Sua maestà la masturbazione femminile: perchè ancora ci imbarazza?

Così naturale eppure ancora fonte di dubbi e imbarazzo: la masturbazione femminile si aggiudica un posto tra i tabù più diffusi. Cerchiamo di capire perchè


masturbazione femminile

Facciamo un esperimento: poniamo una semplicissima domanda ad un gruppo di lettrici, senza far riferimento a nessuna età in particolare, con solo due possibili risposte: “Sì” o “No”. Ti masturbi? Ora, in quante si sono imbarazzate nel dover dare una risposta a questa domanda, in quante darebbero una risposta sincera, e in quante invece, non hanno provato nessun tipo di imbarazzo o vergogna e risponderebbero con assoluta sincerità?

Probabilmente questa domanda scatenerebbe una ‘tensione’ – se cosi possiamo chiamarla – in molte donne perché, nonostante l’evoluzione della società e nonostante i movimenti femministi che hanno lottato per i diritti delle donne e che anche ora combattono contro le oppressioni, sembra che ancora oggi la masturbazione femminile venga considerata un tabù.
L’argomento crea quindi parecchie difficoltà, forse perché non viene affrontato dalle famiglie o dalle scuole in modo adeguato: di solito si preferisce concentrarsi sull’atto sessuale in sé.                                                                                                                           

Vi siete mai chiesti perché la masturbazione femminile sia un tabù?

Già tacciata dalla Chiesa come ”Antro di Satana”, la vagina divenne in epoca Vittoriana una vera e propria causa di malattia, quella che oggi si conosce come IsteriaEssa nasce nel corso dell’800 come una patologia  che racchiude una serie di attacchi nevrotici molto forti, che per lungo tempo si sono attribuiti, quasi esclusivamente, alle donne. Questa ‘malattia’ fu utilizzata ai tempi come espediente per rinchiudere le donne in manicomio, perché considerate pazze. La loro colpa? Essere sessualmente represse. Tutto ciò prima che si arrivasse alla consapevolezza che questa condizione potesse essere superata. Come? Prescrivendo la masturbazione. Se all’inizio erano gli stessi medici ad effettuarla, successivamente venne creato quello che oggi si conosce come ‘vibratore’.

Se si è riusciti ad arrivare alla consapevolezza che la masturbazione femminile fosse un bisogno fisiologico, importante anche per la stabilità mentale della donna, oggi ci si ritrova spesso a non essere totalmente a proprio agio nell’affrontare il tema in una situazione familiare e sociale.

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Forse per elevare ad una certa dignità la masturbazione bisogna etichettarla come bisogno fisiologico? Assolutamente no, ma spesso la masturbazione femminile viene ritenuta poco utile, meno necessaria di quella maschile in quanto quest’ultima è effettivamente un comprovato bisogno fisiologico. D’altronde, é un valido compromesso per conoscere meglio se stesse anche e soprattutto durante il rapporto sessuale con il partner, per provare più piacere, oltre che essere un ottimo anti stress e un bisogno naturale anche per la donna.

Se si parla di rapporto sessuale completo non c’è alcun tipo di timore, mentre l’argomento masturbazione femminile non è fra i più gettonati nemmeno in un gruppo di ragazze. Le donne però si masturbano, è importante, fa parte della loro vita quotidiana, ma anche di quella del loro eventuale partner.

Come fare chiarezza? Sessuologia…

Perché nell’ambito dell’educazione sessuale non si parla mai di autoerotismo?
In merito all’argomento abbiamo intervistato la Professoressa Neri Serena, docente di Elementi di Sessuologia del corso di Ostetricia all’Università di Parma. ”La pratica dell’autoerotismo ha effetti benefici sulla mente e sul corpo, perché rappresenta un modo per mantenere il contatto con il proprio desiderio e il proprio piacere: gli studi confermano, infatti, che la stragrande maggioranza delle donne pratica la masturbazione, con solo un 10% che dichiara di non farlo. La masturbazione permette di approfondire la conoscenza di sé e del proprio corpo, condizione molto importante per poter vivere una sessualità soddisfacente anche con l’altro”.

Pur essendo una pratica così diffusa e naturale, però, se ne parla ancora troppo poco sia in famiglia che a scuola: ”L’Italia, nel panorama europeo, è uno dei fanalini di coda rispetto all’ istituzionalizzazione dell’Educazione Sessuale quale disciplina scolastica a tutti gli effetti, partendo dalla scuola elementare fino a quella superiore. Ovviamente ogni età deve essere approcciata con le modalità ed i contenuti adatti al livello di crescita e maturazione, in modo tale che i ragazzi/e arrivino ad una progressiva e adeguata consapevolezza dei contenuti relativi alla sessualità.”

