Con le Rolling Rezdôre il roller derby sbarca a Parma

QUANDO LE REZDÔRE FANNO ROLLER DERBY E NON SOLO PASTA RIPIENA

Chi dice che le rezdôre a Parma facciano soltanto la pasta ripiena? Da un anno in città sono attive le Rolling Rezdôre che, insieme al mattarello, portano con sé pattini e protezioni. Il perché è dato dallo sport praticato, il roller derby, una disciplina di contatto su pattini a rotelle che da anni fa vedere all’Italia quanto le donne possano essere forti e competitive in ambito sportivo.
Il roller derby è tutto fuorché un gioco “femminile” (nel senso più maschilista del termine), eppure è praticato in tutto il mondo quasi esclusivamente da donne. Nasce negli anni ’30 in America e cresce in visibilità fino agli anni ’60, per poi finire nel dimenticatoio fino agli anni Duemila, quando ricomincia la sua avanzata e riesce ad uscire dai confini americani e a raggiungere l’Europa.
Per spiegare le regole di questo strano sport non basterebbe un libro, ma si può dire che l’obiettivo sia quello di fare superare alle jammer di ciascuna squadra il blocco delle blockers avversarie, affinchè segnino dei punti. Il tutto accompagnato da hit (colpi) severamente regolamentati, ma che inevitabilmente portano a cadute quasi spettacolari.

Le Rolling Rezdôre sono le nuove arrivate in un panorama italiano che conta già una ventina di squadre disseminate in tutto lo stivale, da Palermo a Bolzano, più le due squadre nazionali, femminile e maschile.
A prendere l’iniziativa sono Lisa ed Emanuela, due amiche che conoscono la disciplina nel più classico dei modi: guardando Whip it, un film del 2009 che porta sullo schermo un roller derby vecchio stile, con colpi e cadute spettacolari e skaters punkettone in gonnella.

Da lì la voglia di allenarsi, di rimettere ai piedi i pattini, nel caso di Lisa, e di comprarne il primo paio, nel caso di Emanuela. Dagli allenamenti in cittadella, ai quali presto si aggiungerà Claudia, si passa a quelli in pista e da un trio di pattinatrici volenterose alle nuove reclute, arrivate oggi a una quindicina.

Nella foto, da sinistra verso destra: Marina, Claudia e Glenda a uno dei primi allenamenti in cittadella.

Lisa, fondatrice e motore propulsore delle Rezdôre, è entusiasta della disciplina e ricordando il momento della fondazione ci dice “Capii che quello era il mio sport e che dovevo praticarlo a Parma. Non ho mai trovato uno sport che mi prendesse così tanto, che riuscisse ad entrarmi dentro. Ho provato tante discipline, ma il roller derby è diverso”. A rendere questo sport così entusiasmante secondo Sabrina, una delle poche Rezdôre ad avere dimestichezza con i pattini prima dell’ingresso in squadra, sono “il coraggio di cadere senza paura, il gioco di squadra e le sue dinamiche complesse”.

Stando all’opinione delle altre giocatrici, un carattere fondamentale di questo sport è l’unità e la compattezza, fondamentali sia nell’esercizio pratico dei blocchi sia come trait d’union fra la propria squadra e le altre d’Italia.
Il roller derby è infatti uno sport totalizzante, quasi uno stile di vita. Poiché non è ancora stato riconosciuto dal Coni, non esiste un vero e proprio campionato nazionale. Questo spinge le varie squadre ad organizzare tornei e gare pur di giocare con assiduità. In tale contesto, i rapporti si fanno intensissimi e riescono a fare entrare ogni nuova giocatrice in una comunità. Lo scambio di opinioni e consigli, l’organizzazione di eventi, gare e tornei, e il vicendevole supporto hanno creato un bel clima nel panorama rollerderbistico italiano, di cui le Rezdôre hanno già avuto un assaggio prendendo parte ad eventi, coadiuvando nell’arbitraggio e ricevendo dritte su allenamenti e questioni burocratiche.

