Parma è antifascista. Perchè dobbiamo ribadirlo?

E' RIMASTA SOLO LA VERGOGNA A FRENARE IL NEOFASCISMO

 

Chiunque sia passato almeno una volta da Parma ha visto una scritta sull’argine del torrente Parma, dal lato dell’Oltretorrente, storico quartiere delle Barricate che ricorda gli anni bui della prima guerra. Balbo t’è pasè l’Atlantic mo miga la Perma. E Parma da quel giorno della Resistenza ne fa un vanto

Alla luce di ciò, leggere che il 19 novembre 2018 è stata approvato in Consiglio Comunale il nuovo regolamento che chiede a chiunque richieda la concessione di sale civiche, contributi e patrocini, di rigettare fascismo e nazismo, non stupisce. Un provvedimento chiaramente antifascista in una città antifascista. Un provvedimento che già era in vigore ma che ora si dà una rinnovata, dov’è la notizia? C’è di più. Innanzitutto, ci sono state opinioni duramente contrarie, in secondo luogo, questo provvedimento è stato reso necessario da alcuni recenti fatti di cronaca.

Perché questo provvedimento? Forza Nuova aveva richiesto per il 19 ottobre scorso l’utilizzo della sala civica del quartiere San Pancrazio. Nonostante la formazione guidata da Roberto Fiore avesse già pagato la sala e ottenuto un primo ok dalla segretaria, la sala non è stata concessa. Durante il Consiglio Comunale del 15 ottobre, il vicesindaco Marco Bosi aveva annunciato, rispondendo alla consigliera Roberta Roberti, che la sala non sarebbe stata concessa nel rispetto della Costituzione Italiana e perchè non era stato presentato il documento già di fatto obbligatorio prima della nuova riforma del regolamento, che attestasse il rigetto di fascismo e nazismo. Decisione rilanciata anche dal sindaco Federico Pizzarotti su Facebook: “L’antifascismo è un valore fondante di Parma“. Ovviamente non sono mancate le polemiche, ma rimane il fatto che quella vicenda è stata la scintilla che ha scatenato la necessità da parte dell’amministrazione di metterci una toppa. L’annuncio arrivato dai media non è stato incassato bene dal gruppo di FN Parma che ha dichiarato denunce e ricorsi legali a destra e manca, rivolti a chi ha sollevato dubbi e indignazione sull’evento da loro organizzato (compresa la consigliera comunale dichiaratamente di sinistra, Roberti, che altro non ha fatto che dar esecuzione al suo ruolo pubblico nei banchi dell’opposizione).

Tornando all’approvazione della delibera antifascista – che sembra fuori tempo ma che invece, alla luce dei fatti, tanto inutile allora non pare – l’unico partito ad essersi dichiarato contrario è stata la Lega, che, nella persona del consigliere Paolo Azzali, ha accusato i membri della giunta Pizzarotti di essere “nostalgici del fascismo“. Mi auguro che fosse solo una battuta di pessimo gusto, anche perchè sembra proprio un ossimoro accusare di rimpiangere il fascismo chi vota contro la propaganda fascista.

Ma non fermiamoci qui, il bello deve ancora arrivare. “I problemi della città sono altri”, ha dichiarato il consigliere leghista. Sì, ha veramente detto che le spinte neofasciste non sono tra i problemi principali di Parma. Sicuramente questo non è l’unico problema della città, ce ne sono altri e ce ne saranno sempre altri. Ma il fatto che a 80 anni dalle leggi razziali si continuino a vedere spinte e derive del genere è un problema enorme. Soprattutto in una città come Parma che diventerà, ripetiamolo, capitale della cultura italiana nel 2020.

Fortunatamente i quattro esponenti leghisti sono stati gli unici voti contrari, ma dovremmo comunque riflettere. Le parole della consigliera di Effetto Parma, Nabila Mhaidra, di origine marocchina, esprimono al meglio la situazione tragi-comica: “Da italiana di origini straniere mi vergogno che qualcuno voti contro“.

Non poteva mancare anche il commento di Casapound: “Un regolamento liberticida, che tenta di impedire a chi da anni fa attività sul territorio di potersi esprimere”. Se è liberticida questo regolamento, allora è liberticida anche l’articolo XII della nostra Costituzione. Dovremmo forse essere tutti liberi di fondare partiti fascisti e soffocare le libertà di chiunque sia contrario alle nostre posizioni? Questa sarebbe la libertà?

Forse l’unico punto di questa affermazione su cui vale la pena dire due parole è la libertà d’espressione. Effettivamente essa è difesa anche dall’articolo XXI della Costituzione, che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Peccato solo che, evidentemente, quando Emanuele Bacchieri ha fatto questa affermazione, non abbia tenuto ben presente né il regolamento comunale, né la Costituzione. Il Consiglio Comunale, infatti, non ha votato il divieto di esprimere le proprie opinioni, anche se neofasciste, ha votato il divieto di esprimere queste opinioni in un contesto in cui si possa essere ricollegati al Comune, come ad esempio, l’utilizzo di sale comunali e luoghi pubblici o la richiesta di sovvenzioni. Nessuno vieta loro di dire ciò che pensano.

In conclusione, la domanda che sorge spontanea pensando all’accaduto, al di là delle singole affermazioni, è: ma veramente dopo così tanto tempo siamo ancora qua a doverci difendere da movimenti neofascisti? Sembra che ci siamo dimenticati di tutte le ferite che il fascismo ha inferto non solo a Parma ma a tutta l’Italia. Questo provvedimento è un piccolo gesto per ribadire l’antifascismo, ma dall’altro lato è una sconfitta, una grossa sconfitta. Parlo di sconfitta perchè penso che non dovremmo nemmeno avere bisogno di un provvedimento del genere. Le spinte neofasciste sono una sconfitta per ognuno di noi, sono il segno che ci stiamo dimenticando il passato. Io forse sono troppo giovane per parlare di questo, io non ho ricordi di quel periodo in cui, fortunatamente, non ero ancora nata. Ma questo non mi autorizza, come non autorizza nessuno, a dimenticare ciò che è successo. Ogni volta che leggo una frase che inneggia al Duce, penso che potrebbe anche averla scritta un mio coetaneo e mi vergogno, mi vergogno profondamente. Come mi vergogno delle affermazioni di Azzali, di Bacchieri e di chiunque altro abbia espresso opinioni contrarie al nuovo regolamento. La vergogna forse è l’unica arma che abbiamo contro il neofascismo, solo vergognandoci possiamo salvarci.

 

di Lara Boreri

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