Grey’s Anatomy avrà mai una fine?

Da cosa dipende la scelta di continuare una serie tv? Cerchiamo di capirlo con la professoressa Sara Martin, esperta di Cinema e Nuovi Media

Dalla pagina Facebook Grey’s Anatomy

Molte sono le serie tv che sarebbero dovute finire già da tempo, lasciando il pubblico con un bel ricordo della serie, prima di trascinarla verso un lento tracollo e alla sua definitiva rovina. È vero: per i fan più appassionati è difficile mettere la parola fine a storie e personaggi a cui si sono affezionati. Allo stesso tempo, però, talvolta sarebbe preferibile un finale anticipato, piuttosto che trascinare una storia fino a farne un brodo allungato e insapore.

Se siete stati catturati dal titolo di questo articolo, forse è perché fan della serie Tv Grey’s Anatomy, giunta da poco alla diciassettesima stagione. A cominciarla oggi, tutte quelle stagioni potrebbero convincere non pochi spettatori ad abbandonare l’idea. Per i più audaci, invece, 17 stagioni potrebbero rappresentare una bella sfida.

Ma la maggior parte dei fan della serie seguono le vicende del Seattle Grace Hospital da quando Meredith era ancora ‘la ragazza del bar’ innamorata della tequila; da quando Derek era ancora il Dottor Stranamore e Cristina una dea della chirurgia che non riusciva a lasciare che l’amore interferisse con la sua carriera.

Quando nel 2005 Grey’s Anatomy fece la sua prima comparsa in televisione, si presentò al pubblico come un prodotto rivoluzionario. Shonda Rhimes, storica creatrice della serie, è famosa per essere la showrunner più femminista in circolazione e il suo lavoro si è tradotto in una serie tv in cui le donne occupano posizioni di potere, sono affascinanti e di successo, oltre che mogli e madri.

Nonostante la serie sia ambientata all’interno di un ospedale, la costante non è la chirurgia, bensì l’amore, che tuttavia non interferisce con la loro carriera e mai gli autori hanno fatto dipendere il destino dei protagonisti da esso. La stessa Meredith Grey non è definita dai suoi sentimenti per Derek. Lo afferma lei stessa quando dice “io posso vivere senza di te, è solo che non voglio”.

Ma questo amore, che per tutta la serie rappresenta un pilastro, non va inteso solo in senso letterale: difatti è l’amicizia che lega la protagonista alla sua persona, Cristina Yang. Ma anche l’importanza che assume il legame con George, Alex e Izzie, accolti da Meredith come “randagi” dentro la sua casa, che diviene il loro luogo sicuro. Il grande amore per ognuno di loro, però, è proprio la chirurgia e non manca occasione per dimostrarlo attraverso la devozione a questa professione.

Parlando strettamente delle relazioni amorose, invece, i creatori hanno saputo regalare grandi storie d’amore: non banali, ma struggenti, complicate e a volte impossibili. La stessa cinica Cristina riesce a sciogliere il suo cuore di ghiaccio: prima con il grande cardiochirurgo Preston Burke, poi del tenebroso medico dell’esercito Owen Hunt.

La serie racconta anche una storia d’amore tra due donne, quella tra il chirurgo ortopedico, Calliope Torres e la pediatra Arizona Robins. La Torres è uno spirito libero a cui piace “ballare in mutande”, ma anche un grande chirurgo, notoriamente sfortunata in amore. Ecco perché la loro storia arriva davvero a scuotere lo spettatore e la loro successiva separazione lascia l’amaro in bocca.

Graduali abbandoni

Chi ha seguito la serie dalla sua nascita sa anche che ciò che caratterizza Grey’s sono le catastrofi: sparatorie, esplosioni, disastri aerei, per citarne solo alcuni.

Ragione per cui negli anni sono venuti meno tanti personaggi a cui si era affezionati. Forse è proprio questo uno dei motivi del successo di questa serie tv. Chi l’ha vissuta sa quante lacrime porta con sé la scena in cui George O’Malley tenta di scrivere “007” sulla mano di Meredith.

Ma anche il momento struggente in cui, in seguito all’incidente aereo, Mark Sloan dichiara il suo amore di fronte alla morente Lexy Grey o quello in cui la Yang abbandona la serie traumatizzando il pubblico. “Dobbiamo ballare, è così che finiamo” commenta Cristina ripercorrendo tutto quello che lei e Meredith hanno vissuto insieme, facendo scendere una lacrima nostalgica.

Man mano che la serie prosegue, però, lo spettatore si chiede quali altre catastrofi incomberanno nelle vite dei personaggi – magari perché la produzione si trova a dover eliminare qualcuno dal cast – e quante altre storie d’amore verranno distrutte per questo motivo (esemplare da questo punto di vista la storia tra Alex e Jo, in seguito all’improvvisa uscita dalla serie di Justin Chambers, ovvero Alex Karev).

E mentre ti chiedi chi sarà il prossimo a lasciare il Seattle Grace/Grey Sloan Memorial, ecco che improvvisamente ti ritrovi alla dodicesima stagione a piangere disperato davanti alla tv per la morte di qualcuno. Ma che ne sa GOT.

Perché continuare?

Giunti alla 17esima stagione, ormai i colpi di scena sono prevedibili, talvolta banali e scontati. C’è un forte ritorno ciclico di situazioni già affrontate, essendo una serie in cui ogni puntata contiene almeno un caso clinico da risolvere e contando più di venti episodi a stagione. A fronte di ciò, per quale motivo non si è deciso di evitare l’effetto Beautiful? Cosa spinge i produttori a continuare una serie non è più quella di una volta?

I personaggi si evolvono, le loro vite si trasformano e la lunghezza in questo caso permette di osservare come storie da sogno delle prime stagioni siano state frantumate da situazioni assurde e cambi radicali delle situazioni.

Qualcuno sostiene che la serie si sarebbe dovuta concludere alla dodicesima stagione, e non dopo la morte di Derek. Utilizzare la sua morte come finale sarebbe stato troppo drammatico, troppo triste e privo di speranza per una serie che invece ha sempre fatto leva sulla possibilità di superare le avversità. