Parma Juggling Crew, alla scoperta della giocoleria: tra arte e socialità

UN'ASSOCIAZIONE PER GLI AMANTI DELLE ARTI CIRCENSI NELLA CITTA' DUCALE

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Nell’immaginario collettivo la figura del giocoliere da sempre suscita meraviglia, stupore e anche invidia: quante volte capita, vedendone uno all’opera, di scoraggiarsi e pensare “Non ci riuscirò mai”.  Ebbene: scordate i pensieri negativi, perché se si vuole provare è possibile: in città esiste infatti la ‘Parma Juggling Crew(PJC), una delle poche associazioni italiane dedicate alla giocoleria, completamente gratuita e aperta a tutti, neofiti ed esperti.
Siamo andati a trovare i ragazzi durante il loro allenamento serale: tra un roteare di clave e cascate di palline colorate ecco cosa ci hanno raccontato Marcello, Daniel, Davide e Francesco, rispettivamente presidente, vicepresidente e ‘veterani’.

 

IMPARARE UN’ARTE CIRCENSE: PERCHE’ INIZIARE – “La giocoleria è un modo per staccare dal lavoro, mi rilasso e non penso a nulla. Ho iniziato dodici anni fa a Reggio grazie ad un gruppo di ragazzi” racconta Davide. “Io invece ho conosciuto la giocoleria a 14 anni grazie a un mio amico, da lì pensai “se lo fa lui ci posso riuscire anch’io”, dice Daniel. Francesco e Marcello, tra i primi ad aver iniziato a Parma, hanno avuto il ‘colpo di fulmine’ durante la seconda convention italiana di giocoleria organizzata a S. Giovanni in Persiceto nel 1999. E proprio le convention sono il luogo ideale per incontrare altri appassionati e condividere le proprie esperienze. Tutti e quattro hanno iniziato con gli strumenti base della vera giocoleria, le tre palline. “La giocoleria classica – come spiega infatti Daniel – è costituita da palline, cerchi e clave perché hanno tutti lo stesso principio di base: lanci in aria e riprendi l’oggetto. All’inizio, quando ti avvicini alla giocoleria, provi un po’ tutto, poi scegli l’attrezzo con cui ti trovi meglio.”

 

IMG_0219 (1)DOVE PROVARE – L’associazione ha sede al Circolo Arci Mu, dove organizza serate di ritrovo in cui poter apprendere, scambiare idee e allenarsi. “Ci alleniamo qui perché ‘Parma Juggling Crew’ è nata sette anni fa insieme al Mu – spiega il presidente Marcello -. Il Comune, infatti, ha deciso di riqualificare una stalla, mettendo a disposizione gratuitamente questo edificio. Da quel momento questo locale è diventato un luogo di aggregazione dove coltivare idee originali in cui, oltre alla musica, trovano spazio l’arte figurativa ma anche la collaborazione con altre associazione come appunto la nostra. Noi ci troviamo qui il martedì e il giovedì e facciamo un corso gratuito indirizzato sia agli adulti che ai bambini”.

 

NON SOLO ALLENAMENTI – Oltre agli allenamenti, l’associazione organizza da cinque anni a questa parte anche eventi e raduni, in media almeno una volta l’anno, indirizzati sia a neofiti che vogliono avvicinarsi alla disciplina che agli ‘addetti ai lavori’. “Il primo evento che abbiamo organizzato – racconta Daniel – è stato cinque anni fa qui al Mu, di una giornata. Da allora, anno per anno abbiamo migliorato sempre più l’offerta. Quest’estate abbiamo organizzato un raduno di tre giorni e due nottiall’interno del Positive River Festival a Campegine, che ha visto la partecipazione di centinaia di giocolieri dal nord Italia: un risultato, assieme a quelli degli eventi precedenti, di cui siamo molto soddisfatti.” Per quanto riguarda eventi futuri, è intenzione della PJC ripetere in primavera una giornata parmigiana dei giocolieri, come quella di due anni fa che ha riscosso notevole successo, con una partecipazione numerosa di famiglie e bambini.

 

IMG_0208 (1)LA GIOCOLERIA IN ITALIA: LUCI E OMBRE – Ad oggi, come racconta Daniel, molti passi avanti sono stati fatti per quel che riguarda l’approccio della massa alla giocoleria, vista dal’68 (anno del suo primo boom in Italia) come qualcosa di sociale: all’epoca poteva capitare di incontrare un giocoliere principalmente all’interno dei parchi. Dopo il nuovo boom avuto negli anni duemila, tuttavia, rimane ancora molto da fare. “Qui manca ancora la cultura per questo tipo di arte, vista semplicemente come animazione accessoria per feste ed esibizioni ai semafori. Al massimo qualche attenzione viene data ai buskers, gli artisti di strada”. L’auspicio, dunque, è che maturi la percezione della gente comune riguardo alla disciplina, cambiamento che può richiedere anche trent’anni e che in altri Paesi è invece già consolidato. In gran parte dell’Europa, Francia, Germania e Scandinavia in particolare – sottolinea Daniel  – le arti circensi vengono insegnate a scuola ed è anche molto comune chiamare artisti per serate nei locali o a teatro, per esempio. Inoltre in America – continua – la giocoleria è diventata oggetto di studio e viene sempre più spesso impiegata come terapia di gruppo negli ambienti lavorativi e scolastici, e si sta piano piano trasformando da aspetto sociale ad un vero e proprio sport.”  

 

 

di Giulia Berni, Carlotta Falcone, Guendalina Truden

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