Il futuro della Palatina tra innovazione e conservazione

UNA RECENTE PETIZIONE ACCUSA LA BIBLIOTECA PALATINA DI ALCUNE MANCANZE. L'INTERVISTA A CARLO MAMBRIANI CERCA DI FARE LUCE, ANCHE IN VISTA DI PARMA 2020

La Biblioteca Palatina è uno dei luoghi culturali più importanti di Parma. Le sue origini risalgono al 1769, quando venne ufficialmente inaugurata dall’imperatore Giuseppe II d’Asburgo, dopo che don Filippo di Borbone manifestò la volontà di dotare il suo Ducato di una biblioteca a beneficio e utilità pubblica.

Dal 1769 ad oggi, il patrimonio librario raccolto all’interno della Palatina è arrivato a contare circa 800.000 volumi, di cui 6.600 manoscritti, 3.000 incunaboli, 15.000 cinquecentine, 75.000 lettere, 50.000 stampe che documentano l’arte incisoria dal XV al XIX secolo. Attualmente, è in corso la digitalizzazione di ampie sezioni delle collezioni possedute al fine di promuovere la conoscenza e la conservazione.

Oggi la Palatina fa parte di un complesso monumentale più ampio – la Pilotta – insieme alla Galleria Nazionale, al Teatro Farnese, al Museo Archeologico Nazionale e al Museo Bodoniano, il quale gode di un’amministrazione propria. Fino al 2015, la Palatina era invece governata in maniera autonoma.

Ma qual è il ruolo che oggi occupa questa storica biblioteca all’interno del tessuto urbano? Per conoscere le iniziative che coinvolgeranno il complesso della Pilotta in vista di Parma Capitale 2020, ma anche per fare luce sulla recente petizione a numerose firme che ha colpito la biblioteca, la redazione ha intervistato Carlo Mambriani. Il docente di Storia dell’Architettura, presso l’Università di Parma, è infatti membro del Consiglio d’Amministrazione del Complesso monumentale della Pilotta.

 

QUALI PROGETTI PER PARMA 2020? – Interpellato sui programmi previsti alla biblioteca in occasione del 2020, Mambriani chiarisce: “Ci sono molti progetti che prescindono in parte dal 2020 perché cercano di recuperare la Palatina dando nuovi spazi a quello che è lo sviluppo del servizio pubblico”. Ad esempio, il professore accenna al fatto che il direttore Simone Verde ha commissionato all’architetto Guido Canali un nuovo accesso per la Palatina. Il piano prevede l’inserimento di grandi vetrate nell’androne verso la Ghiaia e nel lato su Piazzale della Pace, per ‘chiudere’ un luogo spesso usato in maniera impropria. “Recuperare questo spazio consentirebbe ai visitatori che devono frequentare la Palatina – studenti, studiosi, docenti – di avere un ingresso autonomo dedicato con un ufficio accoglienza, sala cataloghi, consultazione computer online per la ricerca bibliografica e una scala interna”.

Tutto questo si inserisce nella lettura di una nuova vita della Palatina che vuole valorizzarne le collezioni storiche e gli ambienti, ma anche adeguarla alle nuove aspettative che l’utenza ha nell’era digitale rispetto ai servizi bibliotecari.

UNA PETIZIONE COLPISCE LA BIBLIOTECA – Recentemente, la biblioteca è stata protagonista di una petizione, i cui firmatari (anonimamente firmati come ex dipendenti) criticavano le scelte della direzione nella gestione del luogo. La preoccupazione principale è che la Palatina stia sempre più assumendo un assetto museale. Vengono però elencate altre criticità come lo scarso acquisto di nuovi libri, il problema dei funzionari in uscita, la strumentazione obsoleta e la chiusura il sabato mattina.

A tal proposito Mambriani spiega: “È dispiaciuto naturalmente al Consiglio d’Amministrazione leggere questa petizione uscita in un primo momento senza promotori e firmatari, con un uso piuttosto improprio e sgradevole dello strumento. Io credo che derivi soprattutto dalla mancanza di informazioni su questa nuova fase della biblioteca e da alcune emergenze che si sono dovute affrontare nella trasformazione da istituto autonomo come era prima a parte di un sistema più complesso”. Mambriani sostiene poi che alcune delle argomentazioni della petizione siano “inesatte”, poiché non  corrispondono a quanto dichiarato nella documentazione in possesso del Complesso della Pilotta, consultabile nella sezione amministrazione trasparente.

