Intervista, “Io sono Otakuman”: il mestiere dello youtuber gamer

INIZIATA COME UNA PASSIONE, ORA E' UN LAVORO FULL TIME. LO YOUTUBER BOLOGNESE SI RACCONTA


io sono otakuman

Guadagnare facendo video su YouTube sembra un paradosso. Ma da anni si conoscono bene le potenzialità lavorative su questi social. Quello dello youtuber è visto da molti solo come un passatempo; tuttavia, esiste una nicchia di persone che si guadagna da vivere grazie a questo mezzo, e ci investe molto lavoro e risorse preziose. Tra gli youtuber più seguiti, spiccano i gamer, ovvero quelli che si registrano mentre giocano ai videogiochi; alcuni lo fanno in modo amatoriale e con poca serietà, ma altri cercano costantemente di essere professionali e creativi. Del secondo gruppo fa parte Io sono Otakuman, youtuber bolognese che dal maggio 2007 gestisce un canale YouTube con attualmente 112.000 iscritti in continua crescita. Solo nel dicembre 2019 ha “svelato” il suo vero nome, per festeggiare il traguardo di 100.000 iscritti al canale. Ad oggi il suo video più popolare, uscito nell’ottobre 2011 e che fa parte della serie del gioco Batman: Arkham City, conta circa 946.000 visualizzazioni.

Come è nata l’idea di aprire il canale?

All’epoca c’erano molte persone, soprattutto americani, che facevano video sui videogiochi, e siccome erano la mia passione ho deciso di condividerla anch’io. All’inizio avevo aperto il canale solo per commentare i video di Yotobi (pseudonimo di Karim Musa, youtuber torinese con più di un milione di follower, ndr), ma visto che da cosa nasce cosa, ho voluto creare una mia identità tramite i videogiochi, anche se avevo iniziato con gli AMV (Anime Music Video), montaggi di anime con tracce musicali in sottofondo.

io sono otakumanQuante ore dedichi ogni giorno a questo lavoro?

Nel mio caso è full time: da quando mi sveglio a quando vado a dormire dedico tutto il tempo al gaming e al mio canale. In parte dipende dai periodi, da quanti e quali videogiochi escono, anche in contemporanea, ma in genere ho sempre da fare. Molti altri ci dedicano meno tempo e spazio, perché hanno un altro lavoro, mentre nel mio caso il canale YouTube è la mia vita.

Spesso aggiungi ai video delle sigle e tue versioni in cartone animato. Fai tutto da solo o hai un aiuto?

In genere faccio tutto da solo, anche la mia versione animata l’ho fatta io, pur non essendo un esperto di animazione. Per quanto riguarda le musiche, invece, mi appoggio a terzi. Per l’artwork e alcuni disegni devo affiancarmi ad altri, ma spesso non lo faccio perché i collaboratori tendono spesso a sparire e a non mantenere gli impegni presi.

In questi 13 anni da quando hai iniziato, come è cambiato questo mestiere?

All’inizio facevo tutto questo soprattutto per condividere le mie esperienze, mostrare alle persone a casa come si gioca, e narrare storie avvincenti, perché per me la trama è uno degli elementi fondamentali in un gioco. Col passare del tempo è entrata in vigore la monetizzazione e il copyright. Ognuno doveva preservare la propria identità, anche perché negli anni mi è capitato spesso che i miei video fossero rubati da chi li spacciava per suoi. Questo è il motivo per cui oggi, rispetto a quando ho iniziato, metto all’inizio di ogni video una intro e il mio logo, che si è evoluto nel tempo. Man mano che questo lavoro è cambiato, ho aggiunto delle intro anche per dare tutti i dati del gioco (nome, su quali console si può giocare, sviluppatore e publisher).

Per i casi di plagio, hai mai provato a sporgere denuncia?

La denuncia è impossibile da fare, al massimo si può fare reclamo a YouTube; se hai le spalle coperte sul piano della partnership e hai molti follower sei avvantaggiato, ma è una scommessa.

 

Da quest’anno all’Università di Parma si tiene un corso sui videogiochi. Credi che le università possano dare degli strumenti utili per questo lavoro o conta di più essere autodidatti?

Dipende molto dalla specializzazione e dal materiale degli studenti, ma si è tendenzialmente autodidatti; io per esempio non sono mai stato all’università. Ma comunque credo che un corso universitario possa dare un grande contributo al mondo del gaming.

Che consiglio daresti a un aspirante youtuber?

Cercare di trovare la propria identità. Tutti, negli ultimi 6-7 anni, mirano soprattutto a imitare gli altri, ma ognuno deve trovare il proprio percorso; io ho trovato il mio, e anche se non mi paga molto è quello che sento di dover fare. E soprattutto, anche se su YouTube è molto difficile, cercare di offrire dei contenuti che siano i più originali possibile.

 

di Nathan Greppi 

 

 

 

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