Parco Ducale a Parma: una casa per gatti abbandonati

INTERVISTA A DUE VOLONTARIE SULL'INIZIATIVA FELINA

I Gatti del Parco Ducale è un’oasi felina situata vicino il Teatro al Parco che dà una casa e un pasto ai tanti felini randagi e orfani. Un’iniziativa nata con l’obiettivo di combattere il randagismo felino, un tema poco sensibilizzato diversamente da quello che accade, ormai da anni, con i cani.

Come e quando è nata l’iniziativa di fondare un gattile?
Rosa: “Io sono qua da sei anni, Rossella da oltre 20 anni. Questo gattile è così dal 2000, quindi, ormai sono diciannove anni, ma precedentemente c’era Rossella con Mirella e delle altre che hanno iniziato trattandolo un po’ come colonia e avendo solo una postazione esterna.”

Rossella: “Tanti anni fa c’era una costruzione abusiva, una specie di casotto, lungo il viale, vicino al Teatro, costruito da un pensionato che si occupava dei gatti. Portava da mangiare ma non aveva mai pensato a sterilizzare e, quindi, era una colonia che esplodeva, diciamo. Nel 2000, qui a Parma, hanno ristrutturato completamente il Parco Ducale chiudendolo al pubblico per più di un anno e hanno lasciato a noi la possibilità di venire a dare da mangiare ai gatti, avevamo dei percorsi privilegiati per entrare. In seguito, in occasione del rifacimento, ci hanno dato quest’area ufficialmente, con tutte le autorizzazioni del caso e abbiamo iniziato a controllare la situazione dal punto di vista sanitario con delle sterilizzazioni a tappeto prima delle femminile e, poi, anche dei maschi perché, altrimenti, si allontanano e si mettono in pericolo”.

È giusto definire questa struttura gattile? In che misura interviene il Comune?
“Per legge questa è un oasi felina, cioè non un gattile che è quello con la recinzione dove i gatti non possono uscire e, a Parma, c’è solo il comunale. Noi siamo un’oasi felina riconosciuta, una onlus di volontarie, però la struttura è del Comune che paga le bollette di acqua, luce e rifiuti. Tutto il resto lo paghiamo noi, spese veterinarie, cibo e tutto quello che comporta la gestione di ciò.”

Si accennava alle spese veterinarie. I gatti sono seguiti da uno o più veterinari?
“Abbiamo un veterinario  in particolare che è il nostro da sempre, al quale ci appoggiamo e che, ovviamente, poiché siamo lì quasi tutti i giorni, abbiamo delle convenzioni rispetto un privato cittadino.”

Per quanto riguarda, invece, le spese in generale, come vi procurate i fondi?
“Ognuna di noi ha un giorno e porta il cibo, poi ve né è del gattile che ha delle scorte perché potrebbero esserci dei giorni scoperti. Vi sono poi dei punti raccolta e la gente ce lo regala oppure abbiamo dei banchetti. Raccogliamo indumenti, oggettistica, scarpe, di tutto e di più, in buono stato e regalato e facciamo le fiere di quartiere: in Via Mazzini stiamo una volta al mese, il sabato, con la nostra bancarella, vendiamo e guadagniamo abbastanza bene. Ci sono poi il 5 per 1000 e la possibilità che qualcuno lasci soldi o cibo passando vicino l’oasi mentre c’è una volontaria. Compriamo online in super offerta e in grande quantità per risparmiare.”

Questa oasi è popolosa, da dove provengono i felini?
“I gatti arrivano qua per caso oppure ce li portano segnalati da persone che li hanno trovati in giro e che al gattile non hanno preso perché il gattile comunale, se chiami poiché hai trovato un gatto in evidente disagio, se fisicamente sta bene, la legge dice che il gatto può vivere randagio. Il servizio del Comune è tenuto ad andare i prendere i cani, i gatti solo se incidentati.  Aiutano a catturarli, però poi te lo devi prendere tu. Due domeniche fa è successo che un ragazzo ha trovato, in Via San Leonardo, questo gatto smarrito, lo ha catturato lui e c’è l’ha portato. Noi, quando abbiamo spazio, poiché ci sono due luoghi chiusi, li prendiamo. Poi, fortunatamente, questo ragazzo lo ha anche adottato e lo ha portato a sua mamma, quindi, è andata bene.”

È mai capitato che si siano allontanati o che qualcuno è stato portato via senza consenso?
“Diciamo di no, piuttosto arrivano da soli e si stanziano. Ad esempio, Sofia l’abbiamo trovata così con suo figlio che è, in seguito, morto investito ed è rimasta qui. Quest’estate un cucciolo l’hanno preso due ragazzi senza avvisarci, l’abbiamo cercato e si è scoperto, tramite una signora, che questa coppia di colombiani lo aveva preso perché avevano paura che non lo dessimo in quanto non italiani. Li abbiamo sentiti, siamo andati a trovarli e lo hanno adottato con la raccomandazione di non portarne via altri. Ci sono cartelli ovunque con scritto di non prenderli ma di chiamare.”

Il territorio ospita altre colonie?
“A Parma ce ne sono tante. Noi siamo in un posto bello, molti passeggiando lo possono conoscere mentre in altri posti ci devi andare volutamente come a Beneceto da Maria Luigia dove ci sono 180 gatti, un posto meraviglioso in campagna. Ci sono gli Sos Help a Taro, una serie di colonie gestite da signore, e a Vicofertile che è il cronicario dove ci sono i FIV e FeLV positivi dove accedono quelli malati per non entrare in contatto con gli altri ( la FIV è la sindrome da immunodeficienza, la FeLV è la leucemia felina, per saperne di più N.d.A). Se sono sterilizzati e non ci sono gatti violenti e aggressivi la FELV non si trasmette, la FIV sì, questa è l’HIV felina e si contagiano, come per gli uomini, con rapporti o con sangue. Per evitare d’infettare li si raduna tutti insieme perché, in un gattile, è facile che si azzannino.”

Escluse la FIV e FeLV, anche qui ci sono gatti malati?
Quasi tutti praticamente. Lui, per esempio, insieme a Treccia andranno al veterinario, l’altro giorno c’è stato Alfredo che ha avuto un problema all’occhio a causa di un ascesso, ogni giorno c’è ne una, lui ha subito un intervento e gli hanno estratto tre denti.”

Quanti di loro sono adottabili?
“Ci sono dei gatti adottabili e dei gatti no, nel senso: normalmente, i gatti adottabili sono i cuccioli perché, tra un po’, arriveranno le segnalazioni di cucciolate smarrite e, finché abbiamo spazio, li prendiamo. I cuccioli, per evitare che stiano chiusi fino a quando possono essere sterilizzati, cioè sei mesi, cerchiamo di farli adottare il prima possibile facendo firmare un modulo con l’impegno che possiamo andare a controllarlo e che debba essere sterilizzato. Normalmente il primo vaccino lo ha fatto, se preso da noi. Poi ci sono i gatti a cui chiediamo uno stallo o un’adozione del cuore perché sono vecchi o malati e hanno bisogno di una casa nonostante sono abituati a stare qua o che non si sono adattati. Al contrario, quelli che si sono adeguati sono nostri e non li affidiamo.”

Quali standard chiedete siano rispettati nella casa di destinazione?  
“Chiediamo che ci siano balconi e giardini in sicurezza specie se abitano in posti particolarmente a rischio come traffico e macchine. Chiediamo che ci siano zanzariere alle finestre se sono in un piano alto poiché capita che i gatti cadano e muoiano.”

di Galasso Marzia    

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