UAAR a Parma: per la difesa della laicità dello Stato

Tra ateismo e pensiero scientifico, uno sguardo ai valori e alle iniziative promosse dal gruppo UAAR di Parma

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Cosa vuol dire essere atei oggi?  “L’ateismo non rappresenta più, nella cultura occidentale, una concezione scettica e negativa, ma si presenta come una visione complessiva in grado di fornire risposte, in termini del tutto secolari e naturalistici” scrive Eugenio Lecaldano (professore emerito di filosofia morale all’Università La Sapienza di Roma).

Nell’arco di tutta la storia ci si è sempre posti la domanda “Dio esiste?”. Le risposte sono molteplici: c’è chi razionalmente tende a dimostrarne l’esistenza, e chi scientificamente sostiene il contrario. Due filosofie di pensiero in particolare, ateismo ed agnosticismo, affermano che non ci sono prove della sua esistenza. Gli atei negano l’esistenza di un’entità ultraterrena, mentre gli agnostici lasciano in sospeso il giudizio in merito alla sua esistenza o meno, constatando di non avere sufficienti prove. Ma fra queste due visioni le aree grigie e le interpretazioni sono molte. Per tutti coloro che si sentono vicini a questi temi, scegliendo o meno un’etichetta, c’è UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti).

Secondo il sondaggio mondiale del 2012 riportato sul sito dell’associazione, il 13% della popolazione mondiale si dichiara atea, mentre circa il 23% si dichiara “non religiosa”. In Italia è il 27% ad essere non religioso.

UAAR, una fonte di incontro ricca di eventi culturali

UAAR ha sede a Roma e nasce 33 anni fa a Padova: “Trentatrè come gli anni di Cristo”, scherza il coordinatore della sezione di Parma Ashkan Rostami. Si tratta di un’associazione filosofica, apolitica e democratica con 37 circoli territoriali distribuite in tutto il territorio Italiano. I valori più importanti per UAAR sono la lotta per la laicità dello stato e per i diritti dei non credenti, oltre alla libertà di espressione ed il principio basato sulle pari opportunità senza distinzione di sesso, razza e orientamento sessuale. A Parma ne sono soci decine di cittadini e le iscrizioni sono in costante crescita.

Ashkan Rostami

“Io sono arrivato in Italia 5 anni fa dall’Iran per studiare – spiega Rostami – e sono ateo da quando avevo 16 anni. Facevo attivismo anche là”. Prima e unica tappa del suo trasferimento in Italia è stata Parma, dove ha trovato UAAR partecipando ad uno degli eventi più conosciuti dell’associazione: il Caffè Scientifico. Un appuntamento che con il tempo è diventato anche Caffè Culturale per andare incontro ad un maggior numero di persone, un occasione in cui si parla di noti personaggi laici della storia italiana.

Ma le attività dell’associazione non finiscono qui. Un appuntamento importante è il Laic Bookclub, nel quale ogni mese viene presentato un libro edito dalla casa editrice UAAR. In seguito al Covid-19, gli incontri si tengono in diretta Facebook e registrati per chi ha la curiosità di conoscere queste pubblicazioni. Inoltre a Gennaio partirà anche una rassegna cinematografica; il programma è visibile sempre sulla loro pagina Facebook.
Grazie a queste ed altre iniziative, da 33 anni UAAR è un punto di riferimento per chiunque abbia la voglia e il bisogno di parlare apertamente di laicità, confrontandosi senza pregiudizi.

UAAR e istituzioni: una relazione complicata

Riguardo il Caffè Scientifico, evento dal ruolo fondamentale nell’avvicinare la cittadinanza all’associazione, Ashkan racconta di come ci sia sempre stata la presenza di qualche esperto ad arricchire gli incontri, spesso professori universitari. Tuttavia, le occasioni di scambio fra l’Università di Parma e l’associazione non sono sempre facili da ottenere, ed è proprio verso una maggiore collaborazione che si pone l’augurio di Ashkan.

In ambito universitario, infatti, l’associazione resta ancora poco conosciuta e poco promossa. Inoltre, secondo Rostami, le istituzioni e le figure politiche raramente partecipano alle iniziative dell’associazione. Il coordinatore del gruppo di Parma spiega infatti che UAAR contatta spesso le istituzioni che potrebbero dare un contributo in vista di un evento o manifestazione, senza esclusione di partiti. Purtroppo però molto spesso sono in pochi a rispondere.

