La Disney del futuro: ritorno al passato o mancanza di idee?

I LIVE ACTION CONQUISTANO LE GRANDI SALE CINEMATOGRAFICHE MA DIVIDONO IL PUBBLICO TRA CHI PORGE LA GUANCIA ALLA NOVITÀ’ E CHI NON VUOLE CHE PIETRE MILIARI COME I CLASSICI D’ANIMAZIONE DISNEY PERDANO LA LORO BELLEZZA ORIGINARIA.

Il 2019 è l’anno del grande schermo: dall’ultimo capitolo della saga più amata sui supereroi Marvel, gli Avengers, distribuito nelle sale il 24 aprile, all’ultimo episodio della trilogia sequel del cult fantascientifico Star Wars, che potremo vedere il prossimo dicembre, il grande cinema accoglie fra le sue braccia, e con enorme piacere, i classici di un tempo, le pellicole firmate Walt Disney.
In una serie di live-action, la Disney rispolvera vecchie cassette, video registratori e un pubblico ormai di giovani adulti, proiettando nelle sale il ricordo di un’infanzia animata da principesse e principi azzurri, leoni ed elefanti, malvagie streghe e geni della lampada, magnifiche magie e scenari incantati.

Insomma, una bella infanzia. Così bella che sembra quasi doveroso chiedersi perché allora render vano quello che potremmo definire l’ultimo, puro e innocente ricordo di un mondo fantastico e di una infanzia che nasce e si ramifica nell’immaginazione di una nuova avventura, immersi nell’universo fiabesco che tanto amavamo, sentimento decisamente poco sentito dalle nuove generazioni, fin troppo impegnate sin dalla tenera età a voler ‘essere grandi’.

Perché spezzare l’incantesimo e dare vita alla favola? Attori in carne ed ossa, scenari fin troppo dettagliati, animali parlanti resi talmente reali della computer grafica da poter essere quasi disarmante e, paradossalmente, poco realistico per un bambino che guarderà per la prima volta il film e avrà di fronte a se un leone, un cane, un orso, ai suoi occhi così somiglianti alla realtà, ma che invece parlano. Dal piccolo schermo delle nostre abitazioni, alle grandi sale cinematografiche, l’umanizzazione del fantastico è il nuovo trend dell’anno: da Dumbo ad Aladdin al Re Leone, le prime tre pellicole del nuovo anno che ci riportano indietro nel tempo rappresentano un salto nostalgico nel passato o una semplice mancanza di idee che possano soddisfare il nuovo pubblico dei grandi-piccoli bambini? Forse entrambe le cose.

Tuttavia non siamo di fronte ad un fenomeno inedito: i live-action debuttano infatti anni fa, negli anni 90’, con ‘Il Libro della Giungla’, primo fra tutti e con ‘La Carica dei 101 – Questa volta la magia è vera’, uscito nelle sale nel 1996. Ai due capostipiti della famiglia seguono, dopo 16 anni di pausa, ‘Biancaneve’, interpretata dall’attrice britannica Lily Collins e da una splendida Julia Roberts nei panni della Regina Cattiva, Maleficent (2014), antagonista femminile della fiaba ‘La Bella addormentata nel bosco’, che punta i riflettori su Malefica, interpretata dal Angelina Jolie; e ancora Cenerentola (2015) e un nuovo e ancor più realistico ‘Il Libro della Giungla’ (2016) e ‘La Bella e la Bestia’ (2017), in cui il ruolo di Belle ricade nelle mani della maga più amata di sempre, l’interprete di Hermione in Harry Potter, Emma Watson. Lo scorso anno è tornato invece a farci visita l’orso più famoso del bosco dei cento acri, Winnie the Pooh, in una rivisitazione della storia in cui il protagonista è il bambino, ormai cresciuto, Christopher Robin.

Un calendario fino ad oggi ricco di uscite, anno dopo anno, già pronto a moltiplicare i suoi impegni: la Disney ha in fatti in programma l’uscita di altri remake dei nostri amati cartoni, da Mulan alla Sirenetta, da Peter Pan a Lilli e Vagabondo, l’azienda cavalca l’onda del successo. Sembra dunque che il vintage sia tornato di moda e, come ogni tendenza che si rispetti, tutti la seguono, pochi la apprezzano.

Controversa è infatti l’opinione che gravita sul primo dei tre live-action del 2019, Dumbo: uscito nelle sale il 28 marzo, divide la critica e il pubblico tra chi cede alla lacrima di fronte alla visione di una delle storie più commoventi dell’universo Disney, e chi avanza l’opinione che non basta la presenza di un regista come Tim Burton per rendere giustizia al capolavoro del 41’. La mancanza di alcune figure chiave del film, come gli elefantini rosa o i corvi e il topolino Timoteo (che nel cartone originale insegnano a Dumbo a volare), e l’attenzione invece per le vicende dei protagonisti umani, fa sì che venga a perdersi l’aspetto principale del film originale: la magia della favola. È sì vero che la trasposizione al reale cambia inevitabilmente il volto della storia, ma è anche vero che cambiare le carte in tavola non è sempre la giusta soluzione. Ogni azzardo ha i suoi pro e i suoi contro e per Dumbo la bilancia sembra pendere soprattutto a suo sfavore.

Nelle sale da meno di una settimana invece, il live-action di Aladdin, uscito il 22 maggio scorso. A differenza del film sull’elefantino, per Aladdin arriva il successo: acclamato dalla critica e definito il miglior remake prodotto dalla Disney, alla regia troviamo Guy Ritchie, mentre ricopre le vesti di Aladdin l’attore egiziano Mena Massoud che fa coppia con Will Smith nei panni del Genio: un’esplosione di ironia, azione e colori, una colonna sonora che, come nell’animazione, rappresenta la base portante del film e una trasposizione particolarmente riuscita, come anche la scelta degli interpreti, il live-action nulla toglie al film originale del 92’: l’aura magica e l’incanto che definiscono la favola di Aladino vengono perfettamente conservati, tanto da poter definire il film un degno erede della fiaba di Agrabah.

Terzo e per il momento ultimo live-action di cui si ha certezza per il 2019 è Il Re Leone, in arrivo il 21 agosto. Che ci sia grande fermento per un altro dei capolavori dell’animazione Disney è indubbio; che la trasposizione possa riuscire è un enorme punto interrogativo: questa volta sarà la computer grafica a dominare lo schermo, non ci saranno personaggi umani e le aspettative sono davvero alte. Non resta dunque che attendere l’estate e i mesi a venire e sperare che l’incantesimo che lega noi giovani adulti al mondo delle favole che ci hanno cresciuto, anche quando la realtà sembra sopraffare il fantastico, non si spezzi mai.

di Giulia Palazzo

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