Si avvicinano le elezioni europee: chi andremo a votare?

IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE ALCUNI TENTANO DI RIMESCOLARE LE ALLEANZE, MA I SONDAGGI NON PREVEDONO CAMBIAMENTI CLAMOROSI

 

Mancano meno di due mesi alle elezioni del Parlamento Europeo che si terranno tra il 23 e il 26 maggio 2019, a discrezione di ciascun Stato membro. Per quanto riguarda l’Italia, la data scelta è il 26 maggio. I partiti di tutta Europa dovranno presentare i simboli con cui intendono candidarsi entro il aprile, mentre le liste dei candidati entro il 15. Prima di quelle scadenze, dunque, non si potrà avere una mappa ufficiale delle liste e delle alleanze politiche delle prossime elezioni. Tuttavia, ancor prima di procedere con una panoramica su possibili intese politiche è bene ripassare com’è attualmente composto il Parlamento di Strasburgo e quali sono i gruppi politici che detengono la maggioranza.

Il gruppo che oggi conta maggiori seggi parlamentari è il PPE (Partito popolare europeo) con 219 deputati, seguito dal S&D (Partito socialista), con 189 seggi e dall’ALDE (Partito liberale) che conta 68 deputati. Questi tre gruppi costituiscono la maggioranza in Parlamento.

All’opposizione, invece, è l’ECR (Conservatori e Riformisti Europei) a detenere più seggi (71), seguito dal partito dei Verdi (52), da GUE/NGL (Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica) che conta 51 deputati, da EFDD (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta) con 45 seggi, ENF (Europa delle Nazioni e della Libertà) con 36 seggi e il gruppo dei Non Iscritti (21), dove confluiscono i parlamentari che non aderiscono ad alcun gruppo politico.

In vista delle prossime elezioni europei, i partiti italiani hanno avviato già da tempo le trattative per stringere potenziali accordi con altri partiti, sia italiani, sia europei, nel tentativo di favorire ciascuno il proprio gruppo politico europeo di appartenenza.

IL MOVIMENTO 5 STELLE – Attualmente il partito siede al PE all’interno dell’EFDD (Europa della Libertà e della Democrazia Diretta). Tuttavia, le ambizioni grilline aspirano a dare vita ad una nuova formazione politica. Per ora si tratta di un progetto in fase embrionale, siccome per  formare un nuovo gruppo politico europeo è necessaria un’alleanza di almeno 7 partiti, di 7 paesi diversi, mentre attualmente la coalizione ne conta 5. Se non dovesse trovare nuovi alleati, il Movimento dovrà dunque restare all’interno dell’EFDD.

Foto di Flickr – International Journalism Festival

Intanto, però, il Movimento ha trovato un accordo con 4 partiti: il croato Zivi Zid, il polacco Kukiz’15, il greco Akkel e il finlandese Liike Nyt. In breve di cosa si tratta: Zivi Zid è un partito populista croato che chiede il rafforzamento della democrazia diretta, la lotta contro il sistema finanziario e le sue logiche speculative e il sostegno all’economia reale locale. Il leader del partito, Ivan Vilibor è invece un attivista antisfratto che per anni ha guidato campagne contro i pignoramenti, anche attraverso occupazioni di gruppo. Lo stesso nome del partito significa ‘barriera umana’.

Idee affini si trovano nei programmi di Akkel e nel partito finlandese di Karolina Kahonen, Liike Nyt. Il primo è il partito dell’allevamento e dell’agricoltura, critica i trattati di libero commercio e promuove la piccola economia locale, capace di tutelare ‘Made in’. Liike Nyt, di stampo liberale e collocato su posizione centro-destriste, si batte per la difesa del Welfare State, la tutela della produzione agricola e delle piccole medie imprese. Entrambi chiedono maggiore democrazia partecipativa.

Kukiz’15 è, invece, un partito di destra populista, noto per le sue posizioni estremiste. Particolarmente preoccupante è il profilo del leader, Pawel Kukiz, contrario all’aborto e al diritto per le famiglie gay di adottare bambini. È stato inoltre membro del comitato che organizza la marcia dell’indipendenza in Polonia, una manifestazione annuale che raccoglie movimenti politici nazionalisti da ogni parte d’Europa (l’Italia partecipa con Forza Nuova) e che rilancia gli ideali della Polonia bianca e cattolica, con slogan retrogradi e razzisti.

Per quanto riguarda, invece, la possibilità che i grillini si alleino con il movimento dei gilet gialli è, invece, stata smentita dallo stesso Di Maio, contrario a dialogare “con quell’anima che parla di lotta armata o la guerra civile. Chi presenterà quella lista dovrà essere una persona che crede nella democrazia […]”, come riporta l’ANSA.   

LA LEGA – Il partito guidato da Matteo Salvini aderisce al gruppo politico ENF (Europa delle Nazioni e della Libertà), a cui partecipa anche Rassemblement National (il vecchio Front National) di Marine Le Pen, il PVV (Partito per la libertà olandese) di Geert Wilders e il Fpö (Partito della libertà austriaco) di Heinz-Christian Strache.