Le affermazioni sono accompagnate da un velo di tristezza, sembra esserci un forte desiderio di abbattere queste barriere che separano UAAR e istituzioni. Barriere forse generate da una diffidenza che sorge quando si sente il nome dell’associazione. La parola “ateo”, soprattutto per chi deve rappresentare un paese dalla forte influenza cattolica, fa ancora molta paura. Ma basterebbe scostarsi dal singolo termine per capire che l’obbiettivo finale è la difesa di tutti. “Io che mi definisco ateo, non voglio vivere in uno stato ateo, perché sarebbe comunque una dittatura”, spiega con fermezza Ashkan.

Riguardo a possibili spazi che l’Università degli Studi di Parma potrebbe aprire all’associazione, Ashkan offre uno spunto: “Da anni l’università organizza Darwin day“, fa notare. Questa iniziativa ha attirato l’attenzione dell’associazione, che la vede come un’occasione per entrare negli spazi universitari trovandosi così a stretto contatto con gli studenti e promuovendo il pensiero scientifico. Che sia forse una possibilità da considerare per il futuro?

2020, un anno difficile: pandemia e pensiero scientifico

L’intervista ad Ashkan avviene alla sede del circolo di Parma, in Borgo Guasti di Santa Cecilia. Luogo in cui è possibile recarsi per incontrare membri dell’associazione, chiedere informazioni, consultare e prendere in prestito libri e film dvd, presenti in ampia scelta. Tutti i presenti indossano mascherine, superfici igienizzate e si presta massima attenzione alle distanze di sicurezza. Impossibile in una simile atmosfera tralasciare i temi che hanno monopolizzato i notiziari recenti.

La conversazione si sposta quindi sulla pandemia in atto, ospite indesiderato che ha piegato a suo modo anche l’associazione, limitandone le attività e le manifestazioni. La diffusione di idee negazioniste e fake news sulla pandemia sembra crescere di giorno in giorno.  Sempre meno persone si affidino alla scienza per concedersi a teorie complottiste, spinte dalla paura e dalla sfiducia verso i comitati scientifici. Ashkan fa notare come tutto ciò sia naturale, quando le informazioni sono frammentarie e complicate.”Se un evento come quello del Covid-19 non è conosciuto al 100%, è comprensibile come le persone riescano a capire meglio le superstizioni rispetto alle spiegazioni scientifiche”, sottolinea il coordinatore UAAR.

Ma questo approccio antiscientifico va combattuto tramite l’informazione, e UAAR fa di questo obbiettivo parte del suo manifesto.

Uno sguardo all’attualità: Italia e Francia

da www.facebook.com/uaarparma, manifestazione del 24/10/2020

Impossibile non notare come i temi promossi da UAAR si inseriscano all’interno dell’attualità. Numerose ad esempio le polemiche nel nostro Paese sui nuovi provvedimenti del governo che prevedono la chiusura di musei, teatri, cinema; eppure le celebrazioni religiose non si fermeranno. La discussione su questo tema è sempre molto accesa. “Se 30 persone possono andare in chiesa o nella moschea a pregare, 30 persone possono andare al cinema o a teatro” spiega Ashkan. “C’è un doppio standard di giudizio, che preferisce il mondo ecclesiastico al mondo culturale e laico”, continua.

C’è poi un altro tema caldo: quello della Francia. L’intervista si svolge non molto tempo dopo l’assassinio del professor Paty, decapitato da un estremista islamico. La mattina stessa giunge in Italia la notizia di un nuovo attentato in Francia, e Macron sembrerebbe temerne altri. Nel frattempo l’UAAR di Parma ha manifestato in supporto del professore, il 24 ottobre, insieme a rappresentanti di Ex Musulmani d’Italia e PiùEuropa con lo slogan “#jesuisprof“.

