La Paz!, integrazione e socialità: così il calcio ritorna alle sue origini

LA SQUADRA MULTICULTURALE CHE ATTRAVERSO LO SPORT ABBATTE LE DIVERSITÀ

Lapaz2Abbattere il razzismo, annientare i pregiudizi e le discriminazioni per promuovere l’incontro tra persone di culture diverse, questo l’obiettivo per cui scendono in campo i giocatori de La Paz!, la squadra di calcio ad undici che milita nel campionato amatoriale della Uisp Parma.

 

IL PROGETTO – La squadra nasce nel 2010 grazie all’Associazione Yabasta! Parma e al sostegno della Uisp. “Lo scopo è stato quello di ripristinare i veri valori del calcio, aggregazione e socialità, quelli che oggi si stanno perdendo”, spiega Alfredo Notartomaso, uno dei capitani della squadra. Obiettivo raggiunto alla perfezione considerando il gran numero di partecipanti al progetto. “Siamo trenta tesserati e non ci sono limiti di tesseramento, perché non ci sembra giusto mettere freni alla passione sportiva”, racconta Francesco Borsellino, altro componente della squadra. La Paz! è composta da persone provenienti da ogni parte del mondo, storie di vita diverse che vengono a contatto per lottare per un unico ideale, quello dell’uguaglianza. L’associazione a cui fa riferimento la squadra permette a suoi componenti di portare alla luce le problematiche che hanno a cuore anche attraverso manifestazioni e organizzazione di eventi. Ciò rappresenta una grande conquista per coloro che provengono da quei paesi in cui ogni forma di dissenso viene soffocata molto spesso con la violenza.

 

La Paz!TRA INIZIATIVE, DIFFICOLTÀ, E CAMPIONATO –“Siamo una bella squadra, molto unita, quando qualcuno deve lasciarla c’è una tristezza generale”, raccontano i ragazzi facendo riferimento a coloro che sono costretti a lasciare l’Italia per trovare fortuna all’estero. Dimostrazione di come lo sport, ripristinati i suoi valori originari, possa unire realtà così apparentemente diverse.
La Paz! multietnica e solidale, ha dovuto comunque fare i conti col suo nemico principale: il razzismo. “Durante le partite ci sono stati episodi in cui ti chiamavano ‘terrone’o ‘nero’, e quando è capitato abbiamo lasciato il campo”. Reazioni sempre pacifiche da parte della squadra, come uscire dal campo perché “noi non ci stiamo a giocare così”, replicano.
Per abbattere ogni tipo di barriera hanno introdotto il terzo tempo: “Dopo la partita ci incontriamo con la squadra avversaria, stiamo insieme, per sedare gli animi”. Per una squadra che condivide i valori dell’antirazzismo e della pace fra i popoli vincere le partite passa in secondo piano. “Logicamente ci fa piacere vincere, ma noi lottiamo per altro, per un nuovo modello culturale che porti al centro i veri valori antifascismo, antisessismo e antirazzismo”.

 

la paz3SPORT E IDEALI DA CONDIVIDERE Sarcan ha 39 anni, la metà li ha vissuti in Italia: “Sono arrivato in Italia da rifugiato politico 18 anni fa e da 10-11 anni vivo a Parma. Ho conosciuto la squadra tre anni fa: sono andato a vedere una partita e ho visto che c’erano tanti ragazzi, un buon divertimento. Non è come le altre squadre, ci sono tante culture diverse, ma siamo tutti amici”. “Da quando c’è lui la squadra prende molti meno gol” aggiunge Alfredo, sorridendo compiaciuto. Difatti Sarcan gioca in difesa, mettendo la sua esperienza al servizio della squadra. Ma il suo impegno non si esaurisce all’interno del rettangolo di gioco: “Io sono curdo e quindi contro l’Isis. Un giorno siamo venuti con tutta la squadra in piazza a manifestare. E’ stata una grande emozione”. Poi passa a raccontare il dramma che sta vivendo il suo Paese, dove ogni forma di protesta viene soffocata. Qui , invece, riesce a farsi ascoltare, con civiltà e rispetto. A Parma ha trovato lavoro (ha aperto una piccola attività commerciale in pieno centro storico) e un squadra con cui condividere, oltre che la gioia di una vittoria, degli ideali in cui credere.

 

di Giuseppe Mugnano e Luisa Di Capua

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