Anisimova: prima popstar millennial del tennis?

AMANDA ANISIMOVA, CLASSE 2001, HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER ESSERE LA NUOVA CAMPIONESSA DEL TENNIS

Carine06 / Flickr

Prendete taccuino e penna, o lo smartphone se preferite, e segnatevi questo nome: Amanda Anisimova. Il tennis in gonnella si prepara ad accogliere una nuova diva nel corso dei prossimi anni, una ragazza del New Jersey, ma di chiare origini russe che, oltre all’aspetto avvenente da modella, ha già messo in mostra doti da autentica campionessa.

Una nuova popstar per il tennis femminile che, inevitabilmente, si trova a fare i conti con gli addii, ormai più o meno prossimi, di alcune colonne portanti del brand WTA nel mondo, da Serena a Venus Williams passando per Maria Sharapova e Victoria Azarenka. E così ecco che, in un lampo, le nuove promesse del tennis tentano il loro ingresso trionfante nell’élite di questo sport, sbracciando con la grinta di chi sa quanto in alto vuole arrivare ed è consapevole delle sue innate qualità.

Tra queste nuove leve i riflettori dell’ambito proscenio li ha già catturati una giovanissima classe 2001, non ancora diciottenne, Amanda Anisimova, nata praticamente con la racchetta in mano visto che, a soli 3 anni, il padre Konstantin decise di provare a scrivere per lei questo futuro. Era il 2004, l’anno in cui il mondo del grande tennis incoronava regina, con l’inaspettato ed incredibile successo di Wimbledon, una certa Maria Sharapova, collega a cui, senza nascondersi nemmeno troppo, Amanda si ispira per gioco, personalità e attitudine.

Infatti, da un punto di vista squisitamente tecnico, Anisimova incarna alla perfezione il ruolo di giocatrice moderna degli anni 2000, fisicamente asciutta, rapida e ben strutturata e devota, tatticamente, ad un gioco aggressivo, costantemente in spinta con la volontà di incidere in prima persona sulle sorti del punto. Il suo tennis è pulito nell’estetica ed equilibrato nell’efficacia avendo la capacità di trovare soluzioni vincenti, tanto dal lato destro con il diritto quanto da quello sinistro con il rovescio bimane, riuscendo ad essere all’occorrenza anche piuttosto solida nello scambio.

Dotata di un’altezza che si aggira sul metro e ottanta, il servizio potrà inevitabilmente rappresentare un’arma preziosa soprattutto in un ambiente come quello del tennis femminile dove i break non si contano nemmeno più, tutte sanno rispondere più o meno bene e, quindi, avere una battuta efficace e continua diviene davvero decisivo. Al momento la prima di servizio è robusta e corposa, ma poco varia nelle direzioni e nelle rotazioni, peccando così un po’ troppo di prevedibilità.

Intanto, però, gli step effettuati nel ‘circuito delle big’ sono già di notevole spessore, con scalpi prestigiosi tra il 2018 e il 2019 su Petra Kvitova, due volte campionessa slam, ed Aryna Sabalenka, giovane altrettanto rampante e già nelle prime dieci del mondo, e risultati ammirevoli come la prima finale in un evento WTA ad Hiroshima o il primo ottavo slam, poche settimane fa, a Melbourne. E grazie a questi continui ed importanti traguardi, anche la classifica le strizza l’occhio e Anisimova, con i suoi 17 anni e 6 mesi, è la più giovane tennista tra le prime 100 giocatrici del mondo, accomodata in 59esima posizione.

L’impressione, vedendola esibirsi sul campo, è di essere di fronte ad una naturale campionessa sia per la personalità con cui sa districarsi tra tante colleghe al momento più navigate e blasonate di lei, sia per la completezza del suo gioco, la facilità di esecuzione dei suoi colpi e la lucidità tattica che esprime malgrado la giovane età.

Quello di cui, sicuramente, non è sprovvista la giovane Anisimova, è una coriacea forza mentale, un carattere grintoso e positivamente convinto, una imprescindibile consapevolezza nelle proprie qualità tecniche. Non mancano infatti, Sharapova docet, ‘pugnetti’, continui incitamenti, “c’mon” ed esultanze grintose che le permettono di mostrarsi sempre sfrontata ed impavida di fronte a ciascuna avversaria ed in qualsiasi situazione.

Ovviamente il futuro dei giovani è vittima inevitabile di migliaia di ‘se’ e dalla nomea di ‘campione del futuro’ annunciato e predestinato, è un attimo risvegliarsi, invece, da ‘promessa mancata’. Così, se saprà aggiungere quei necessari e piccoli miglioramenti tecnici e tattici al suo gioco, se saprà imparare a gestire i vari momenti di un match, soprattutto i più negativi, senza caderne in agguato e se saprà sacrificarsi sul campo per migliorare con costanza e qualità i propri mezzi, Anisimova ha tutte le carte in regola per avere di fronte a sé un futuro brillante.

Anche perché di questi tempi essere, ad appena 17 anni, già nelle prime 60 del mondo non è senz’altro da tutti, ma si tratta solo di un piccolo ma cruciale tassello di un puzzle complesso e meraviglioso da costruire con la testa ed il lavoro.

di Marco Pardini

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