Il prossimo passo per loro è in realtà il primo nella vita di una giocatrice di roller derby: il test minimum skills, ovvero un esame, pratico e teorico, col quale la skater dimostra alla comunità sia di conoscere a menadito le regole, sia di avere una dimestichezza con i pattini tale da non incarnare un pericolo né per sé né per gli altri durante il bout (partita). La speranza e l’impegno di tutte le Rezdôre adesso è focalizzato su quello. Superare il test significa per una squadra di roller derby iniziare a giocare, a fare sul serio, a mettere a frutto tutto quello che hanno imparato in questo anno di vita.

Un altro desiderio sentito da tutta la squadra, ma espresso da Lisa, è quello di trovare una pista. A causa della poca conoscenza che si ha a livello nazionale di questo sport, sono infatti pochi gli impianti che si prestano ad essere utilizzati, e pochissimi quelli che permettono alle Rezdôre di tracciare il proprio track, ovvero le linee di gioco, indispensabili per una squadra che voglia allenarsi e giocare sul serio. Per questo Lisa ci dice che si augura di trovare presto “Una tana che sia una casa fissa dove potere tracciare il nostro track in modo permanente, affinché non ci sia bisogno di ritracciarlo ogni volta, e dove potere ospitare i nostri suppoter per i nostri primi bout in casa. E’ un sogno ad occhi aperti, ma spero con tutto il cuore che si concretizzi”.
Nonostante questi punti in comune con tutte le squadre italiane, le Rolling Rezdôre hanno delle peculiarità tutte loro, prima fra tutte il fatto che molte, si potrebbe anche dire la maggior parte, di loro siano mamme. Questo, per quanto possa creare problemi di tipo organizzativo per allenamenti e trasferte, è in realtà vissuto dalle atlete come una nota di merito. Sanno cos’è l’impegno, sanno cos’è lo stress e cosa il dolore. Se riescono ad essere coraggiose nella vita di tutti i giorni, cosa sarà mai un bout?

Altra peculiarità è il fatto di riunire al loro interno atlete dalla provenienza mista: ci sono certo le parmigiane doc, ma anche atlete di Salsomaggiore, Noceto e Bologna. In più, atlete che con l’Emilia hanno poco a che vedere perché provenienti da Verona, da Roma, dalla Sicilia, dalla Puglia e dalla Sardegna, delle vere e proprie outsiders in fatto di pasta ripiena. Ma anche questo è roller derby: unire tutti, indistintamente.

Ultima, ma non meno mirabile peculiarità di questa squadra è di avere al proprio interno un membro minorenne, cosa non da poco per uno sport di contatto considerato in alcuni ambienti come estremo.
Se poi si pensa che Cecilia, 17 anni, proviene dal mondo scintillante e aggraziato del pattinaggio artistico lo stupore è doppio. “Era uno sport che conoscevo da tempo, e mi affascinava perché mi è sempre piaciuto il football americano e il pattinaggio quindi per me era un po’ una via di mezzo fra le due cose”, ci dice, “ma purtroppo a Parma non è mai esistita una squadra. L’anno scorso ho avuto un infortunio per cui non avrei più potuto fare i salti, poi ho incontrato la squadra in cittadella e mi sono subito innamorata”.

Il roller derby è uno sport di cui ci si innamora perché unisce lealtà, agilità, determinazione e quella dose di competizione che permette alle jammers di fare salti mozzafiato e alle blockers si diventare inamovibili seppur su pattini a rotelle. Chiunque non abbia mai visto un match, e siamo molti in Italia, non sa cosa si perde: uno sport che esige dalle atlete che lo praticano grande fatica e costante impegno, ma che offre allo spettatore un vero e proprio spettacolo.

E Rolling Rezdôre sono determinate nel volere offrire questo alla cittadinanza nel prossimo futuro.

di Valeria de Chirico

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