Rocky Marciano e Joe DiMaggio: storia di due sportivi italoamericani

IL RICORDO DI DUE LEGGENDE DEL PUGILATO E DEL BASEBALL

Screenshot da https://www.youtube.com/watch?v=Z-ao-RTLfi8

Ricordate quante storie hanno raccontato sulla migrazione degli italiani negli Stati Uniti? Immaginate di vedere in quella massa due uomini e due donne che, in anni distanti, hanno raccolto le cose più care e si sono imbarcate verso un futuro migliore. Una coppia è partita da Isole delle Femmine in Sicilia per stanziarsi a Martinez, in California, e diventare una delle tante famiglie di pescatori del luogo che non si è persa nell’oblio della memoria perché nel 1914 sarebbe nato il piccolo Giuseppe Paolo Di Maggio.

 

San Bartolomeo in Galdo/Flick

L’altro uomo e l’altra donna erano dei ragazzi quando lasciarono rispettivamente la piccola cittadina di Ripa Teatina in Abruzzo e di Benevento: i due erano destinati a incontrarsi negli Stati Uniti e a stabilirsi a Brockton nel Massachusetts dove ebbero cinque figli, tra loro Rocco Marchegiano nato nel 1923, e inizia proprio da qui il viaggio nella storia. Rocco crebbe lavorando nei cantieri come muratore, ma il suo sogno era diventare un giocatore di baseball, un sogno stroncato a causa del tiro destro troppo debole. Deciderà, quindi, di arruolarsi e scoprirà il suo vero talento nascosto perché, dopo una rissa in una pub che lo porterà a battere un australiano, inizierà a praticare la box a livello dilettantesco. Il 1947 sarà l’anno decisivo, il debutto nel pugilato professionale e la nascita di Rocky ‘Bombardiere di Brockton’ Marciano, un ragazzo basso e tarchiato, resistente ai colpi e con un destro fortissimo che lo porterà a vincere ben 49 incontri, di cui 43 per KO.

Nonostante l’ancora giovane età, il 21 settembre del 1955 si misurerà nell’ultimo incontro contro Archie Moore che, seppur più vecchio di sei anni, farà faticare il campione a mantenere alto il titolo e la sua serie di vittorie. Presa coscienza del limite raggiunto, Marciano decise di chiudere con la box: tante saranno le critiche, ma nulla impedirà alla fama costruita nel tempo di essere intaccata e anche dopo la tragica morte nell’incidente aereo del 1969, a distanza di cinquant’anni, il suo nome è ancora sulla bocca di molti.

Stork Club/Flickr

L’anno 1969 è ricco di avvenimento per il mondo dello sport perché verrà lanciato un sondaggio popolare che acclamerà Joe DiMaggio come “Il più grande giocatore di baseball vincente” con record sportivi e 2214 colpi vincenti. Se Marciano non aveva potuto realizzare il suo sogno, il giovane Joe poté assicurarsi questa carriera grazie al fratello Vince che lo raccomandò al dirigente della squadra di baseball per cui giocava. Il 1934 sembra l’anno della fine a causa della rottura dei legamenti al ginocchio sinistro scendendo da un bus, eppure un talent scout crede ancora in lui, gli fa fare degli esami e, nel 1936, viene ingaggiato dagli Yankees. Memorabile resta l’accoglienza dei connazionali alla prima partita: 25mila bandiere tricolore a omaggiarlo e DiMaggio terrà alto il suo nome fino a quando si ritirerà all’età di trentasei anni.

Sarebbe ritornato al baseball come allenatore degli Oakland Athletics e di certo non si potrà scordare che il nome di questo campione sarebbe stato per sempre intrecciato a quello di Marylin Monroe. Una storia altalenante la loro, anche a causa del modo di vivere di lei, eppure Joe DiMaggio sarebbe sempre rimasto legato a quella donna al punto da non risposarsi più dopo la separazione. La sua lunga vita si è conclusa nel 1999 a causa di un cancro ai polmoni nella sua casa a Hollywood.

di Marzia Galasso

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