Il Dossier Indifesa pubblica i dati sui diritti negati alle bambine

TERRE DES HOMMES PRESENTA LE ANALISI DELLE VIOLENZE E ABUSI DEL 2018, PREOCCUPANTI I DATI DELL'ITALIA

“Per favore, insegnate alle persone che gli altri esistono, insegnatelo a scuola, quando siamo ancora malleabili, insegnate che gli altri sono noi, sentono come noi e che hanno gli stessi diritti. Pure una femmina. Pure una bambina. Non c’è altro, al mondo, da sapere”. È così che termina la poesia di Maria Grazia Calandrone. Ed è in questo modo che si può anche riassumere, in modo piuttosto breve e coinciso, ciò che Terre des Hommes promuove nel mondo: rompere la catena della discriminazione, della violenza sulle bambine e bambini di tutto il mondo. L’obiettivo della federazione è quello di assicurare a ogni bambino istruzione, cure mediche, educazione e cibo.

LE BAMBINE IN PRIMO PIANO –  In occasione della Giornata Mondiale delle Bambine celebrata l’11 ottobre, la federazione internazionale Terre des Hommes, nata nel 1960 e presente in oltre 60 paesi con più di 800 progetti a favore dei bambini, presenta l’ottava edizione del Dossier della Campagna Indifesainiziativa nata nel 2012 e che mira a spostare sotto i riflettori i diritti negati alle bambine in Italia e nel mondo. Oltre ad offrire una panoramica generale delle violazioni più eclatanti della fascia di popolazione interessata, trattando di tematiche sensibili non solo in Italia ma anche e soprattutto all’estero (aborti selettivi, mutilazioni generali, bambine e ragazze escluse da scuola), Indifesa si preoccupa di fornire prove evidenti attraverso lo studio e la ricerca e mettendo a disposizione grafici e statistiche. Nel macro il dossier non ha solo l’obiettivo di formare e informare la popolazione, ma ha la richiesta implicita di portare le sue problematiche al centro dell’attenzione del governo con l’ausilio di canali diretti dai ragazzi stessi (per esempio la rete Network Indifesa). Come dichiara Donatella Vergari, presidente di Terre des Hommes Italia: “Noi, insieme ai nostri partner, non faremo mancare il nostro contributo, anzi lo stiamo già facendo con il Network Indifesa, la prima rete italiana di WebRadio e giovani ambasciatori contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting, creata con Kreattiva, e il nuovissimo sito www.networkindifesa.org con centinaia di contenuti su questi temi realizzati dagli stessi ragazzi. Ma impegni come questo richiedono un sostegno preciso e puntuale in termini finanziari e una forte volontà politica di sostegno alla partecipazione e al protagonismo dei ragazzi e delle ragazze”.

ANALIZZANDO I DATI –  In occasione della Giornata Mondiale delle Bambine Terre des Hommes ha esibito il dossier della Campagna Indifesa, contenente i dati forniti dal Comando Interforze della Polizia di Stato e che comparano le vittime di reati nel 2017 e 2018. Per la lettura ci siamo rivolti a Paolo Ferrara, professore dell’Università di Forlì-Cesena che da 15 anni si occupa di fundraising non-profit e che dal 2007 è Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi della Fondazione Terre des Hommes Italia. Il docente ci ha aiutato a comprendere le possibili incomprensioni nell’interpretazione dei dati: “Purtroppo, per quanto riguarda l’Italia, le percentuali sono sempre più alte: ciò che mi preoccupa di più è quello che ci può essere dietro, ed è in quell’ambito che noi cerchiamo di lavorare di più, nel lavoro dietro le quinte”. In effetti basta buttare un occhio al grafico per notare che, rispetto al 2017, l’Italia ha registrato un numero maggiore di abusi, violazioni e maltrattamenti: nel 2018 le vittime di reato sono cresciute del 3% rispetto all’anno precedente, annata che già aveva registrato un picco in confronto alle analisi svolte dal 2004 in poi.

