Alla scoperta di Dublino: tra cultura, baldoria e new economy

BREVE PANORAMICA DI UNA CITTÀ CON UN PIEDE NEL PASSATO E L’ALTRO NEL FUTURO

Diogo Palhais / Unsplash

Passeggiare lungo il Liffey, bere una pinta a Temple Bar, leggere un libro stesi sul prato a St. Stephen’s Green, passeggiare ascoltando i buskers (artisti di strada) in Grafton Street sono alcune delle attività che non possono mancare per chi decide di soggiornare a Dublino. Si tratta di esperienze irrinunciabili, ma che non esauriscono la visita in questa città: perché Baile Átha Cliath, il suo nome gaelico, è soprattutto un luogo da assaporare e respirare.

Ha visto nascere Oscar Wilde e James Joyce, celebrati da due statue rispettivamente in Merrion Square e in Earl Street. Eppure i due scrittori hanno presto abbandonato la terra natia per cercare fortuna altrove: l’autore dell’Ulisse addirittura la definisce “città della paralisi”, pur ambientando tra queste vie la maggior parte delle sue opere. In rete è possibile trovare informazioni su itinerari cittadini dedicati ai luoghi legati ai due letterati.

Non si può parlare di libri senza citare il ‘Book of Kells’: conservato nell’imponente biblioteca del Trinity College, il manoscritto risalente all’800, è stato accuratamente miniato dai monaci irlandesi. Racchiude i quattro Vangeli in latino, illustrati da sapienti e pazienti mani, dipinti con colori vivaci e ricchi di dettagli arzigogolati. Saltando dal sacro al profano, a Dublino, specialmente nei pub, è difficile sfuggire alla tipica musica folk irlandese, caratterizzata da violini, ottavini e il bodhran,  il tipico tamburo celtico. Se siete fortunati potrebbe capitarvi di incappare in un gruppo dal vivo, il cui ritmo vi costringerà ad abbandonare al tavolo la vostra birra per unirvi alle danze. Restando in ambito musicale, qui è stato girato Once, film romantico del 2008, che racconta la vicenda di due trentenni in cerca di fortuna con la loro musica. I due protagonisti, Glen Hansard e Marketa Irglova, hanno dato vita a un duo, chiamato The Swell Season, che ha vinto l’Oscar per la miglior canzone originale nel 2009 con il brano Falling Slowly, parte della colonna sonora della pellicola.

Guinness StorehouseOltre ai monumenti più noti, come il Castello, la Christ Church o la St. Patrick’s Cathedral, un’esperienza che non può mancare è la visita alla Guinness Storehouse. L’inconfondibile birra irlandese, dal colore scuro e la schiuma densa, viene raccontata minuziosamente in un percorso immersivo, che dalle materie prime, conduce fino alla tecnica di spillatura, passando per il processo di fermentazione, senza trascurare la storia del fondatore e le strategie di marketing. In cima all’edificio c’è il Gravity Bar, dove potrete gustare il bicchiere incluso nel biglietto con una vista privilegiata sulla città sottostante.

Ma Dublino non è solo tradizione e vita notturna, negli ultimi anni infatti è stata al centro di un vero e proprio boom, poiché alcuni colossi americani hanno deciso di stabilire qui il loro quartier generale nel Vecchio Continente. I giganti dell’high tech approfittano del regime fiscale favorevole e gestiscono da qui i loro affari in Europa. La sede di Google, ad esempio, si trova in un edificio chiamato Montevetro, che si specchia nelle acque del Grand Canal Dock, zona dove si trovano gli uffici di altri colossi come Twitter, Facebook, Linkedin ed Airbnb. La società di Larry Page e Seregy Brin ha pensato per i suoi dipendenti un luogo di lavoro che sembra il paese dei balocchi: i colori sono accesi, alcune aree ricoperte di erba sintetica, in più ci sono palestra, piscina e tavoli da biliardo.

Per una visita a Dublino questo è il periodo ideale: il 17 marzo è il Paddy’s Day, come viene simpaticamente chiamata la ricorrenza per celebrare San Patrizio, patrono d’Irlanda. Per le vie della città sfilano carri e ballerini, tutto si colora di verde, è un tripudio di trifogli, cappelli e barbe arancioni, che imitano quelle del leprecauno, il tipico folletto locale. E per finire tutti al pub, a cantare a squarciagola Whiskey in the jar.

di Valentina Bortolamedi

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