusivamente per fare un’esperienza lavorativa ed arricchire il loro curriculum.

Ma le novità non sono finite: da quest’anno chi ha conseguito la laurea da meno di 12 mesi potrà comunque aderire all’iniziativa.  La dott.ssa Antonella Cortese, responsabile del progetto, spiega quali sono le motivazioni che hanno spinto alla sua realizzazione: “Spesso le aziende richiedono giovani con esperienze lavorative, per questo noi diamo loro la possibilità di mettersi in gioco e di potenziare le proprie abilità“.

 

IL PROGETTO – Gli studenti stranieri possono fare richiesta per il traineeship al Dipartimento della loro Università che valuterà se il candidato è in possesso dei requisiti per accedervi, differenti a seconda dell’ambito per cui si fa domanda. La conoscenza della lingua italiana non è indispensabile; per quella inglese, invece, è necessario il livello b1 nella maggior parte dei casi. Non tutti gli studenti, infatti, sono anglofoni: molti di loro provengono da Grecia, Croazia, Polonia e Francia. Ma sono gli spagnoli a detenere il primato, costituendo l’80% degli stranieri aderenti al Teaching placement.

Al momento i posti disponibili sono circa 40, ma dipendono dal periodo in cui se ne fa richiesta: attualmente, primo anno in cui vengono aperte le porte a tutti gli studenti internazionali, non sono ancora pervenute molte domande.

Il tirocinio che lo studente andrà a svolgere dipende dal tipo di ‘call‘, ovvero da un’offerta con scadenza che riguarda vari ambiti: dai musei alle librerie, dagli uffici amministrativi alle scuole, fino alle proposte dei diversi Dipartimenti. I costi sono sostenuti dall’Università di provenienza degli studenti e il periodo di tirocinio può variare da un minimo di 2 mesi a un massimo di 12. Alla fine dell’esperienza il lavoro svolto dallo studente verrà valutato attraverso un questionario e la Sending institution si occuperà del suo riconoscimento.

 

L’OPINIONE DEI TIROCINANTI – Una testimonianza diretta del progetto viene da David e Nikoleta, due tirocinanti provenienti rispettivamente dal Portogallo e dalla Bosnia: “Lavoriamo in ufficio e collaboriamo per i progetti di ricerca con Antonella Cortese, 4 ore al giorno per 5 giorni a settimana. Sicuramente un’esperienza in un altro Paese mette alla prova e richiede grande capacità di adattamento, ma ne vale la pena per valorizzare il curriculum con un’attività concreta”.

“Il feedback è molto positivo – afferma proprio Antonella Cortese –  gli studenti tornano a casa con un valore aggiunto, competenze in più e un’esperienza sul campo. Un tirocinio per essere tale deve essere professionalizzante, questo è il nostro obiettivo”.

 

di Martina Monti e Chiara Cammelli

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*