Febbraio italiano, inaugura Giuseppe Milano: “Faccio il mestiere più bello del mondo”

AL VIA LA KERMESSE DI INTESA SAN MARTINO IN COLLABORAZIONE CON PARMATENEO. SI DISCUTE DI GIORNALISMO LOCALE, RADIO E FUTURO

Prendere parte a una rassegna sul giornalismo è come aprire i pezzi di una matriosca: arriverai al cuore del mestiere scoprendo ogni volta il volto in scala dello stesso. Così ieri, nella biblioteca sociale Roberta Venturini di Via Venezia, prima ancora che l’ospite si accomodasse per parlare di informazione, professionalità, luci e ombre del mondo delle notizie, c’erano già camere e microfoni puntati addosso al giornalista parmigiano Giuseppe Milano.

La veloce incursione delle testate locali ha risaltato il Febbraio Italiano, la rassegna voluta dall’associazione Intesa San Martino, per creare un luogo e un momento di riflessione, lontano dalla foga delle news per recuperare il valore e l’importanza del servizio di informazione.

Nel primo degli appuntamenti che si ripeteranno ogni lunedì per tutto il mese di febbraio, studenti di giornalismo dell’Università di Parma hanno dialogato con i colleghi più avanti in carriera per confrontarsi e scambiarsi visioni e suggestioni del mestiere.

Secondo Milano, quello del giornalista è il mestiere più bello del mondo, e c’è da credergli considerato che dopo gli studi in architettura ha virato tutta, impostando la sua vita professionale sul giornalismo. Dagli inizi in radio, attivissime a Parma negli anni ’90, alla conduzione di Tg Parma, Milano è uno dei volti noti della città. E proprio dall’impronta locale si snoda il primo dei punti discussi insieme al pubblico presente: “Il giornalismo locale appartiene alla città e i parmigiani hanno il pregio di essere un popolo orgoglioso; questo aiuta se si pensa ai modi in cui arriva una notizia in redazione, quando un vicino di casa, un amico ti chiama e avvisa di una buca, di un guasto, di un problema da approfondire”. Questo sentirsi partecipi della vita del quartiere rende Parma capitale per ogni parmigiano. Tuttavia, raccontare le storie che riguardano la propria appartenenza diventa anche assai complicato quando queste ultime ti toccano da vicino, condizionando la lucidità necessaria a descriverle. Il riferimento del conduttore va subito al piccolo Tommy e all’alluvione del Baganza.

Milano è anche corrispondente ANSA per Parma, così è stato possibile discutere del ruolo delle agenzie di stampa oggi: “Preme sottolineare che ANSA è ancora la prima agenzia italiana, nonché il primo riferimento nazionale e internazionale per il lancio delle news. Nonostante la corsa alle notizie, spesso senza l’approfondimento necessario per le verifiche, ANSA ha ancora un compito istituzionale forte, prediligendo sempre la scelta di spedire la notizia solo quando è stata accertata. Tuttavia, più volte anche l’agenzia ha rischiato di pubblicare qualcosa non del tutto attendibile. I rischi maggiori sono rappresentati dalla corsa a chi arriva primo e da chi confeziona fake news”.

E ancora spazio al primo amore giornalistico di Milano, secondo cui la radio tra tutti gli strumenti di diffusione delle informazioni “è maledettamente attuale”

La radio meglio si adatterebbe – secondo il conduttore di Tg Parma – ai linguaggi del presente, per esempio attraverso i podcast, oltre a essere a nostra disposizione in ogni momento: “Avremo sempre meno tempo per guardare i video, mentre in grandi città come Milano dove gli spostamenti in metro o sui mezzi durano anche un paio di ore nelle ore di punta per andare e tornare da lavoro le radio fanno i picchi di ascolto, e per questo molte emittenti resistono ancora: la radio si può adattare meglio di altri alle mutazioni della società”.

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