La sessualità, però, non è qualcosa di esclusivamente riferito al corpo, ma implica anche relazione ed emozione: per questo, secondo la professoressa, sarebbe necessario introdurre anche l’Educazione Affettiva, per un corretto rispetto del proprio corpo e di quello dell’altro, per vivere la sessualità in modo consapevole e rispettoso dell’altro.

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Il ruolo della scuola è dunque fondamentale, ma il lavoro non si ferma qui: “La famiglia dovrebbe essere il posto privilegiato in cui concretizzare questa seconda modalità (l’educazione sessuale informale n.d.r), ma spesso i genitori si sottraggono al compito di affrontare con i figli queste tematiche, pensando che ci sarà qualcun’altro… o …ma a me non l’ha mai spiegato nessuno…, probabilmente per imbarazzo o per non ammettere che i propri bimbi stanno crescendo. Il fatto è che parlare di sessualità con i figli non significa parlare necessariamente di sesso, ma di un diritto umano di base fondamentale che è l’origine del più profondo legame tra gli esseri umani ed è essenziale al benessere degli individui, alle coppie, alle famiglie e alla società.”

Fondamentale è anche il ruolo dei gruppi: l’educazione sessuale tra pari è assolutamente necessaria ed insostituibile per crearsi una propria autonomia rispetto al nido famigliare. Da non trascurare anche i mezzi tecnologici e di comunicazione, come per esempio i social, che aprono indubbiamente un dibattito relativo alla loro scientificità e sicurezza. 

“I giovani hanno bisogno di amore, di sostegno e spazi sociali per potersi formare una propria identità sessuale, ma anche di acquisire determinate informazioni scientifiche e competenze relazionali. È innegabile che le donne vivano un eros più disinvolto e si sentano più libere rispetto al passato, eppure esistono ambiti della sessualità che ancora oggi, nonostante tutto, le inibiscono”.

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Pensando in campo accademico, quindi, il discorso della sessualità legato alla donna (che non sia solo per quanto riguarda i contraccettivi e le malattie), lascia un senso di frustrazione. Esso non viene affrontato, le ragazze fin da piccole se imparano, lo fanno da sole. In loro forse c’è un sentimento di rabbia nei confronti della società, che in questo campo le ha quasi totalmente abbandonate.

Come infatti la Professoressa conferma: “Oggigiorno pare che sull’orgasmo e sul piacere femminile sia già stato detto tutto, invece a tante donne restano dubbi, domande, confusione e frustrazione, frutto di una divulgazione superficiale delle informazioni, di studi concentrati soprattutto sulla fisiologia maschile, ma pure di una cultura in cui talvolta prevalgono vergogna, senso di colpa e disinformazione”.

…e Sexy shop!

Se questa è una realtà di tutti i giorni, dove le donne non si sentono abbastanza educate e vivono talvolta come “colpa” la conoscenza di loro stesse, si può vedere uno spiraglio di luce in un luogo legato strettamente all’argomento del sesso. Parmateneo ha consultato il proprietario del sexy shop Eden di Parma. Un luogo in cui le donne sembrerebbero sentirsi più al sicuro da quello che è considerato un tabù, come ci conferma il proprietario:

“Non è tanto la clientela che pensa di essere giudicata, ma piuttosto il disagio è dettato da una società che tende a fare la morale su ciò che fa parte del nostro essere, come la masturbazione, i giochi erotici, eccetera”.

Però forse, quel senso di abbandono e colpa viene lasciato da parte nel momento in cui si entra a contatto con un luogo che invece si occupa di questo argomento. E ormai possiamo dire che le nuove generazioni abbiano deciso di prendere in mano la situazione: se nessuno insegna a loro, allora faranno ricerche da sole e che se prima questo era un tabù, è venuto il momento di non vergognarsene più.

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Su questa riflessione anche il proprietario del sexy shop sembra concorde: ”Rispetto al passato, e parlo di circa di una quindicina di anni fa, vi è stata un’apertura intesa come curiosità nello scoprire il proprio corpo, documentandosi su ciò che offre il mercato per la masturbazione personale e i giochi di coppia. Talvolta, risulta essere più imbarazzato il cliente come maschio rispetto alla cliente donna. Sono anzi gli stessi clienti che espongono i loro problemi o desideri in cerca di consigli per appagare il loro bisogno sessuale. Abbiamo in negozio sia la figura maschile che femminile per servire i clienti, onde evitare eventuali disagi”.

Le nuove generazioni iniziano a farsi sentire, influenzando anche tutto il genere femminile: ci si inizia a muovere verso quello che è un cambiamento radicale, dettato anche dalla televisione, e dagli spot espliciti legati alla masturbazione. Presto l’argomento non sarà più, finalmente, un tabù.
di Alice De Luca, Erika Doro, Sara Viscusi, Rossella Latino

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