Anna Calvi, rock star del passato al Barezzi Festival

LA PASSIONALE CANTAUTRICE INGLESE INAUGURA IL 12° FESTIVAL DEDICATO AL MECENATE DI VERDI

L’arte di Anna Calvi viene dalla grande tradizione della musica rock anglosassone. La sua musica, il suo stile, il suo comportamento da star stravagante e scontrosa si adattano perfettamente all’immaginario delle icone passate alla storia. La cantautrice ha portato sul palco del Teatro Regio la sua arte mercoledì 21 novembre, per la serata inaugurale del Barezzi Festival 2018 che, arrivato alla dodicesima edizione, si conferma come una delle piattaforme più interessanti nell’ambito della musica contemporanea. Il fatto che ad aprirlo sia stata lei, assieme ad altre due proposte al femminile, è una dichiarazione d’intenti.

Anna Calvi al Barezzi Festival

Anna Calvi al Barezzi Festival

Negli anni il Barezzi Festival si è presentato come finestra di promozione di musica di qualità, nella combinazione tra artisti affermati e nuove scoperte, sia a livello italiano che internazionale. La scelta di proporre diverse declinazioni della musica leggera – dal rock all’ambient, dall’elettronica al cantautorato – nei luoghi per eccellenza della musica classica, rende questo festival una delle più interessanti realtà contemporanee. Per sua vocazione si propone come icona di mecenatismo per le nuove proposte e da quest’anno il festival intitolato ad Antonio Barezzi, mecenate di Giuseppe Verdi, diventa anche etichetta discografica, consacrandosi come trampolino di lancio per artisti emergenti. È il caso di Guido Maria Grillo che con il suo l’album ‘Senso’ presentato proprio al Barezzi 2018 inaugura la produzione dell’etichetta Barezzi Label. Tra gli artisti presenti figurano quindi sia ospiti di primo piano come Paolo Conte e Nils Frahm, sia meno noti come Joan Thiele e Maria Antonietta, esibitesi in apertura del Festival.
In questo contesto di sperimentazione musicale e spaziale la performance della cantautrice britannica Anna Calvi sul palcoscenico del Teatro Regio è stata assolutamente evocativa.

Anna Calvi al Barezzi Festival

Anna Calvi al Barezzi Festival

Formatasi sui palcoscenici londinesi come cantante e chitarrista, ha attirato l’interesse di grandi autori contemporanei quali Brian Eno, che ne è diventato mentore, e Nick Cave, che l’ha voluta in apertura dei suoi concerti in Inghilterra. Dal lancio del suo primo singolo nel 2008 ad oggi, l’artista di origini italiane è diventata una star internazionale e l’ultimo album ‘Hunter’ (2018), anticipato dal singolo ‘Don’t Beat the Girl Out Of My Boy’, è la prova della sua maturità artistica. Erede dell’ingente tradizione del rock anglosassone, le cui vene creative sembravano essere ultimamente sul punto di perdersi nel mare della musica rap, pop ed elettronica, la cantautrice britannica dimostra con tutta la sua essenza il contrario.

Anna Calvi al Barezzi Festival

Anna Calvi al Barezzi Festival

Anna Calvi incarna lo spirito delle grandi icone della storia del rock. Rifiuta di concedersi ai giornalisti, inizia il concerto con un’ora di ritardo, parla poco o nulla con il pubblico per non far calare nemmeno di un millesimo l’atmosfera creata con il suo sound. Entra in scena a passi decisi sui suoi stivaletti a spillo rosso fiammanti, imbracciando l’inseparabile chitarra elettrica e attacca il microfono grintosa come una fiera. “Sto dando la caccia a qualcosa” è ciò che afferma nella dichiarazione di lancio del suo ultimo album – Cacciatrice, appunto – “Lo scopo di questo album è quello di essere primordiale e bellissimo, femminile e mascolino, vulnerabile e forte, essere il cacciatore, ma anche la preda”.

Anna Calvi al Barezzi Festival

Anna Calvi al Barezzi Festival

Un album di ossimori, insomma, di lati diversi di una stessa essenza passionale in cerca di libertà, che grida la propria arte a un mondo finalmente in ascolto. I suoi pezzi riecheggiano questo dualismo viscerale e intenso: a tratti angelica nella voce quanto nelle movenze, si trasforma in Erinni vendicatrice trascinando negli assoli graffianti ed energici tutta la platea, ammutolita davanti a una performance d’altri tempi, in cui il microfono viene usato come ‘bottleneck’ per creare effetti psichedelici e lanciato al termine del brano. Lei stessa, tra illusionistici coni di luce bianca che la fanno emergere da un rosso fumo dantesco, alla fine si getta a terra, esausta.
Ciò che comunica un’artista come Anna Calvi a un mondo in cui la donna appare ancora debole, oggettificata, violentata, è che il momento di superare gli stereotipi è arrivato e la musica rock, ancora una volta, può essere il medium per farsi sentire.
Anna Calvi è una rock star del passato, a cui il mondo forse non era più abituato. Ma la reazione del pubblico del Teatro Regio alla sua musica sembra confermare il contrario. Siamo ad un’inversione di rotta?

 

di Duna Viezzoli

photo credits Barezzi Festival

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