“Sii i miei occhi e aiutami a vedere”: Be My Eyes, l’app in soccorso dei non vedenti

L'APPLICAZIONE, NATA NEL 2012 IN DANIMARCA, E' ORMAI DIFFUSA IN TUTTO IL MONDO ED E' SIMBOLO DI SOLIDARIETA' E ALTRUISMO

Immaginate di essere un non vedente o ipovedente al supermercato. Vorreste vedere il prezzo di ciò che state per comprare, ma siete soli. Grazie a Be My Eyes non dovrete per forza chiedere e/o sperare che qualcuno venga in vostro aiuto. Basterà far partire l’applicazione e rivolgervi ad un volontario, che non vedrà l’ora di soccorrervi!

COME FUNZIONA? – Be My Eyes è un’applicazione gratuita, disponibile sia per iOs, sia per Android. Una volta scaricata, ci si trova davanti ad una scelta: registrarsi come volontario o come non vedente. La registrazione è estremamente semplice e veloce, dopo pochissimi minuti si è pronti ad utilizzarla.

Un non vedente avrà davanti a sè due possibilità una volta aperta l’applicazione: chiamare il primo volontario disponibile o scegliere la funzione Specialized Help, per il momento disponibile solo nei Paesi di lingua inglese.

Se decide di chiamare un volontario, la sua richiesta verrà inviata solitamente a 10 volontari nello stesso momento, per garantire all’utente una risposta rapida. Il primo volontario che risponderà verrà messo in contatto video con l’utente bisognoso di aiuto.
Qui diventa chiaro il perchè l’applicazione abbia questo nome: Be My Eyes, ovvero ‘sii i miei occhi’. Il non vedente potrà inquadrare con la fotocamera del proprio telefono ciò che ha bisogno che il volontario veda e potrà, ad esempio, chiedergli di indicargli il colore di un abito, o il prezzo di un oggetto, o qualsiasi altra cosa ritenga utile. 

Un’altra possibilità, anche se per ora non utilizzabile in Italia, è l’Aiuto Specializzato. Questa funzione permette al non vedente di entrare in contatto con un operatore Microsoft qualificato, per fornire aiuto in situazioni in cui è necessaria una conoscenza più approfondita di quella che ci si può aspettare da un volontario.

LA STORIA – La storia di Be My Eyes è iniziata nel 2012, quando Hans Jørgen Wiberg, egli stesso ipovedente, ha presentato la sua idea al Startup Weekend Aarhus, in Danimarca. Il lancio ufficiale dell’applicazione è avvenuto il 15 Gennaio 2015, inizialmente solo su iOS. Il 5 Ottobre 2017 finalmente è stata resa disponibile la versione per Android.
Negli ultimi anni, l’applicazione ha ricevuto numerosi premi, che testimoniano l’innovazione e la nuova idea di community che ha lanciato, basata esclusivamente sull’aiuto reciproco tra sconosciuti che potrebbero potenzialmente abitare in parti opposte del globo.

I VOLONTARI – Diventare volontari è molto semplice, non servono capacità particolari, l’unico requisito è l’avere più di 17 anni. D’altra parte, “ti iscrivi solo per essere gli occhi di qualcuno, non il suo cervello!”, parola di Hans Jørgen Wiberg, che continua: “I ciechi sanno esattamente ciò che stanno facendo, hanno solo bisogno dei tuoi occhi per vedere qualcosa. Quindi ognuno è in grado di farlo”. Il requisito dell’età è dettato solo dal fatto che ai volontari viene richiesta una certa serietà, per poter fornire un servizio affidabile.
Una volta terminata la chiamata, non è possibile per il non vedente dare una valutazione al volontario, ma solo agli aspetti tecnici della chiamata, come ad esempio la scarsa qualità video. Questa decisione è dettata dal fatto che “non sarebbe giusto valutare un volontario, che lo fa gratis”.
In generale, comunque i volontari “sono tutti molto disponibili, quando sento ‘Pronto!’ è come se non aspettassero altro“, afferma Antonio Quatraro, non vedente che utilizza l’applicazione fin dal suo lancio.

PERCHÉ DOVREBBE ESSERE USATA? – Una domanda che sorge spontanea riguarda l’effettiva utilità dell’applicazione. Perchè un non vedente dovrebbe preferire l’aiuto di uno sconosciuto a quello di un amico o un parente? “Molte persone cieche vivono sole e a volte hanno bisogno di vedere qualcosa. Possono aspettare che arrivi qualcuno o possono bussare alla porta dei vicini per chiedere aiuto. Ma questo può essere difficile se sei sempre la persona che chiede. Quando usi Be My Eyes, sei sicuro al 100% che la persona che ti risponde non veda l’ora di aiutarti. Dà la sensazione di star facendo da solo“, questa è la risposta che ci ha dato il creatore. Affermazione condivisa anche da Quatraro, che aggiunge “se uno sa che c’è un servizio apposta, lo usa più volentieri perchè sa di non disturbare“.

I COSTI DELL’APPLICAZIONE – Be My Eyes è nata come applicazione gratuita e, nelle intenzioni del fondatore, non sarà mai a pagamento, perchè è diffusa in paesi come India, Cina e alcuni paesi africani, in cui può essere difficile per gli utenti permettersi di pagare questo servizio. Ma ovviamente ci sono dei costi di gestione da ammortizzare, resi sostenibili grazie al fatto che i volontari, in quanto tali, non sono pagati e grazie all’aiuto di Microsoft.

di Lara Boreri

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