Telenovela crociata: società, perché Taci?

MALUMORE DEI TIFOSI, PRIME MESSE IN MORA E RISCHIO FALLIMENTO

Tifosi del ParmaTaçi, Ghirardi, Doca, Giordano, Kodra e poi forse ancora Taçi. Se invece che nomi fossero numeri, qualcuno avrebbe probabilmente già gridato “tombola!”

Solo che non si tratta di numeri e non c’è nemmeno niente da vincere. Anzi, in palio c’è il destino di una società – il Parma Calcio – di cui ancora oggi si capisce poco. Un’alone di nebbia avvolge la società gialloblù. Dopo la mancata partecipazione all’Europa League, l’ex presidente Ghirardi ha messo in vendita la società: si è subito parlato del petroliere albanese Rezart Taçi, ma la trattativa non è stata conclusa. Ecco allora spuntare l’avvocato Fabio Giordano: anche qui il collegamento con Taçi è palese (Giordano ne è il legale), ma tutti negano. Il 16 dicembre uno sconosciuto gioielliere di Piacenza, con origini albanesi – Pietro Doca – viene annunciato come nuovo presidente del Parma. Il giorno successivo lo stesso Doca (il cui nome originale si scopre poi essere Pieter Doka), smentisce. Il 18 dicembre in conferenza stampa, l’avvocato Giordano si presenta come presidente ‘ad interim’ del Parma Calcio: la società di Ghirardi è stato venduta alla Dastraso Holdings Limited, di cui non solo nessuno dei presenti in conferenza sa pronunciare o scrivere il nome, ma nemmeno ne è certa l’esistenza. Pochi giorni dopo si scopre che la Dastraso è di proprietà di Doca. Le acque si calmano, la nebbia non si dirada, ma i tifosi del Parma iniziano a sperare che qualcosa si muova verso la luce alla fine del tunnel. Nel frattempo Anika Taçi si presenta al Centro Sportivo di Collecchio e Taçi stesso si fa fotografare allo stadio, con la sciarpa giallobù. Fine della telenovela, anche se la certezza ancora non c’è. Il 21 gennaio arriva Ermir Kodra: uomo di fiducia di Taçi e nuovo presidente della società.

 

IDENTIKIT DI ERMIR KODRA – Classe 1985, albanese. Laureato in Economia all’Università di Tirana, ha conseguito il dottorato in Business Administration. Kodra si è poi specializzato in Financial Analysis & Forecasting, Management issues, Oil Supply, Shipping & Trading, Managing Operational Risk. Prima di assumere la carica di presidente del Parma Calcio e di Eventi Sportivi Spa – la società che controlla la squadra emiliana – ha lavorato alla Bkt Bank di Tirana e ha ricoperto la carica di Direttore Marketing della Armo Refynery. I tifosi lo hanno già visto in tribuna nella partita di Coppa Italia con il Cagliari e in campionato con Sampdoria e Cesena. E’ stata – con tutta probabilità – una sua dichiarazione ad una tv albanese a far scattare la messa in mora della società da parte di Antonio Cassano. “Siamo stati ad un soffio da Balotelli” avrebbe detto il neo-presidente. Parole che hanno infiammato gli animi dello spogliatoio che non vede lo stipendio da mesi e che non riesce a spiegarsi come si possa arrivare a pagare cifre così importanti per la campagna acquisti, quando non si pagano nemmeno i giocatori della rosa. Primo passo falso per Kodra, in una storia che sembra non voler trovare una soluzione positiva e definitiva.

 

taciL’OMBRA (FANTASMA) DI REZART TAÇI – L’interesse per il calcio è sempre stato forte. In Albania acquista il Gramozi Erseke, la squadra della città natale e ne diventa presidente insieme al padre Mustafa. Nel 2009 pare abbia offerto 700 milioni di euro per rilevare il pacchetto di maggioranza del Milan. Nonostante il tentativo fallito, il rapporto con il Milan continua ad essere stretto e costante grazie al forte legame con Galliani. Successivamente tenta l’acquisto del Bologna: sancisce infatti l’accordo con la famiglia Menarini per rilevare l’80% delle quote. Nel frattempo promette una campagna rinforzi di livello (si pensa all’ingaggio di Di Natale) e organizza un ricevimento di presentazione alla città nel corso del quale annuncerebbe le proprie intenzioni. A poche ore dall’evento però, fa marcia indietro e lascia inspiegabilmente la città emiliana. Un anno dopo si interessa invano alla squadra della capitale sponda giallorossa e nel corso del 2014 ci riprova anche con il Genoa. In questo caso, Preziosi gli propone di diventare un socio di minoranza o di entrare nella società sotto forma di main sponsor per poi evolversi nel corso della stagione. Anche in questa occasione l’affare non si conclude. La passione per questo sport lo spinge ad andare anche oltre Manica: lo scorso luglio ha infatti acquistato il Leyton Orient, squadra londinese che attualmente milita in Football League One,in comproprietà con l’imprenditore romano Francesco Becchetti. Verrebbe da dire “tanto fumo e poco arrosto” leggendo il curriculum sportivo del petroliere albanese. Ancora più ambigua è la situazione finanziaria della società petrolifera che dirige in Albania: la Taçi Oil è infatti iscritta nella lista di aziende per cui lo stato albanese chiede il fallimento per mancato pagamento delle tasse. Non è tutto: nello stesso registro sono iscritte altre società che fanno capo direttamente o indirettamente al quarantaquattrenne imprenditore albanese. Si tratta della Armo Sha, raffineria pubblica acquistata da Taçi nel 2008; della Anika Mercuria Refinery Associated Oil, di cui è responsabile la sorella Anika e della Alsat, che ha come amministratori sempre la Anika e il padre di Rezart, Mustafa. In tutti questi possibili fallimenti rientrerebbe anche il neo presidente Kodra, che nell’azienda di Taçi è consigliere. 

