Scatoloni e disagi: il caldo inverno della residenza San Pancrazio

COME SI AFFRONTANO LE VACANZE NEGLI STUDENTATI ER.GO

ERGOPronti a preparare gli scatoloni? “Esattamente cinque, con l’obbligo di lasciare la stanza linda e pinta”. Proprio come spiega Erica, studentessa fuori sede nella residenza Er.Go di San Pancrazio.

Succede a Parma e in tutta l’Emilia Romagna: per esigenze di risparmio, molti studenti vengono incaricati di riempire gli scatoloni per lasciare la residenza durante le vacanze e di conseguenza riportare la camera allo stato iniziale. Vengono loro assegnati cinque scatoloni da riempire con vestiti, accessori, libri, utensili da cucina. Insomma, tutto ciò che appartiene allo studente e che possiede all’interno della camera. Ma se questi non dovessero bastare? La studentessa spiega: “Esiste la possibilità di utilizzare altri pacchi aggiuntivi che tuttavia ognuno deve provvedere a trasportare da sé, poiché l’impresa addetta al ritiro degli stessi, si interessa solo di quelli assegnati dall’Er.Go”. Tranquilli ragazzi, per le vacanze estive però, addio scatoloni, bisogna infilare tutto nell’armadio.

LA PROTESTA DEGLI STUDENTI – Da qui la protesta di molti studenti contro l’Er.Go e la richiesta di prendere in considerazione la situazione di disagio con cui migliaia di giovani, stranieri e non, vivono l’esperienza universitaria. I ragazzi dell’Udu, il 6 Novembre del 2008, avevano tappezzato le strade di manifesti contro l’azienda per il diritto allo studio. Vainer Merighi, l’allora presidente di Er.Go, rispose: “Non è vero, come scrive l’Udu, che uno studente paga l’affitto per tutto un mese, ma deve lasciare casa per oltre due settimane in cui non può usufruire dell’alloggio. Ai pochi studenti che rimangono in città durante il periodo natalizio viene garantito l’alloggio, concentrandoli tutti in una sola struttura. L’apertura di tutte le residenze durante il periodo natalizio per i pochissimi studenti che rimangono in città, infatti, comporterebbe costi altissimi in termini di luce, acqua, riscaldamento, pulizie e servizio di portierato. “Si è vero” spiega ancora la studentessa. “La residenza San Pancrazio è rimasta aperta il 2012/2013 e 2014 per le vacanze natalizie. Contrariamente alle altre residenze, come la Volturno. Inoltre, esiste la probabilità di rimanere -specifica – ma ad una condizione: lo studente deve pagare la somma di quindi euro al giorno, per chi vuole rimanere alcuni giorni in più e non solo, al nostro rientro dalle vacanze, la camera è sporca e disordinata. Quindi ci chiediamo, l’obbligo di risistemare e igienizzare e pulire la camera è rivolto a tutti?”

Alla testimonianza di Erica però, si contrappone quella di Brice Harve Nana, il quale non si scaglia contro l’azienda regionale. Anzi, afferma che la chiusura degli studentati, oltre a consentire risparmi a Er.Go, permette anche che vengano apportate delle modifiche sostanziali alle strutture, come pulizie approfondite, tinteggi, manutenzioni straordinarie, modifiche che con la presenza dei ragazzi non possono avvenire. Ricapitolando: gli studenti pagano un affitto per una sistemazione spesso provvisoria? Senza apportare miglioramenti alla qualità della vita universitaria? O molto spesso si mettono a capo di una protesta sterile e non più appoggiata dalla maggior parte di essi?

ERGO.000LA RISPOSTA DI ER.GO –  Secca la risposta dell’Er.Go, affidata alla responsabile e coordinatrice dei servizi per l’accoglienza della sede territoriale di Parma, Rosa Simonetti, che tiene a chiarire i punti della protesta, affermando innanzitutto che l’Emilia Romagna è una tra le poche regioni a pagare il 100% delle borse di studio, con un trend in continua crescita degli idonei. “Per chi lascia l’alloggio durante le festività le rette di dicembre e gennaio sono ridotte. Chi invece chiede di rimanere per tutto il mese paga, come è logico, la  retta normale”, che stando al regolamento, prevede il prelievo direttamente dalla borsa di studio di un importo pari a 196 per la residenza a San Pancrazio, mentre per chi non lo richiede la somma da pagare per il mese di dicembre gennaio di 162 euro. “Non si richiede  nemmeno un soldo di più  -prosegue la responsabile-. I quindici euro, al massimo, sono la tariffa prevista dal bando per chi vuole rimanere una notte sola. Il che è comunque meno dell’integrazione per il mese completo”. Inoltre, la dottoressa Simonetti spiega che gli studentati in quei periodi non vengono utilizzati, ma rimangono chiusi, quindi lo studente al suo rientro dovrebbe ritrovare la stanza esattamente come l’ha lasciata. L’unica particolarità, però, si presenta nella residenza a San Pancrazio che resta aperta, anche se lo studente che se ne va, dopo aver soggiornato nel periodo natalizio, è tenuto a pulire perfettamente la camera. “Se qualcuno dei residenti di San Pancrazio, al suo rientro, trova una situazione di pulizia non soddisfacente -continua la referente dell’Er.Go – basta che chieda alla portineria di far ripristinare subito lo stato igienico corretto dagli addetti alle pulizie, che quel giorno sono appositamente presenti nella struttura”.

LA RESA DEI CONTI – La dottoressa Simonetti conclude affermando che circa un quarto degli studenti che rimangono a Parma per le festività risiede già a San Pancrazio e quindi non devono neppure trasferirsi. Coloro che veramente si spostano sono una ottantina circa  (il 13% del totale degli studentati). Quindi, dal punto di vista dell’Er.Go, la razionalizzazione delle spese che deriva dalla chiusura temporanea di quattro strutture (500 posti, che resterebbero comunque vuoti) è lampante. Rosa Simonetti precisa anche che all’ingresso della residenza Giacomo Ulivi, studente e partigiano cui la residenza è dedicata, c’è una targa di marmo che riporta una delle sue frasi: “Ricordate la cosa pubblica è noi stessi”. E questo sottolinea il fatto che, come conlude la dottoressa Simonetti, “Er.Go si rende conto che per alcuni  lasciare l’alloggio per le festività è un disagio. Ma vogliamo anche sperare che sia compresa e condivisa la scelta che il (sopportabile) disagio temporaneo di pochi, vada a creare un consistente vantaggio per la maggioranza, evitando doverosamente  lo spreco di risorse, con un  risparmio destinato a sostenere il servizio”.

 

di Paola Basanisi e Eliana Tripaldi

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