Il docente chiarisce: “Naturalmente il fatto che escano petizioni di quel tipo è a mio avviso un segnale che non va trascurato. Tuttavia molte delle critiche presenti nel testo sono in corso di risoluzione già da prima che qualcuno scrivesse. Le risposte usciranno più o meno velocemente a seconda della difficoltà dei problemi, ma in alcuni casi sono già state fornite”.

QUALE FUTURO DUNQUE PER LA PALATINA? – “Fino a pochi decenni fa, la Palatina faceva parte delle biblioteche governative, che nel territorio nazionale avevano il compito di rappresentare l’universalità dei saperi e quindi faceva acquisti in tutte le discipline con una politica autonoma che dipendeva dal direttore e prescindeva dal rapporto con le altre biblioteche della città”.

Tuttavia, da qualche anno esiste un sistema bibliotecario provinciale, a cui aderiscono tutte le biblioteche pubbliche e private del territorio. Grazie a questo sistema, si può sapere facilmente dove trovare il volume di cui si ha bisogno e prenotarne il prestito e/o la consultazione. Per questa ragione Mambriani si domanda quindi se abbia ancora senso “mantenere biblioteche universalistiche all’interno di un territorio limitato con tutte queste possibilità. Come utente delle biblioteche da tanti anni penso che in effetti, oggi, con le nuove tecnologie, si debba concepire la biblioteca in modo molto diverso rispetto al passato. Non più soltanto un luogo fisico, ma un luogo anche virtuale”.

In quest’ottica, ad avviso del Direttore e dei consiglieri d’amministrazione, la Palatina “dovrà sempre più trasformarsi in una biblioteca di conservazione”. L’obiettivo è infatti quello di preservarne il patrimonio, con tutti i mezzi e le strumentazioni oggi a disposizione: restauro, spolveramento periodico, disinfestazioni.

“Il progetto dell’universalismo non le è più concesso né dagli spazi né dal budget ministeriale a disposizione per gli acquisti”. A tal proposito, Mambriani spiega che il consiglio d’amministrazione, che si occupa dei bilanci consultivi e preventivi stabilisce con il Direttore le scelte strategiche da operare per mandare avanti il complesso, contando sulle proprie entrate. “La bigliettazione copre nel mondo dei musei delle percentuali abbastanza basse dei costi generali di gestione; i musei vanno interpretati non come macchine da lucro nel senso prettamente economico, ma come macchine da lucro in senso generale: qualità della vita, consapevolezza del cittadino, istruzione per cittadini e turisti. I fondi per i progetti sopra citati e per gli acquisti dei libri sono tutti pubblici. Parma 2020 darà un piccolo aiuto economico per quanto riguarda le mostre”.

POCO PERSONALE PER UN GRANDE COMPLESSO- Tra le critiche affrontate, c’è la carenza di personale qualificato e l’assegnazione di nuovi incarichi ai funzionari bibliotecari.

In merito, Mambriani ammette la disfunzione: “Uno dei grandi problemi della Pilotta adesso è la mancanza di personale: molti impiegati e funzionari sono andati in pensione o stanno per andarci e rischiano di perdere quella memoria storica della gestione dei fondi che si era creata negli ultimi decenni con persone anche di alto livello professionale.  Se dobbiamo tenere chiuse delle sale per mancanza di personale, la bigliettazione diminuisce, e con essa anche la disponibilità per gli acquisti librari sono soggetti a riduzioni. Per trasformare questo circolo da vizioso a virtuoso è necessario che ci sia una certa elasticità da parte di tutto il personale, compreso quello della Palatina che era abituato a fare un altro tipo di lavoro, per supplire la carenza di organico delle altre parti del Complesso. Questo genera una serie di problemi anche a livello normativo e sindacale che vanno affrontati però con grande pazienza e umiltà da parte di tutti, dal Direttore al custode. È una delle conseguenze delle rivoluzioni: l’impegno straordinario nel riassestare i funzionamenti e i processi”.

