Cosa perdiamo con l’incendio di Notre-Dame

NON È BRUCIATA SOLO NOTRE-DAME

La cattedrale di Notre-Dame in parte non c’è più, questa è la triste verità. Le immagini della cattedrale in fiamme stanno facendo il giro del mondo  e rimarranno ben impresse nelle nostre memorie. Dalle 19 circa del 15 aprile  ha iniziato a rimbalzare in tutto il mondo la triste notizia e in poco tempo la situazione è degenerata portando con sé dichiarazioni tutt’altro che rassicuranti: la polizia francese, infatti, ha ammesso che sarebbe bruciata ancora a lungo.

Pezzo dopo pezzo tutto sta crollando e non si può far altro che guardare impotenti ed assistere allo sfacelo di questo pezzo di arte e storia. La potenza dell’incendio, con le sue fiamme, ha divorato tutto piano piano portando via per sempre un pezzo d’Europa. Prima la guglia poi il tetto, non ci sono speranze che tutto resti così come lo abbiamo potuto ammirare fino a poche ore fa. Di fronte a questo momento drammatico siamo inermi possiamo solo guardare e sperare.

Il mondo intero si stringe attorno a Parigi in questa situazione drammatica e quasi incredulo osserva; forse il momento più duro sarà il ritorno alla quotidianità per i cittadini abituati guardare in alto e a cercare le famose guglie che non vedranno più nulla, non sentiranno più i rintocchi delle campane che scandiscono la giornata: gli mancherà un punto di riferimento. Questa non è solo una cattedrale per i parigini, ma è un punto nevralgico della città; dopo la Tour Eiffel c’è Notre-Dame e siamo tutti innamorati di questo monumento che già in passato ha dovuto affrontare momenti difficili.

Forse non tutti sanno che il realtà ciò che abbiamo visto negli ultimi secoli è un rifacimento, quella che noi conosciamo non è comunque quella del 1260. La cattedrale aveva già subito forti danni all’epoca della Rivoluzione francese per cui soprattutto la facciata fu già rimaneggiata.

Questo evento catastrofico forse lo avremmo potuto digerire se si fosse trattato di un atto doloso, ma non così dal nulla e soprattutto senza un colpevole. Questo sarà sicuramente un giorno che non verrà dimenticato e segna un punto di non ritorno. Inizierà una caccia alle streghe per cercare un colpevole e per rendere razionale questo avvenimento. Tutto ciò ci deve far riflettere sul valore che attribuiamo ai monumenti, li crediamo immortali che possano sopravvivere per sempre ma oggi abbiamo avuto la riprova che nulla è intoccabile, tutto è fragile e in balìa degli eventi. L’immaginario comune ha subito una grossa perdita non solo a livello artistico, ma anche a livello di credibilità in primo luogo della Francia e poi dell’Europa.

Dobbiamo sperare che la cattedrale, come l’araba fenice, possa risorgere dalle sue ceneri. Il problema non è tanto come ricreare il monumento, che è assolutamente fattibile, ma è riuscire a guarire una ferita che si è aperta nel nostro cuore: il patrimonio artistico non è eterno, nulla lo è. Ma cosa abbiamo perso con questo incendio? Abbiamo perso un’istituzione, un punto di rifermento ma questo ci deve servire da lezione per avere maggiore consapevolezza su cosa possediamo e su come tutelare il patrimonio. Parigi dovrà tirarsi su le maniche e cercare di ricostruire un pezzo della sua identità.

di Greta Reverberi

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