“Cani sciolti”: il ’68 narrato a fumetti da Gianfranco Manfredi

UNA GRAPHIC NOVEL PER RICORDARE SENZA ESALTAZIONI O PREGIUDIZI I MOTI DI 50 ANNI FA

L’anno scorso hanno fatto molto discutere i 50 anni di quella contestazione giovanile che ha lasciato tracce profonde in Occidente: dalla cultura di massa al mondo dell’istruzione, dalla sessualità al ruolo della famiglia, non vi è ambito della nostra società che non sia stato influenzato, nel bene e nel male, dai moti del maggio 1968. Anche il mondo del fumetto ha voluto ricordare questa ricorrenza, tanto che la Bonelli ha pubblicato la graphic novel Sessantotto. Cani Sciolti, sceneggiata da Gianfranco Manfredi e disegnata da Luca Casalanguida.

La prima parte della storia ha inizio all’Università Statale di Milano, proprio nel marzo del ’68, e segue le vicende di un gruppo di giovani studenti che partecipano alle proteste: Paolo, il più agguerrito del gruppo; Lina, che nonostante il carattere indipendente prova qualcosa per Paolo dal quale è ricambiata; Armando, un ragazzo a tratti scorbutico ma amichevole; Milo, un aspirante cantautore che vive con la madre; e Turi, studente della Cattolica spregiudicato e insofferente alle regole. A loro si aggiunge la liceale Margherita, figlia di un importante dirigente di Mediobanca. Sebbene siano tutti diversi per carattere ed estrazione sociale, sono comunque uniti dalla comune passione per l’attivismo politico e apartitico: infatti, nonostante partecipino a numerose manifestazioni studentesche, nessuno dei sei ragazzi fa parte di un movimento specifico, il che ne fa dei ‘cani sciolti’.

La seconda parte si svolge vent’anni dopo, quando i sei amici, non più giovani, vengono spinti a riunirsi da un evento inaspettato che li porterà anche a fare un bilancio delle loro vite, tra le nostalgie del passato e le delusioni del presente.

L’opera è fortemente ispirata alle vicende personali di Manfredi: egli aveva vent’anni quando, da studente proprio alla Statale, partecipò alle contestazioni, e proprio come Milo in seguito è diventato un cantautore. Nonostante il coinvolgimento personale dell’autore, l’opera riesce comunque a narrare in modo abbastanza obiettivo il periodo storico, le idee che stavano alla base delle proteste e le tracce lasciate ancora oggi, senza essere troppo celebrativa. Dopo 20 anni i protagonisti si ritrovano in situazioni familiari ed economiche tutt’altro che rosee, e vivono nella nostalgia di quella che per loro si è rivelata una ‘rivoluzione mancata’. E non è un caso che a pubblicarlo sia una casa editrice, la Bonelli, che non è mai stata incline ai fumetti a sfondo politico.

Negli anni ’80 la generazione successiva a quella dei sessantottini viene dipinta più nichilista e superficiale rispetto a quella dei propri genitori. Se quelli del ’68 avevano idee che, a prescindere dal giusto o sbagliato, avevano comunque basi solide, i ventenni dell’88, secondo l’autore, sembrano credere a tutto e a niente. Una scena emblematica in tal senso è quando il gruppo di amici si reca a un concerto punk di Milo, dove i suoi fan portano sia le svastiche sia la falce e il martello: provocazioni fini a sé stesse.

La sceneggiatura di Manfredi e i disegni di Casalanguida ritraggono fedelmente la Milano di quegli anni, in cui non esistevano ancora i cellulari e i baristi parlavano in dialetto. Molti di quei luoghi sono riconoscibili anche per i giovani milanesi di oggi: dalla sede della Statale di Via Festa del Perdono al Bar Magenta dove si ritrovavano i manifestanti, dalla Piazza del Duomo alla sede della Bocconi. L’autore riesce poi in alcune tavole a condire la narrazione con battute ironiche, che rendono quest’opera molto scorrevole.

Ma la storia non si ferma qui: il volume ha fatto da episodio pilota per un serie più lunga della collana Audace, inaugurata dalla Bonelli nel 2018 proprio con Cani Sciolti per pubblicare opere destinate a un pubblico maturo. Nella serie si vedono le vicende dei protagonisti negli anni della Guerra Fredda, anche fuori dall’Italia.

In conclusione, l’opera di Manfredi e Casalanguida è adatta soprattutto a coloro che vogliono approcciare questo capitolo storico senza preconcetti o filtri ideologici, e capire le differenze tra i giovani di allora e quelli di oggi.

di Nathan Greppi

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