Residenti stranieri a Parma, tra dati e percezioni contraddittorie

PARMA SI ATTESTA AL 2° POSTO SECONDO IL REPORT 2018 DELLA REGIONE, MA PRESENTA UNA REALTÀ DIVERSA DA QUELLA VISSUTA


I DATI –  Sono 539 mila i cittadini stranieri regolarmente residenti in Emilia Romagna, 12.1% della popolazione complessiva. Questi i dati raccolti dall’Osservatorio Regionale sul fenomeno migratorio pubblicati nel report del 2018. Un dato cresciuto in generale negli ultimi 10 anni, ma dal 2016 in calo a causa anche dell’acquisizione di cittadinanza italiana.
La provincia che ospita più stranieri è quella di Piacenza, con il 14.4% di residenti non italiani sul totale della popolazione. Parma non ne ospita molti meno, la percentuale è del 13.8%, dei quali la maggior parte in provincia. Guardando alla provenienza, si scopre che la maggior parte degli stranieri residenti in regione proviene dalla Romania (17%), dal 
Marocco (11.3%) e dall’Albania (10.7%).

Nonostante questi siano i dati che descrivono la situazione reale, le persone percepiscono una realtà diversa. Secondo uno studio effettuato dall’Istituto Cattaneo, il 27% degli italiani non sa quanti immigrati regolari ci siano nel proprio paese. Rispetto al dato reale, la percentuali stimata dagli italiani aumenta di circa il 17%. A Parma la situazione non appare molto diversa: facendo alla gente alcune domande relative alla percentuale di stranieri residenti sul territorio è emerso quanti abbiano una vaga idea dei dati reali .

IL SONDAGGIO – Per avere un’idea complessiva della consapevolezza della cittadinanza di Parma e provincia sul fenomeno migratorio, abbiamo somministrato un questionario anonimo al quale hanno risposto 58 persone che vivono o passano la maggior parte del proprio tempo, per studio o lavoro, nella zona di nostro interesse. Il sondaggio non ha nessun valore di statistica, visto il campione ristretto, ma fornisce comunque uno piccolo spaccato sulla realtà di Parma.
La prima domanda riguardava la percentuale di residenti stranieri a Parma e provincia. Un quarto degli intervistati è convinto che sia compresa tra il 40% e il 50%, mentre il 20.7% pensa sia compresa tra il 10% e il 20%, avvicinandosi così al dato reale del 13.8% di stranieri. Riguardo al genere, è stato chiesto se la maggioranza degli stranieri fossero uomini o donne. Il 74.1% degli intervistati ha correttamente affermato che sono donne, che infatti costituiscono il 52.1% della popolazione straniera residente.
Per la percentuale di minori stranieri, che si attesta al 26.7%, la maggioranza ha indicato un range compreso tra il 20% e il 30%. Gli altri due intervalli maggiormente scelti sono stati 10-20% e 30-40%, entrambi non troppo lontani dai dati del report.
Una caratteristica comune tra Parma e altre province emiliane è la maggior presenza di stranieri nella città capoluogo rispetto alla provincia. Nel nostro caso specifico, in città risiedono circa 32 mila stranieri, mentre in totale sono circa 62 mila. Il 41.4% degli intervistati è conferma il dato, mentre il 39.7% crede che non vi sia differenza.
Per quanto riguarda invece la provenienza degli stranieri, in provincia di Parma la maggior parte proviene dalla Romania (14.5%), dalla Moldavia (11%) e dall’Albania (10.3%). Diverse invece quello che credono gli intervistati: i tre paesi più gettonati sono la Nigeria, il Senegal e la Romania.

