Black Friday: ovvero l’inquinamento 2.0

ACQUISTI ON-LINE IN FORTE CRESCITA, MA L'AMBIENTE NON RINGRAZIA. IMBALLAGGI ED EMISSIONI DEI CORRIERI SONO LA NUOVA EMERGENZA INQUINAMENTO

Viviamo oggi in un periodo di lotta per il benessere dell’ecosistema, che sembra essere una delle maggiori preoccupazioni tra i giovani, ma anche quest’anno è arrivato il ‘venerdì nero’ – ora esteso pure a tutta la settimana – che si conclude con il Cyber Monday. In pochi però si chiedono che impatto ambientale ha questa folle corsa a sconti e offerte last-minute. ‘Zero’ risponderebbero in molti. Non serve nemmeno muoversi dal divano: basta un clic! Ed è questo il problema.

GIRO D’AFFARI INIMMAGINABILE – Partiamo dal principio, da che cos’è e cosa comporta il Black Friday? Da dove deriva la tradizione? Che cosa significa? Letteralmente si traduce ‘venerdì nero’ e, negli Stati Uniti, indica quel giorno che segue il Thanksgiving (giorno del Ringraziamento) e che segna l’inizio della stagione dello shopping natalizio.

Si tratta di un fenomeno promosso soprattutto sul web, dove le catene di negozi o grandi colossi come Amazon concentrano una massiccia offerta di sconti e ribassi all’interno di un breve periodo. Così repubblica.it, l’anno scorso, con le parole di Carlo Verdelli, descrive il fenomeno: “Tra la giornata di venerdì e il successivo CyberMonday, gli esercenti fattureranno in media una cifra pari a tre volte il normale”. E se triplicare sembra già un successo, il 2019 ha saputo superare le aspettative. E’ il primo anno in cui la maggioranza dei consumatori ha acquistato sul web. Questo è infatti quanto emerge dallo studio del Codacons e riportato da managementcue.it: “Il giro d’affari si allarga a macchia d’olio, puntando quest’anno a raggiungere i due miliardi di euro. Un dato in crescita del 20%, che prevede ci saranno 1,4 miliardi di euro di transazioni solo online”.

Ma non solo. L’ufficio studi della Confcommercio aveva stimato che, fra il 29 novembre e il 2 dicembre – ovvero nella settimana dedicata agli acquisti – ben 4 famiglie su 10 avrebbero approfittato degli sconti, con una spesa media di 125 euro a nucleo.

Black Friday 2019: un “Flat Friday” per la Tecnologia di consumo, in crescita solo l’online (+31%) Leggi l’articolo con i dati #GfK sul #BlackFriday https://t.co/4vcwgyLdYj pic.twitter.com/F4HUsuwYa2

— Daniela Mastropasqua (@ADMastrop) December 6, 2019

Oltre a sconvolgere i fatturati, la Black Week sembra però sconvolge anche la razionalità umana, portando a episodi di straordinaria follia.

NESSUNO SCONTO PER L’AMBIENTE – Oggi, la lotta per salvaguardare l’ecosistema coinvolge milioni di persone da tutto il mondo, che sotto un unico motto si ritrovano unite a combattere le emissioni inquinanti, a dire no alla plastica e a valorizzare la politica del no waste. Paradossalmente, in tutto questo il Black Friday non fa sconti.

Ormai insinuato nella cultura consumistica che influenza la nostra vita ogni giorno, questa settimana ‘nera’ permette di risparmiare e di cogliere ghiottissime occasioni, ma allo stesso tempo l’appuntamento annuale riesce incredibilmente ad azzerare ogni minimo barlume di pensiero eco-friendly.  Un semplice ‘clic’ sulla tastiera produce infatti una reazione a catena con effetti impattanti sull’ambiente. Come afferma a it.euronews.com l’attivista di Greenpeace GermaniaViola Wohlgemuth: “Il problema è l’impatto ambientale della produzione, del trasporto e dei rifiuti creati da questi prodotti”. Tenendo poi a precisare: “L’intero modello di business online crea più consegne e pacchetti, causando un enorme impatto sul clima”.