Il professore affronta infine la questione sulla chiusura della Biblioteca al sabato mattina. La scelta colpisce chi per ragioni di lavoro ha solamente quel giorno per recarsi in Palatina, ma questa dipende dalla complessa e rigida normativa vigente che impone riposi al personale che ha fatto dei turni prolungati e straordinari.

“Durante l’anno c’è una quota di sforamenti prevista che si esaurisce man mano; – continua Mambriani- generalmente ad agosto-settembre questa quota è esaurita, quindi gli ultimi mesi dell’anno paradossalmente sono i più penalizzati, anche se forse sarebbe giusto che lo fossero i mesi estivi per l’utenza di una biblioteca. È stato lo stesso personale della Palatina che, posto di fronte a una chiusura al lunedì o al sabato, ha scelto la seconda opzione, ma la questione dovrebbe risolversi tra novembre e dicembre”.

ANCHE LA PILOTTA PARTECIPA AL 2020 –  “Per il 2020 la Pilotta ha in animo di svolgere almeno tre mostre; ancora in fase di progettazione” spiega il professore. La prima dovrebbe riguardare i corsi e i ricorsi del Classicismo, essendo Parma “una delle roccaforti dell’atteggiamento classico nel mondo della storia dell’arte”. Una seconda mostra dovrebbe essere una riflessione sui concorsi internazionali promossi nel 1700 dall’Accademia di Belle Arti (oggi Galleria Nazionale). A questi, parteciparono molti artisti, fra cui Francisco Goya. “Ragionare su queste vicende significa anche cogliere come Parma fosse una delle capitali della cultura nel passato e quindi ‘battere il tempo’ su questo punto di vista”.

L’ultima mostra, quella più definitiva, sarà invece dedicata ai Farnese. L’esposizione nasce da un accordo con l’Università di Parma e l’Ordine degli architetti di Parma. Il responsabile sarà lo stesso Mambriani, incaricato dal rettore Andrei.

“C’è anche l’intenzione di ritrovare nello spazio originario dove i Farnese avevano allestito la loro quadreria un’evocazione dei 100 più bei quadri della collezione”.  Quest’ultima mostra, come conferma Mambriani troverebbe nella biblioteca Palatina la sua sede espositiva.

 

di Virginia Barili 

foto di Amedeo Falcone 

 

LA REPLICA DEL FIRMATARIO DELLA PETIZIONE: FIORENZO SICURI – Rispondo, a titolo personale, a un articolo del vostro periodico online che contiene anche un’intervista del professor Carlo Mambriani sullo stato del Complesso Monumentale della Pilotta. Nell’intervista, il Mambriani risponde anche a un documento di protesta, firmato da circa 250 firme di varie discipline e di chiara fama, docenti, e in generale utenti, sullo stato deplorevole della Biblioteca Palatina, documento che finalmente oggi è visibile anche sul sito di PARMATENEO e di cui sono stato uno degli estensori. Egli mette in campo ciò che si potrebbe chiamare con una certa precisione una difesa d’ufficio, essendo un membro del Consiglio di Amministrazione: come dice il proverbio, mai chiedere all’oste se il vino è buono perché risponderà sicuramente che il suo vino è buono, se non ottimo…

