Grazie al Teatro del Cerchio, il lockdown si sconfigge con le fiabe

IL TEATRO DEL CERCHIO ORGANIZZA UN MOMENTO DI LETTURA FRA GENITORI E FIGLI

Nella serata di venerdì 6 agosto, presso il Centro Giovani Federale di Parma, bambini e adulti si sono raccolti attorno ad un’iniziativa dal forte impatto  sociale, lanciata dal Teatro Del Cerchio. Quest’ultimo si definisce come “Un teatro come occasione di aggregazione e di ricerca, un teatro che sia luogo della necessità, dell’urgenza delle passioni, non un teatro di consumo ma un teatro che “consuma” energie creative e le rielabora per realizzare proposte performative e di spettacolo in opposizione alle tante proposte mediatiche facili e di rapida fruizione”.

Durante il periodo del lockdown dettato dal Coronavirus, il Teatro del Cerchio ha invitato genitori e bambini a scrivere alcune storielle  morali, per aiutare i propri figli a superare la ‘noia’ della quarantena: una valvola di sfogo per tutti.

Le storie, favole o filastrocche sono state lette ai numerosi presenti, tra cui tantissimi bambini, anche se a recitarle non sono stati i veri autori dei testi, ossia i genitori, ma i ragazzi che lavorano all’interno del Centro.

LA RONDINE MIMÌ, LA GIRAFFA GINA E IL SIGNOR PANZEROTTI – Nel corso della serata sono state lette e interpretate sette brevi storielle a carattere pedagogico, che volevano trasmettere piccoli insegnamenti necessari per affrontare al meglio la fase della crescita e dello sviluppo del bambino.

Il primo racconto era un vero e proprio sogno nel cassetto, finito al centro dell’attenzione del pubblico proprio grazie al progetto patrocinato dal Teatro Del Cerchio. La protagonista  è  la rondine Mimì, che nelle sue rotte migratorie si imbatte in diverse culture, stringendo legami di amicizia con persone di etnia e nazionalità diverse. Africa, Russia e Giappone sono i tre paesi – con culture totalmente diverse – che la rondine visita e conosce in prima persona.

Il testo affronta dunque il tema della diversità culturale, attraverso il ricorso alla figura del viaggio. Un modo per superare la ‘fobia’ dello straniero e di insegnare  ai bambini come sia la cultura e la vita nelle diverse zone del mondo. Non vivendo di paure e tabù – in cui sempre più adulti cadono – ma abbracciando il diverso come un valore.

Alla lettura di Mimì è seguito il racconto “Il sogno che ho fatto questa notte”, il cui protagonista si sveglia in mezzo al mare, lontano dalla costa e senza nessuno accanto. Ma un  gigante di oltre 6 metri gli è vicino e con un sorso forsennato, si beve il mare. Il protagonista si ritrova a quel punto sul fondale marino, ma nella sfortuna finisce per diventare il pasto di un gabbiano. “Sogno anormale, ma può sempre capitare di essere scambiati per qualcosa di cui non si è fatti” commenta senza timori la lettrice del testo.

Il terzo racconto, una delle tante filastrocche lette durante la serata, si intitola “Tana libera tutti”. Un sogno nel quale il protagonista si immedesima in un capitano di un veliero, ai cui ordini stanno i pesci, suoi prodi e fidi marinai. La morale è quella di sempre: prima il dovere e poi il piacere. I figli  devono rispettare gli obblighi imposti dai genitori.

Il quarto racconto ha dell’incredibile: la filastrocca è stata scritta da tre bambini, con l’ausilio del papà, per far capire quanto la ricchezza sia solo un bene materiale e non morale. Il protagonista, il Signor Panzerotti, è il riccone della città che  però non aiuta mai i più poveri. Dopo aver allontanato dalla sua abitazione un vecchietto in difficoltà, il Panzerotti viene rapinato da due malviventi. L’anziano sentendo però le urla dell’uomo si oppone agli aggressori, aiutando il Panzerotti. Per sdebitarsi, il ricco signore dona l’intero patrimonio all’anziano, il quale però non lo accetta e devolve il tutto ai più bisognosi. Grande papà, continua a far crescere così i figli: ci sarà un mondo migliore.

Anche il quinto racconto è in realtà una filastrocca  che cela una morale: non lamentarsi del proprio lavoro e di quello altrui. Aiutandosi con la metafora delle galline e del gallo, la quinta favola cerca di evidenziare l’importanza dei ruoli: se un gallo prova a fare le uova, semplicemente non gli riesce. Così come una gallina non è in grado di svegliare il contadino con il proprio canto. Ognuno ha le proprie competenze: se si scambiano i ruoli, i risultati non saranno uguali. Il gallo non saprà fare le uova e le galline non sapranno svegliare i contadini. Solo la prospettiva del “salto in padella” per entrambi – invocata a gran voce dal contadino – alla fine riesce a convincere entrambi a tornare nell’ottica originaria. Pericolo scampato!

A conclusione della serata  è stato recitato il racconto “La Giraffa Gina”, con un evidente scopo educativo. Gina è una giraffa che non accetta il proprio corpo, a causa del collo troppo lungo che le è da ostacolo e motivo di discriminazione da parte degli altri animali. Solo l’ingegno ed il pericolo dei bracconieri venuti per cercare animali da cacciare, fanno rivalutare l’importanza del collo lungo alla giraffa. Da limite ad elemento necessario di sopravvivenza del gruppo. I limiti e gli ostacoli ci sono sempre, ma renderli e farli diventare una virtù indispensabile dev’essere la base per una piacevole vita.

La serata si è così conclusa fra gli applausi dei presenti, nella consapevolezza di aver allietato il ricordo della quarantena, che per tre mesi ha impedito il normale e regolare svolgimento della vita quotidiana. I bambini in particolare sono stati al centro di questa iniziativa proprio perchè i più ‘compiti’ dalle restrizioni imposte, come l’impossibilità di andare a scuola e di vedere i propri compagni. I genitori ed il Teatro Del Cerchio, però, hanno voluto continuare a trasmettere valori e momenti di crescita tramite la scrittura e lettura di questi sette brevi racconti.

 

di Alessandro Borasio

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