Nella botte piccola…

ar… sta il vino buono. Sono 25 anni che me lo ripeto(no) e credo anche di essermene convinta. Come non riuscirci, poi, tra mio padre che da sempre mi chiama ‘tappo’ e mia madre ‘pulcino’, seguiti senza pietà dai nomignoli dati da amici e conoscenti: ‘nana’, ‘mignolo’, ‘bonsai’, ‘cricetino’. Per non parlare del mio nome – bellissimo, tra l’altro, modestamente – storpiato in ‘Maricù’, ‘Maricuccia’, ‘Marichella’ (questo poi da vomito), sempre a sottolineare quanto io sia alta – o bassa: 1.53 metri.

Per zittire la gente, ultimamente, la frase che preferisco dire è questa: “È tutto concentrato! L’intelligenza, anziché disperdersi, è tutta qui!” e mi tocco la capoccia con le mani. Risate. Perché evidentemente una ‘nana’ fa anche ridere. Non solo il danno di essere perseguitata, anche la beffa di essere derisa. Grazie.

In ogni caso, in un quarto di secolo di bassezza ho stilato una lista di vantaggi che il metro e mezzo di estensione verticale comporta:

– Dimostro decisamente meno dell’età che ho (la scorsa settimana mi hanno dato della ventenne).

– Se vado in discoteca mi confondo facilmente coi bimbiminchia senza dare troppo nell’occhio.

– Trasmetto infinita tenerezza, quindi ottenere qualcosa risulta in genere più semplice.

– Posso tranquillamente fare shopping nei negozi per bambini e ci risparmio anche parecchio.

– Non metterò mai in difficoltà un uomo indossando i tacchi.

– Rientro perfettamente in ogni tipologia di letto o divano e non rischio di sbattere – e quindi spaccarmi in due – la scatola cranica contro tetti, porte, spigoli o roba simile.

Ovviamente, accanto ai vantaggi esistono anche gli svantaggi:

– Penseranno sempre che sono una teenager e come tale mi tratteranno.

– Ci provano puntualmente i minorenni, che non solo sono ritardati ma, marpionando, mi espongono ad eventuali denunce e/o arresti.

– Se mi piace un vestito per ragazze ‘normali’ sono costretta a farlo accorciare/stringere/sistemare ottenendo alla fine l’esatto opposto di quello che desideravo.

– Spesso non posso fare a meno dei famosi tacchi, altrimenti davvero la gente mi accompagna in giro alla ricerca della mia mamma con la convinzione che mi sia persa.

– Non arriverò MAI a tirar giù piatti, bicchieri, pentole e coperchi riposti TROPPO in alto sulle mensole, ricorrendo a sedie, scale e oggetti che comunque non risolvono un granché.

Ormai mi sono abituata: sono sempre la piccoletta di turno, quella da controllare quando si è in giro, da prendere per mano se si attraversa la strada, da proteggere dagli uomini brutti e cattivi e da spostare di peso a proprio piacimento solo per il gusto di ammazzare il tempo in modo alternativo. Beh, non c’è problema, trattatemi pure come se fossi una Barbie. Ma al prossimo che mi accarezza la testa manco fossi un cagnolino, con sguardo compassionevole come a dire: “Ma quanto sei dolce, piccola nanetta amorevole”, lo prendo a testate ad altezza ombelico. Giuro.

1 Commento su Nella botte piccola…

  1. Filippo Gazzo // 16 dicembre 2014 a 17:35 // Rispondi

    Articolo D-E-L-I-Z-i-O-SO!!!

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