 

DEJAVU PER I TIFOSI – Questi ultimi mesi non sono stati di certo facili per i tifosi del Parma. Il mancato accesso all’Europa League e le successive prime dimissioni da parte di Ghirardi hanno destabilizzato non solo la società, ma anche il già precario umore dei tifosi. A inizio campionato i parmigiani pensano di averla momentaneamente scampata. Purtroppo l’illusione dura poco, poiché Ghirardi decide di lasciare per sempre l’incarico da presidente. Per i tifosi è come rivivere un dejavu: sono passati solo dieci anni da quando la famiglia Tanzi non è più al vertice e non lontani sono i mesi difficili trascorsi dal Parma senza un’effettiva società  al comando. Segue quindi un periodo altalenante, caratterizzato sia da smentite che da conferme: inizialmente si parla di un interessamento da parte di cinesi, poi di arabi e infine di una cordata russo-cipriota. I tifosi parmigiani non sanno più a chi credere. Sembra spuntarla Taçi e quando il petroliere si presenta al Tardini, tra i tifosi ritorna un momentaneo ottimismo, ma anche qualche malumore. “Se avessi potuto scegliere – dice Elena – avrei preferito una presidenza parmigiana poiché solo una persona del posto capirebbe al meglio la realtà cittadina e quindi i tifosi”.

Alla vigilia di Parma-Cesena però ecco di nuovo un’altra doccia fredda: Cassano mette in mora la società, perché squadra e chi lavora ‘dietro le quinte’ non riceve lo stipendio ormai da mesi, sottolineando come la presunta nuova società non si sia fatta mai vedere finora.
“Cassano per me ha fatto benissimo – sostiene Andrea, tifoso da più di trent’anni – perché senza il suo sfogo non avremmo scoperto la verità e probabilmente questo ci permetterà di scoprire il nostro destino”. Il pessimismo dilaga. “Se potessi, metterei la firma per giocare in Serie B l’anno prossimo. Il problema è che ormai non sono più sicuro neanche della retrocessione nella serie cadetta”. Con la notizia legata ai mancati pagamenti arrivano puntualmente informazioni preoccupanti sulla figura di Taçi. C’e chi come Alberto, tifoso e assiduo frequentatore della Curva Nord, ha perso ormai le speranze e vede completamente nero “Temo perfino che questa società non sia stata venduta e probabilmente chi risiede ai vertici e’ a sua volta un prestanome di qualcuno. Non avrei mai pensato che una squadra gloriosa come il mio Parma potesse fare questa fine”.

 

CassanoLA PARTITA PIU’ DURA –  Questa è una partita,  in realtà più simile ad un incontro di boxe, che si gioca su più campi. Assodato che sul manto erboso il Parma si è visto quasi sempre sconfitto e non ha ormai più nulla da chiedere a questo campionato (a cui va sommata la recente e beffarda sconfitta in Coppa Italia ad opera della Juventus), rimane da affrontare la sfida più ardua, in corso nelle aule di tribunale. Il 28 gennaio si è concluso il primo round, che ha visto affrontarsi da una parte il club e dall’altra i suoi numerosi creditori. Oggetto del dibattito l’istanza di fallimento della società insolvente. L’udienza si è (fortunatamente) conclusa con un nulla di fatto. La data già segnata sul calendario è quella del 16 febbraio, giorno in cui la società dovrà saldare gli stipendi degli ultimi due trimestri. Come già noto, l’ormai ex giocatore del Parma Antonio Cassano ha messo in mora il club, e anche il centrocampista Francesco Lodi ha seguito le sue orme.
Ora c’è da chiedersi: quali sono le prospettive che attendono il club a partire dal 16 febbraio? Un professore di Diritto del lavoro dell’Università di Parma ha fornito un prezioso contributo in tal senso, spiegando che il “nulla di fatto” emerso dalla prima udienza consisterebbe in “un rinvio a giudizio”, per dare tempo ulteriore alla società di trovare i fondi per saldare i debiti. Chiarito che la “messa in mora” in sostanza corrisponde ad un sollecito di pagamento, è stato chiesto una delucidazione in merito alle tempistiche. “La tempistica della scadenza dell’obbligazione è una disciplina composita – afferma il professore -. Possono essere sette giorni oppure quindici giorni: è un termine variabile a seconda di come sono state disciplinate le obbligazioni stesse”. Secondo l’andamento della procedura giudiziaria in questione, pertanto “il 16 febbraio – continua il nostro interlocutore – il tribunale vorrà verificare se i pagamenti vengono effettuati”. A partire da questa fatidica data si aprono due prospettive: in caso di insolvenza nei pagamenti, il club andrebbe inevitabilmente incontro al fallimento, oppure – secondo una seconda ipotesi paventata dal professore  – “il club potrebbe chiedere un termine entro il quale presentare una domanda di concordato”. E’ logico chiedersi a questo punto cosa si intenda per concordato. “Una misura concorsuale alternativa al fallimento – spiega ancora il giurista – in cui si propone una definizione dei crediti in misura parziaria ai creditori”. Traducendo in parole povere, si tratterebbe di un ulteriore rinvio per non far cadere in fallimento la società. Un palliativo, per usare il suo vocabolario. Un’agonia, per quanto riguarda società e tifosi.

 

di Chiara Corradi, Giuseppe Mugnano, Elisa Zini

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