Covid-19, lo sport reagisce all’emergenza ma è difficile pensare al futuro

LA GESTIONE DELL'EMERGENZA NEL MONDO DELLO SPORT, TRA MANCATI INTROITI E INCERTEZZE FUTURE

coronavirus centri sportivi

In 46 anni di carriera non ricorda un momento simile a quello che stiamo attraversando, Mirko Tramelli, presidente della UISP (Unione Italiana Sport Popolare) di Parma. L’organizzazione coordina e gestisce 174 squadre, soprattutto di calcio a 11, calcio a 5, maschile e femminile e un intero settore dedicato ai bambini. Con le disposizioni emanate dai decreti delle scorse settimane, tutte le attività sportive ad essa collegate sono state sospese.

GLI UMORI DEL MONDO DELLE SOCIETA’ SPORTIVE, UNO SGUARDO INTERNO – I centri sportivi, le palestre e tutte le strutture che afferiscono all’organizzazione hanno spento le luci, lasciando spazio allo sgomento e al cordoglio per le decine di famiglie rimaste coinvolte dall’aggressione del virus, molte delle quali – ci racconta Tramelli – appartenevano alle associazioni. “E’ trascorso un mese dall’inizio di tutto, ci stiamo facendo sentire con le varie società per esprimere vicinanza, non c’è molto altro che possiamo fare – spiega – Stiamo approfondendo in questa fase quali possibilità abbiamo per arginare l’emergenza, soprattutto bisogna capire gli umori delle squadre, poi gli aspetti tecnici e quali esigenze richiederanno le nostre strutture”. Un duro colpo quello subito dalle numerose ASD che gravitano in città e nel comprensorio; lo sport infatti, è un settore che ha sempre conosciuto solo crescita in termini numerici e che era in piena attività prima della crisi: “Quest’anno Parma avrebbe ospitato diverse finali di tornei e campionati che eravamo riusciti a concordare per omaggiare l’anno della cultura, ma sono inevitabilmente saltate all’anno prossimo”.

Rinunciare agli appuntamenti previsti non è unicamente una questione di festa rimandata, comunque non trascurabile, ma al contempo non garantisce nulla rispetto alla ripresa. Quando tornerà la normalità infatti, molti saranno i cambiamenti a cui far fronte: “Potrebbe esserci un calo dei frequentatori e dei tesserati, anche se il calcio non stanca mai e perciò non temiamo i numeri, – rassicura – anche perché molti si appoggiano alle nostre reti per fare attività motoria”. Preoccupano piuttosto le strutture: “Esiste un problema di mantenimento dei luoghi pubblici che si sporcano e si riducono in condizioni igieniche inaccettabili ormai, dopo la lezione del virus – così conclude Tramelli – la cattiva educazione sarà un privilegio che non potremo più permetterci”.

LE RISPOSTE DELLA POLITICA – I provvedimenti a pioggia dello Stato – di grazia – hanno abbracciato anche il mondo dello sport: “È la prima volta che i lavoratori dell’ambito sortivo vengono riconosciuti come effettivi e lo sport come settore attivo”. Così commenta il vicesindaco e assessore allo Sport del Comune di Parma, Marco Bosi, il decreto “Cura Italia” varato dal Governo per fronteggiare l’emergenza economica determinata dal Coronavirus.

I migliaia di lavoratori del mondo delle palestre e delle associazioni sportive fino ad ora non erano inserite nel sistema di contratti e tutele. Il decreto, invece, include anche loro: la cassa integrazione in deroga è prevista per i lavoratori dipendenti; l’indennità di 600 euro per gli autonomi e i collaboratori è stata ampliata per comprendere anche i collaboratori delle società sportive, delle associazioni dilettantistiche e degli enti di promozione sportiva, i quali per il loro status giuridico sarebbero rimasti esclusi. Il contributo sarà mantenuto finché le attività resteranno chiuse. Nel computo sono compresi anche coloro che restano sotto la soglia dei 10mila euro annuali. Inoltre, per le associazioni e società sportive, professionistiche e dilettantistiche, gli enti di promozione nonché soggetti che gestiscono stadi, impianti sportivi, palestre, club e strutture per danza, fitness e culturismo, centri sportivi, piscine, è prevista la sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali, e dei premi per l’assicurazione obbligatoria fino al 31 maggio 2020. Altre norme concernono le misure di sostegno finanziario alle piccole e medie imprese colpite dall’epidemia di COVID-19 e il riconoscimento di un credito d’imposta per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro.

IL COMUNE DI PARMA FA LA SUA PARTE – Durante il Consiglio comunale dello scorso 6 aprile, svoltosi in videoconferenza, Bosi ha anche spiegato quali azioni ha messo in atto l’amministrazione per fronteggiare l’emergenza in ambito sportivo: “I canoni degli impianti che appartengono al patrimonio comunale sono stati intanto sospesi, mentre continueranno a essere erogati i corrispettivi per la loro gestione. L’amministrazione comunale sta facendo tutto quello che può per dare respiro alle società e alle famiglie – continua – ricordo il bando comunale “Tutti in campo – Diritto allo sport” per esempio, che eroga la sovvenzione per i minori che praticano sport con ISEE inferiore a 10mila euro, e che resta attivo”. In attesa dei provvedimenti dalla Regione, l’amministrazione inizia a porsi qualche interrogativo anche per il futuro: “Sospendere i canoni non significa che rinunceremo ai pagamenti sospesi, ma bisogna ancora capire quanto potremo spingerci a chiedere alle società – ha commentato l’assessore ai nostri microfoni – è tutto in costante evoluzione”.

 

coronavirus centri sportiviPALESTRE E CENTRI SI REINVENTANO – Le realtà più piccole intanto reagiscono all’emergenza: centri e palestre sono rimaste chiuse, ma le attività hanno trovato spazio immediatamente sul web. Lezioni di funzionale, pilates, yoga, total body sono accessibili gratuitamente online. Chi segue i propri iscritti attraverso le proprie pagine e chi organizza meeting appositi, se lo sport è un valore, non poteva non reagire mettendosi a servizio dei più bisognosi: “Molte persone sono rimaste isolate per via della quarantena  – ci racconta Raffaella, insegnante di yoga e guida ambientale – una signora anziana con cui sono entrata in contatto ha perso il marito, le sono state restituite le ceneri dopo una settimana e non può trovare conforto neanche nell’abbraccio della figlia”. Grazie al passaparola, allora, Raffaella organizza delle lezioni di mindfulness in cui cerca di addestrare gli utenti consegnando degli strumenti per gestire i propri stati emotivi di ansia, paura e tristezza. “Sta nascendo solidarietà – spiega ancora – quando ho capito che intorno a me tantissimi erano stati colpiti in un modo o nell’altro dal virus, spontaneamente è nata questa iniziativa”. Neanche Raffaella sta lavorando in questo periodo, lei che fra le altre cose, organizzava escursioni in natura. Tuttavia, il momento di fermo e di riflessione forzata porta alla luce molte evidenze: “Stiamo vivendo un cambiamento con risvolti anche positivi, penso alle possibilità del digitale che stanno permettendo a molti di partecipare ad attività che altrimenti non svolgerebbero, offrendo anche la possibilità di un contatto, proprio quello che mancava nelle nostre esistenze affannate e sempre urgenti; d’altra parte, se penso al futuro, è necessario insistere su un tema educativo di cui più che mai sentiremo il bisogno, che è il nostro rapporto con la natura, completamente perduto e che invece permette di rinascere”.

di Sofia D’Arrigo

 

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