Sorge naturalmente il timore, insieme allo sgomento per crimini così crudeli, che eventi di simile violenza possano un giorno comparire sulle prime pagine italiane. Riguardo al potenziale pericolo di una deriva estremista in Italia Ashkan commenta: “In Italia non c’è il rischio che c’è in Francia, perché essendo il centro del cattolicesimo, si scatenerebbe una guerra religiosa. La Francia è il simbolo della libertà in Europa e per questo viene colpita“. Ma agli occhi di UAAR, ogni negazione dei diritti di libertà e laicità è oppressione. Il coordinatore ritiene infatti che qualsiasi abuso di potere da parte di un’istituzione religiosa, compresa quella cattolica, sia ugualmente condannabile, anche senza arrivare alla clamorosità di atti violenti ed estremisti.

L’UAAR delle persone, diritti LGBT+

Le attività di UAAR non si fermano però alla sola promozione del pensiero laico e scientifico, numerose infatti le collaborazioni con altre associazioni del territorio e i progetti portati avanti dal circolo.

Sul fronte LGBT+, ad esempio, è attiva da diversi anni una collaborazione tra UAAR ed AGEDO (Associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBT+). È stato proprio grazie ad AGEDO che l’associazione ha potuto partecipare, nel 2018, al tavolo di confronto sui temi LGBT organizzato in Comune da Nicoletta Paci, assessore alle pari opportunità del Comune di Parma, dove l’UAAR ha potuto fare sentire la propria presenza. Entrambe le associazioni  sostengono il diritto di poter essere se stessi senza pregiudizi, lontani da qualsiasi forma di giudizio morale. Difendono inoltre il diritto di sposarsi grazie alle unioni civili, ottenute dopo lunghe battaglie, ma ancora incomplete da un punto di vista giuridico. Proprio per questi motivi, nel tempo, si sono instaurati proficui rapporti anche con Ottavo colore e altre associazioni LGBT della zona.

Segnalibro e stickers UAAR

Fra gli eventi a cui partecipa l’associazione, avrebbe dovuto svolgersi, in collaborazione con Arcigay, anche l’organizzazione del Parma Pride, ma a causa dell’emergenza Covid-19 la manifestazione non si è potuta svolgere e l’associazione resta in attesa di poter riproporre l’evento il prossimo anno. Inoltre, per la comunità LGBT (e non solo) è importante sapere anche che, grazie a officianti di UAAR, è possibile celebrare il proprio matrimonio laico, regolarmente riconosciuto dalla legge. E non è finita qui. Questi stessi funzionari hanno anche il potere di celebrare i funerali, ovviamente sempre laici. Lasciando un testamento si ha infatti diritto ad essere rappresentati dall’associazione nel momento finale della propria vita.

Tra sbattezzo e rispetto delle libertà individuali

Un’altra campagna importante promossa da UAAR è lo sportello dello sbattezzo: un riconoscimento giuridico che vuole sensibilizzare i soci a chiedere la cancellazione del proprio nome dal registro dei battezzati delle parrocchie. Nel settembre del 1999 il Garante della privacy si è pronunciato in favore di UAAR, riconoscendo il diritto di ogni cittadino di rifiutare, anche solo simbolicamente, l’autorità della chiesa cattolica. Nel 2002 la conferenza episcopale ha preso atto e accettato la legittimità della richiesta dell’associazione. L’UAAR offre un modulo scaricabile da poter inviare alla propria parrocchia in cui si chiede lo sbattezzo, a quel punto, sottolinea Ashkan:”La chiesa e la parrocchia non hanno diritto di rifiuto”.

“Non so se dio esiste. Io che mi definisco ateo, non sono sicuro al 100% che dio non esiste. Non c’è la prova scientifica che non ci sia. Ci sono tante cose che vanno contro la sua esistenza, ma non è importante se esiste o no. Puoi credere a quello che vuoi, ma ci vuole rispetto“, questo il messaggio finale di Rostami. Un rispetto che ogni cittadino onesto si merita, un rispetto che risiede nel diritto di essere se stessi.

L’UAAR da 33 anni denuncia come la libertà di espressione, che in Italia è un diritto costituzionale, non sempre viene garantita a tutti e ritiene perciò inaccettabile, nel 2020, accettare la censura di alcune parti della popolazione. Sarebbe questa, forse, la più grande delle “eresie”.

di Federica Morichetti e Elisa Mantovani

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