La farmacia che non ti aspetti: curarsi con i libri

INTERVISTA A ELENA DELLA ‘PICCOLA FARMACIA LETTERARIA’: A FIRENZE PER OGNI MALE C’È UN RIMEDIO LIBRESCO

“Scusi, per combattere lo stress ha qualche rimedio?”, una domanda che abbiamo sentito svariate volte, no? Eppure, in quest’occasione, a una classica richiesta di aiuto corrisponde una risposta del tutto particolare: infatti, dietro il bancone, non avrete il solito farmacista con il grembiule bianco pronto ad allungarvi l’ultimo integratore, ma Elena Molini, proprietaria della Piccola Farmacia Letteraria.

Sì, avete capito bene. E se avete sempre considerato leggere libri una forma terapeutica, siete nel posto giusto. Se non l’avete mai sperimentata, allora, è la circostanza adatta per farlo. Dove? A Firenze, zona Gavinana, in circa 35 mq di libreria: una piccola oasi letteraria, aperta lo scorso dicembre. “Quando si entra alla Piccola Farmacia Letteraria – spiega Elena – si trova una legenda con elencate le patologie abbinate a dei colori, gli stessi riportati sui bugiardini, che sono piccoli tag applicati direttamente sui testi. Girandoli, si trovano le indicazioni, gli effetti collaterali e la posologia”. Insomma, come delle vere e proprie medicine, qui i libri sono stati catalogati in base al loro potere curativo. Basta entrare, ricercare e provare a sconfiggere ansia, nostalgia, depressione, in modo alternativo. L’idea è nata direttamente dai lettori: forte dell’esperienza lavorativa sia in contesti di grande distribuzione, sia in librerie indipendenti, ha notato negli anni come sempre più clienti ricercassero libri in grado di adattarsi al loro stato d’animo. Curiosi di saperne un po’ di più, mentre cercate di capire quale storia faccia per voi? Eccovi accontentati.

Per scegliere ‘la medicina adatta’ ha avuto anche il supporto di qualcuno che è del campo medico o psicologico?

Certo! Mia sorella, la dottoressa Ester Molini, è una psicologa professionista iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana, così come la dottoressa Deborah Sergiampietri. Sono state loro due ad aiutarmi a categorizzare le emozioni contenute nei libri e a creare le categorie per i miei bugiardini.

A tre mesi dall’apertura, quali categorie di persone si sono rivolte in maggior numero al suo bancone?

Le persone che si rivolgono a me e alla Farmacia Letteraria sono prevalentemente donne, dai 20 anni in su, che cercano libri per loro o da regalare alle amiche. Amore e bassa autostima sono i campi più indagati.

L’iniziativa ha avuto un grande successo anche mediatico. Spesso si associa il mondo delle librerie a un qualcosa di ‘vecchio’, perfino il libro può diventare un oggetto obsoleto rispetto alla sua versione digitale. In merito a questi aspetti, lei come si pone? Vede i social come un mezzo utile per avvicinare alla lettura? L’ebook ha lo stesso potere curativo della carta stampata, secondo lei?

Io credo che la cosa più importante sia che le persone si avvicinino al mondo della lettura, digitale o cartaceo non fa la differenza. Chi legge lo fa su qualsiasi supporto, analogico o digitale che sia. Il potere di un libro è contenuto nella parola, non fa differenza come si legge. La comunicazione della Piccola Farmacia sui social network è gestita direttamente da me, tutto quello che leggete sui miei profili lo scrivo io. Meno si filtra e più le persone sono portate a interagire perché si rendono conto di parlare con persone reali e non con agenzie di comunicazione.

Crede che in un periodo così difficile per il mondo delle librerie indipendenti, l’originalità faccia la differenza?

Una buona idea fa sempre la differenza. E il mondo dell’editoria non fa certo eccezione. A maggior ragione, vendendo un prodotto che è sempre il solito indipendentemente da dove venga acquistato, l’originalità diventa fondamentale nel mio mestiere.

Cosa consiglia a un giovane ragazzo che voglia intraprendere questo percorso?

Consiglio di fare tanta esperienza, studiare, cercare la sua strada e un’idea che faccia la differenza, non pensare ad Amazon o alle grandi catene, armarsi di tantissimo coraggio e buttarsi. Se ci si pensa troppo questo lavoro non lo farai mai.

Lei si prende cura dei bisogni dei lettori, oggi in Italia, invece, di cosa hanno bisogno i librai?

I librai secondo me hanno bisogno di fiducia nel futuro, hanno bisogno di collaborazione, di fare rete e di unirsi. E provare a cambiare ciò che sembra già scritto. È sempre il momento buono per agire, indipendentemente da quanto le condizioni esterne possano sembrare disperate.

Per concludere, si auto-consigli un libro.

Per me questo è un momento molto intenso. La mia vita sta cambiando a una velocità tale che uscita da questa tempesta non so neanche cosa rimarrà di quella che ero. Mi autoconsiglio “Kafka sulla spiaggia” di Haruki Murakami

E invece, cosa consiglierebbe a chi insegue il sogno di diventare giornalista?

Ho studiato anch’io giornalismo all’università e mi sentirei di consigliare ‘Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile’ di Peter Cameron

di Beatrice Matricardi

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