SI TORNA SEMPRE Lì – Partendo dalla definizione, alcuni cittadini intervistati per il centro di Parma sostengono di associare a ‘residenti stranieri “gli immigrati clandestini che provengono dall’Africa e dai paesi dove c’è la guerra“; altri invece sostengono essere “residenti stranieri con permesso di soggiorno, che hanno una famiglia e lavorano regolarmente da molti anni in Italia, sia comunitari che extracomunitari”. Nonostante poi la maggioranza dei cittadini stranieri sia di origine rumena, la percezione è che all’interno del perimetro cittadino provengano dal nord Africa, in particolare da Algeria, Tunisia e Marocco, e solo dopo dall’est Europa. Allo stesso tempo, però, la maggior parte dei minori che abitano in città sono ormai stranieri di seconda generazione, aspetto che tutti tengono in considerazione.

Quasi come fosse scontato, la questione sicurezza si inserisce nel dibattito senza essere stata interpellata e molti affermano di non sentirsi sicuri a girare in città, specialmente in alcune zone come via Trento, via S. Leonardo e le zone limitrofe alla stazione. Oltre a queste, anche la Pilotta è vista come una delle zone più affollate da stranieri. Timore non solo dettato dalla presenza di stranieri nelle ore notturne, ma anche alle attività di natura illecita che trovano luogo in queste zone. Gli uomini hanno espresso una maggiore tranquillità riguardo questa questione, esprimendo solidarietà nei confronti delle donne e degli anziani che sono invece apparsi piuttosto preoccupati. “Quando giro per Parma mi sento abbastanza sicuro anche se per un ragazzo è diverso. Ho avuto testimonianze di ragazze a me vicine che hanno avuto delle brutte esperienze”, riferisce un intervistato. Anche senza volerlo, ponendo domande completamente diverse, immigrazione e sicurezza continuano ad essere considerate due facce della stessa medaglia. È un riflesso incondizionato, è per scontato che qualcosa al riguardo verrà detta.

Molti hanno raccontato di un cambiamento nella convivenza civile ed integrata tra stranieri e italiani a Parma negli ultimi 10 anni. “Per alcuni stranieri la convivenza è riuscita perfettamente, si sono integrati tranquillamente con i parmigiani e nella realtà in cui si trovano. Ciò credo sia dovuto anche alla nascita di un legame piuttosto forte tra i giovani locali e stranieri, il che ha favorito l’apprendimento della lingua che è uno dei primi requisiti per la buona riuscita dell’inserimento in una nuova cultura. Molti altri, invece, vivono completamente separati dai cittadini italiani, perciò non è possibile una reale integrazione.” Questa opinione rispecchia anche l’esperienza di una ragazza di origine albanese, trasferita in Italia agli inizi degli anni 2000: “Mi sento integrata, anche perchè parlo l’italiano molto bene e si sente poco che sono straniera. A volte però, soprattutto gli anziani, si sentono a disagio quando dico loro che sono straniera. Credo però che questa diffidenza sia principalmente dettata dall’ignoranza“. Un cittadino, come altri intervistati per le vie della città, precisa:” Ho sempre vissuto a Parma, non sono contrario alla presenza di stranieri, però devono essere rispettate determinate condizioni che dovrebbero far parte del normale convivere civile. Mi rendo conto che gli stili di vita, la storia di certe persone sia diversa dalla nostra, però al di là di ciò, ritengo che ognuno di queste persone abbia una propria anima, dovrebbe fare uno sforzo per utilizzare le loro risorse positive per arricchire anche gli altri“. Alcuni anziani hanno dichiarato essere contrari alla presenza di stranieri senza tetto e senza lavoro, “credo debbano essere espulsi e rimandati nel loro paese di origine; se invece parliamo di chi è già residente, quindi ha un lavoro, ovviamente non ci sono problemi”.

Appare quindi chiaro come la percezione riguardo al fenomeno sia in parte lontana dai fatti, forse viziata dai soliti luoghi comuni difficili da estirpare. Quel che traspare è anche che l’idea che molti degli intervistati si sono fatto sull’argomento provenga principalmente dalla propria esperienza personale. Da ciò che notano più facilmente per la strada o che attira la loro attenzione. È indubbio che una corretta informazione permetterebbe di non dare risposte troppo semplicistiche e risolutorie riguardo un tema così complesso.

di Laura Ghidotti e Lara Boreri

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