Innanzitutto, sbarazziamo il campo da un’insinuazione spiacevole. Mi preme sottolineare come non corrisponda a verità ciò che afferma il periodico, cioè che i firmatari si sarebbero
“anonimamente firmati come ex-dipendenti”. Come si può constatare scorrendo le firme, non c’è niente di anonimo e gli ex-dipendenti sono un’esigua minoranza, una decina su circa 250 firme. Tantomeno corrisponde a verità ciò che sostiene il Mambriani, cioè che la petizione sarebbe uscita
“in un primo momento senza promotori e firmatari”, come si può agevolmente verificare. Nessuno fra gli estensori e i firmatari si nasconde pavidamente dietro l’anonimato, tant’è che hanno firmato per esteso, con nome e cognome, mettendoci (come si suole dire) la faccia. Non commento, per stare ancora nei preliminari, l’oscura affermazione del professore Mambriani secondo cui si sarebbe fatto “un uso piuttosto improprio e sgradevole dello strumento” cioè della petizione, perché francamente non la comprendo: o, meglio, comprendo perfettamente che non sia affatto gradevole ricevere una protesta per lo stato di un’istituzione che si amministra, ma non capisco ove stia
l’improprietà, visti i milioni di petizioni e proteste che circolano in Italia ogni anno…
Sbarazzato il campo da tutto ciò, entro nel merito di ciò che attiene la Biblioteca Palatina, e non mi occupo delle attività del più generale Complesso Monumentale, ampiamente trattate nell’intervista, di cui prendo semplicemente atto. Il professore Mambriani sostiene in sostanza,
secondo PARMATENEO, che “alcune argomentazioni della petizione siano «inesatte» poiché non corrispondono a quanto dichiarato nella documentazione in possesso del Complesso della Pilotta,
consultabile nella sezione amministrazione trasparente”. Ovviamente, non è impossibile che alcune
argomentazioni (sottolineo: alcune) siano inesatte, il che implica peraltro che molte siano esatte; ma non è chiaro, dall’intervista del Mambriani, dove stia l’inesattezza o la trascuratezza degli estensori del documento nel consultare il sito del Complesso. Ad esempio, ho personalmente consultato più volte, prima della stesura del documento, il sito alla voce amministrazione trasparente, in particolare per ciò che attiene i bilanci e ho constatato che la mia impressione generica, che le spese
per gli acquisti dei libri fossero drasticamente calate, era esatta. Secondo il sito, se non ho letto
male, nel 2017 (bilancio consuntivo), il Complesso Monumentale ha speso 0 (=zero) euro; nel 2018, le spese preventivate sono state di 20.000 euro, poiché curiosamente il bilancio consuntivo
del 2018 non è stato ancora pubblicato nel sito (siamo a fine 2019…), non sappiamo quanto realmente sia stato speso; nel 2019, le spese preventivate sono di 20.000 euro e naturalmente qui
non possiamo ancora avere il bilancio consuntivo, non essendo conclusa l’annualità, ma la nuova responsabile della biblioteca in un articolo del 6 novembre c. a. sulla “Gazzetta di Parma” ci ha rivelato che, a questa data, sono stati spesi circa 13.000…Se si comparano queste cifre, con gli oltre 100.000 euro spesi annualmente, sino a qualche anno fa, dalla Biblioteca Palatina per gli acquisti dei libri, non è chi non veda il drastico taglio.

Se poi, come scrive il Mambriani, “molte delle critiche presenti nel testo sono in corso di risoluzione già prima che qualcuno le scrivesse”, personalmente ne sono felice e credo anche tutti i
firmatari, anche se non comprendo appieno che significhi “in corso di risoluzione”, perché i problemi o si risolvono o non si risolvono. A meno che il Consiglio di Amministrazione del
Complesso sia un seguace del grande filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz, secondo il quale nella mente di Dio esistono infiniti mondi possibili, alcuni dei quali diventano di volta in volta reali soltanto se la Sua volontà decide di renderli tali; similmente, il Consiglio di Amministrazione ha presente infiniti problemi del Complesso Monumentale e ora ha deciso di sua volontà, che una serie di problemi (guarda caso quelli sollevati nella protesta…), avranno risposte “più o meno velocemente a seconda della difficoltà dei problemi”, come scrive il professor Mambriani…Il che, lo ripeto, non può che rendere i firmatari felici e contenti…Su diverse altre affermazioni del summenzionato professore non si può che essere d’accordo (le nuove tecnologie che consentono alla biblioteca di oltrepassarne la fruizione com’era in passato, il superamento della biblioteca
universalistica ecc.) e pertanto non mi dilungo. In buona sostanza, insomma, il professor Mambriani ammette che molte delle questioni sollevate nella petizione sono reali, a parte alcune “imprecisioni”, peraltro non qualificate, e che ora si risolveranno in tempi più o meno lunghi e che in definitiva in Biblioteca Palatina si cambierà passo, migliorando lo stato di cose esistente. Che era ed è l’obiettivo della protesta…

Fiorenzo Sicuri

 

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