“L’uovo casual”: in camicia (sbottonata), niente di serio
POCHI INGREDIENTI IN FRIGO? NIENTE PAURA E, SOPRATTUTTO, NIENTE SPRECHI! CI PENSA L'UOVO IN CAMICIA
Il cibo non si butta: un messaggio semplice e chiaro, il messaggio che ciascuno di noi, da piccolo, ha sentito ripetere fino allo sfinimento dalla propria nonna. Oggi 5 febbraio, giorno in cui ricorre la Giornata Nazionale contro gli sprechi alimentari, “il cibo non si butta” diventa il grido di battaglia di Too Good To Go e di tutta la community di Waste Warriors, per invitare a porre un’attenzione maggiore all’impiego di risorse alimentari, al loro utilizzo e alla loro conservazione. Anche noi diamo un contributo antispreco con una ricetta svuota frigo tanto cara agli studenti fuori sede, fuori orario e troppo fuori di sé spesso per pensare a cosa mangiare. Ecco un ottimo uovo in camicia, con tanto di verdure per contorno – così siamo pure healty.
– un uovo;
– ortaggi vari da consumare per contorno (noi abbiamo scelto del pomodoro poco maturo, ideale per insalate);
– acqua;
– sale, pepe e, se risulta fra le vostre spezie casalinghe, dell’origano da abbinare al pomodoro.
Si possono addizionare al piatto due fette di pane tostato facoltativamente.
PROCEDIMENTO:
L’uovo in camicia si riduce a un unico fondamentale gesto: gettarlo crudo e sgusciato in un dito di acqua bollente precedentemente salata lasciandolo per circa 2-3 minuti. Si narra che nei secondi che precedono l’ardito gesto, sia necessario creare un vortice con una frusta girando vigorosamente l’acqua e solo allora versare l’uovo.
Zac. Fatto. Giuro. I più abili aprono il guscio sul pentolino ma per evitare residui della buccia, lo abbiamo prima aperto su un piatto per facilitarne l’introduzione in pentola.
Spolverare con del pepe nero a piacimento e arricchire il piatto con il pomodoro tagliato a pezzi. Condire come vi pare, ma l’origano…che ve lo dico a fare!
Ok, sono venute un po’ “casual”queste uova in presunta camicia. Ma non stiamo mica partecipando a Masterchef, quello che conta è il gusto no?
di Sofia D’Arrigo
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