BLACK FRIDAY… CHE IMPATTO! – Stando a quanto riportato dalla rivista wired.it, in una ricerca effettuata l’anno scorso nel medesimo periodo, in Italia lo smog è in continuo aumento: “Per quanto riguarda il Pm10 – riporta Andrea Daniele Signorelli (contributor di Wired) – si è passati da 168 mila tonnellate nel 2014 a 192 mila nel 2016. Un aumento del 13%”. Non finisce qui: “Il Pm2.5, ovvero le particelle finissime che danneggiano i polmoni in modo più grave, secondo dati raccolti dall’Agenzia europea dell’ambiente, sono passati da 149 mila tonnellate a 161 mila, un aumento dell’8%. E a salire sono anche gli ossidi di azoto”.

Solo in Gran Bretagna, durante la Black Week ogni 93 secondi parte un camion con al suo interno tonnellate di imballaggi e rifiuti. Interessante a tal proposito è la riflessione di Josué Velázquez-Martínez professore di logistica sostenibile del MIT. Ragionando sulle consegne veloci, Martínez ritiene che se durante questa settimana un singolo mezzo è in grado di trasportare molti pacchi contemporaneamente, le consegne fast comportano un aumento della quantità di CO2 immessa in atmosfera. Secondo il professore, ci sarebbe però una soluzione: se le persone fossero disposte ad aspettare una settimana invece che un paio di giorni per ricevere il loro pacchetto, verrebbero uccisi ‘solamente’ 20 alberi invece di 100.

Inoltre, i tempi molto lunghi necessari per lo smaltimento dei rifiuti, specialmente quelli RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) che necessitano di speciali trattamenti, a loro volta creano un potente inquinamento. La conferma arriva dall’ONU che afferma come annualmente le persone creino circa 50 milioni di tonnellate di e-waste dei quali solo il 20% viene riciclato.

IL DIETRO LE QUINTE  Quello che è nato anni fa come una moda, adesso rappresenta dunque una  minaccia per il pianeta. Dietro al Black Friday non c’è solo convenienza ed opportunità, ma anche un ‘lato oscuro’. Un dietro le quinte dominato dalle emissioni, dagli imballaggi, dagli ingorghi, dalle code. Come rivela il New York Times, il trasporto e l’utilizzo dei mezzi da parte dei corrieri si piazza al primo posto tra le principali fonti di gas serra nell’atmosfera (ancora più alto delle centrali energetiche).

Non solo i gas, ma pure gli imballaggi – modernamente intesi come ‘packaging – risultano altamente nocivi. Lo rende noto Fast Company – nota rivista economica statunitense – la quale riporta come ogni anno negli Stati Uniti vengano spediti 165 miliardi di pacchi che vanno ad impattare notevolmente sull’ecosistema. Proprio per far fronte a quest’aumento, l’amministrazione di San Francisco si è vista costretta ad aumentare la tassa sui rifiuti. Secondo i dati di COREPLA (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), solo nel 2016 il commercio on-line ha messo in circolo 300 mila tonnellate di imballaggi, ovvero il 15% della plastica immessa in totale.

Black Friday o Buy Nothing Day? Shopping online compulsivo o giornata del non acquisto? questo è il dilemma. Nel 2019 l’amletico dubbio ha assunto caratteristiche consumistiche e commerciali agghiaccianti. La domanda sorge spontanea: vale veramente la pena appagare un desiderio effimero quale può essere possedere l’ultimo ritrovato della tecnologia se le conseguenze sono queste? A voi l’ardua sentenza, ma riflettete ancora: vi serviva davvero tutto quello che avete comprato la scorsa settimana su Amazon? Bravo se hai colto al balzo quello sconto del 40%, ma pensa che beneficio avresti ora se avessi colto al balzo lo sconto del 100%, quello che avresti avuto professando il Buy Nothing.

di Riccardo Cisilino

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