Scendendo nel dettaglio si possono notare determinate aree che prevedono una lieve ma incisiva crescita: è il caso dei maltrattamenti contro famigliari e conviventi, che vede una drastica crescita del 14%, passando da 1.723 a 1.965 vittime, di cui il 52% è di sesso femminile. Un flebile respiro di sollievo viene tirato nell’ambito della violenza legata al sesso: si registra un calo del -3% nella prostituzione minorile, un -13% nella detenzione di materiale pornografico, un -6% nella violenza sessuale, -14% per quanto riguarda atti sessuali con minorenne e -1% nella violenza sessuale aggravata.

“Nei paesi si iniziava a vedere sempre più la necessità di agire sulla violenza e sulla discriminazione. In particolare in Italia si faceva davvero poco in merito, per questo Terre des Hommes ha avuto credito, perché serviva intervenire concretamente”. Nel nostro Paese, analizzando i dati più attentamente, è emerso che tra le regioni che hanno registrato più reati sui minori troviamo al primo posto la Lombardia, che vede il numero di vittime fino a 1.090, seguita da Sicilia con 646 vittime, Emilia Romagna con 611, Lazio 551 e Veneto 422. Sorprendente è il calo di vittime in Basilicata, che passa da 45 nel 2017 a 30 nel 2018.  Ma in che modo e a quali livelli operano nel concreto i volontari della federazione? Paolo Ferrara ha chiarito che: “Terre des Hommes opera su tutti i livelli: a partire dall’istruzione, attraverso un lavoro specifico nelle scuole, passando per la propaganda attraverso le web radio: un metodo potentissimo per arrivare in contatto con persone di tutte le età. Infine con attività di sensibilizzazione, creazione di centri comunitari, dove i bambini possono sentirsi in un posto confortevole e al sicuro“.

NEL MONDO – Terre des Hommes non si limita solo ad operare in Italia, dove trova campo fertile in un centinaio di paesi, ma amplia il proprio spettro anche in Stati dove le tematiche sono fortemente vivide: basti pensare alla Giordania, al Bangladesh, al Mozambico e alla Costa D’Avorio, dove problemi come le baby spose baby mamme sono all’ordine del giorno. Un ulteriore intervento, per questioni come lo sfruttamento lavorativo di bambine e bambini rifugiati, viene effettuato in Libano e nel Kurdistan Iracheno. In Perù le schiave domestiche sono state riportate a un’adeguata istruzione al fine di garantirgli una formazione per un futuro migliore. Terre des Hommes ha aderito inoltre alla Coalizione Girls not Brides, creata per eliminare il fenomeno dei matrimoni precoci. La situazione a livello globale non è migliorata di molto. In alcuni paesi del mondo, con forte dominazione dell’Africa (Burkina Faso, Egitto, Etiopia, Nigeria, Iraq, Kenya, Guinea, Sudan), le mutilazioni genitali sono una pratica corrente nonostante sia considerata una violazione dei diritti umani. Secondo le stime dell’Unicef almeno 200 milioni di donne e ragazze al mondo sono state vittime di questa pratica e le previsioni indicano che da qui al 2030 si aggiungeranno 68 milioni di femmine sottoposte a tale abominio. Il fenomeno si è esteso anche in Italia e secondo le stime della Fondazione Terre des Hommes sono a rischio tra il 15 e il 24% della popolazione femminile di età compresa tra 0 e 18 anni originarie di Paesi in cui si praticano le mutilazioni. Un altro caso di abuso sulle bambine è certamente il matrimonio precoce. Secondo i dati del Dossier Indifesa il fenomeno è importante nell’Africa sub-sahariana, dove le condizioni socio-economiche sono precarie e la popolazione cresce in maniera vertiginosa. Il continente concentra il maggior numero di casi di sposa-bambina nel mondo e i dati rivelano che il 76% di queste vive in Niger, il 68% nella Repubblica Centrale Africana, il 67% in Ciad e il 52% nel Sudan Meridionale.

Cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, a favore della campagna? È semplice: con due hashtag le distanze geografiche vengono automaticamente annullate per dar spazio alla sincera ed efficace connessione che i social media offrono al giorno d’oggi: viene chiesto di sostenere con la creatività e il colore arancione (simbolo della campagna) il diritto delle bambine di essere libere di determinare loro stesse il proprio futuro, digitando infine solamente gli hashtag #indifesa, #orangerevolution e #liberaè.

Di Annachiara Magenta e Aristote Tchinda

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