Il PVV è considerato un partito intollerante per le sue posizioni estremiste contro gli omosessuali e l’Islam. Il leader Wilders è infatti un fervente sostenitore del recupero della memoria olandese e autore del cortometraggio ‘Fitna’, in arabo ‘scandalo’, il cui intento è quello di mostrare il volto totalitario della religione islamica. A far concorrenza al PVV vi è però il Fpö, anch’esso un partito di estrema destra xenofobo, accusato di aver mantenuto legami con il neo-nazismo. L’attuale leader si oppone alle istituzioni europee e ha avviato una dura campagna anti-immigrazione.

Tra le alleanze ancora incerte vi è quella con il partito polacco Diritto e Giustizia di Kaczynski. Si tratta del partito attualmente al Governo in Polonia, la cui linea politica è stata sottoposta al giudizio della Commissione Europea per i tentativi del Governo di asservire il potere giudiziario a quello esecutivo. Attualmente, Diritto e Giustizia aderisce al gruppo europeo ECR (Conservatori e Riformisti Europei), ma potrebbe anche decidere di spostarsi all’interno dell’ENF.

Una situazione simile è quella del partito di Viktor Orbán, Fidesz, attualmente parte del PPE, che rischia però l’espulsione dal Partito popolare europeo per le dure critiche rivolte a Jean-Claude Juncker, membro del Ppe e Presidente della Commissione. Se dovesse venire espulso, Fidesz potrebbe però entrare nell’ENF, portando nuovi seggi agli euro-scettici. Una possibilità che l’incontro tra il ministro Salvini con il leader ungherese, nell’agosto 2018, ha reso credibile. Durante lo scambio, i due politici hanno infatti affrontato tematiche chiave del discorso europeo, come i flussi migratori e hanno parlato di una possibile alleanza in Europa.

A VOLTE TORNANO – Per cambiare l’Europa è lo slogan che recita il simbolo già presentato dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi e con cui intende presentarsi alle europee del 26 maggio. Uno slogan che rispecchia le ambizioni dell’ex Premier, il quale vorrebbe un rimescolamento delle alleanze verso destra. Secondo Berlusconi, infatti, il PPE dovrebbe abbandonare la storica alleanza con i Socialisti, in nome di una nuova intesa con i conservatori e i sovranisti. Oggi, all’interno del PPE siedono accanto a Forza Italia importanti partiti come il CDU (Unione Cristiano-Democratica di Germania) di Angela Merkel, l’ungherese Fidesz,  il partito popolare austriaco OVP, il PP (partito popolare spagnolo), e altri.

Fratelli d’Italia non sarà, invece, nella stessa lista di FI, né al fianco di Matteo Salvini. La leader Giorgia Meloni aveva infatti chiarito l’adesione del partito al gruppo parlamentare ECR, già in novembre. Si tratta del terzo gruppo politico europeo per numero di seggi, è dichiaratamente euroscettico e contrario agli ideali del federalismo europeo.

E A SINISTRA? – Per i molti partiti di sinistra la situazione resta ancora incerta e solo in aprile si avrà un quadro più chiaro delle alleanze che si presenteranno alle liste. Finora il PD ha trovato un’intesa con Siamo europei, partito di Carlo Calenda, mentre resta in dubbio la possibile adesione di Articolo 1-MDP alla lista. In ogni caso, PD-Siamo Europei aderisce al Partito socialista europeo (S&D) insieme a SPD (Partito socialdemocratico di Germania), il PSOE (Partito socialista operaio spagnolo), il PS (Partito socialista francese).

Foto di Flickr – Giampaolo Squarcina

Un’altra alleanza è invece nata dall’unione di Italia in Comune – il partito fondato dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti e Alessio Pascucci – PiùEuropa, che aderisce all’ALDE. Ancora da chiarire è invece la posizione che prenderà Italia in Comune” ragioneremo dopo il voto con gli eletti su come posizionarci in Europa”, ha dichiarato Pascucci a Adnkronos. 

Alleandosi con PiùEuropa, il partito di Pizzarotti ha detto di noo ad un accordo con i Verdi, facendo vacillare la possibilità che il partito superi la soglia di sbarramento fissata al 4 %. Negli ultimi giorni, tuttavia, dopo l’appello del partito ecologista per una lista alternativa al PD, nuovi accordi potrebbe nascere. Si parla di una grande lista aperta in cui dovrebbero confluire Rifondazione Comunista, L’Altra Europa con Tsipras, Sinistra Italiana, Convergenza Socialista, Partito del Sud, Transform Italia. Incerta è ancora la risposta di altri movimenti come Possibile e Diem25. La lista farebbe riferimento al gruppo europeo GUE-NGL (Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica).

ALCUNE PREVISIONI – Nonostante in tutta Europa i partiti di sinistra tradizionali, così come quelli di destra siano entrati in una crisi profonda dei loro consensi,  i sondaggi non prevedono un cambio alla maggioranza nell’Assemblea. Si attende un aumento dei seggi al gruppo dei Verdi, così come quelli ai partiti euroscettici di ENF. In particolare, se il partito di Orbán dovesse uscire dal PPE per confluire nell’ENF, porterebbe con sé i propri deputati, a favore del secondo. In ogni caso, non è prevista l’ascesa dei sovranisti al Parlamento europeo, né una diversa formazione di maggioranza: Popolari, Socialisti e liberali dell’Alde rimarrebbero la coalizione principale.

Se le previsioni fatte dovessero dimostrarsi corrette, ancora una volta il Parlamento di Strasburgo manterrebbe il proprio volto europeista. 

Di Martina Santi

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