Il misterioso faro scozzese di Eilean Mòr compie 120 anni

UNA STORIA DIVENTATA LEGGENDA, TRE UOMINI SCOMPARSI E UN ENIGMA SENZA FINE

Foto di Jamie McMillam/Flickr

Immaginate un gruppo d’isole nell’oceano Atlantico della Scozia occidentale tra le quali ne spicca una per la  sua grandezza, ricca di verde e a strapiombo sul mare. Gli unici elementi che la caratterizzano sono un faro e una cappella diroccata, tutto molto suggestivo se non fosse che si tratta dell’isola di Eilean Mòr dove tre uomini scomparvero senza lasciare traccia nel dicembre del 1900.

Questo pezzo di terra è stato protagonista di numerosi schianti di piccole imbarcazioni, specie quando il commercio marittimo si fece molto intenso: ciò porterà la sovrintendenza ai fari a erigerne uno e, lottando contro le condizioni avverse, fu inaugurato nel 1899.

Un anno dopo furono fatti sbarcare tre guardiani: James Ducat, Capo Guardiano, Thomas Marshall, secondo assistente, e Donald McArthur che sostituì William Ross. A quel tempo i fari richiedevano grandi attenzioni perché bisognava, ogni giorno, preparare il necessario per garantirne l’accensione e questo venne fatto dai tre dal sette al quattordici di dicembre; dal quindici, il comandante della nave Archtor avrebbe dato la notizia che il grande guardiano era spento.

Nonostante l’avviso, i giorni passarono e solo il ventisei dicembre l’imbarcazione Hesperus raggiunse l’isola per il ricambio degli uomini e per i rifornimenti, ma vi fu il nulla ad accoglierli. Nell’alloggio dei guardiani tutto era fermo, un pasto ancora in tavola, una sedia rovesciata, i letti fatti e due cerate su tre scomparse così come gli stivali.  Si cercò ovunque, l’unica traccia trovata fu una gru semidistrutta con le funi ingarbugliate nella parte occidentale, questo portò ad archiviare il caso con il rapporto del sovrintendente Robert Muirhead che parlava di una tempesta che avrebbe inghiottito i guardiani.

Il problema del rapporto stava nel fatto che il quindici di dicembre il mare era calmo e questo mistero nel mistero venne risolto anni dopo da Ian Campbell. In una giornata di calma, mentre era nella parte occidentale dell’isola, all’improvviso un’onda di venti metri travolse il molo e poi tutto tornò alla quiete. L’uomo s’informò e i pescatori confermarono che cose simili accadevano puntualmente. Eppure questo non spiegava ancora la scomparsa del terzo uomo, quello che era nel faro a mangiare e che, vista la sedia rovesciata, sarebbe corso fuori per aiutare i suoi compagni. Per quanto la situazione potesse essere disperata, strania il non essersi avvalsi degli strumenti di sicurezza per i lavori vicino quella gru.

Nel tempo si sono ponderate altre tesi, la più credibile resta quella della pazzia per la quale, dopo tanti giorni in isolamento, uno di loro avrebbe ucciso gli altri e poi si sarebbe suicidato. Per altro quest’ipotesi, anche se portata avanti differentemente, è la base per l’ultimo film di Kristoffer Nyholm, ‘The Vanishing – Il mistero del faro’, che riprende personaggi e ambientazioni per creare un thriller psicologico ben riuscito anche grazie all’impresa attoriale di Gerard Butler (James Ducat), Peter Mullan (Thomas Marshall) e Connor Swindells (Donald McArthur).

Quello che è accaduto sull’isola nessuno potrà mai saperlo davvero, l’unica certezza è che tre uomini, semplici lavoratori, sono fissati nella memoria immortale del grande corso che è la storia umana.

di  Marzia Galasso

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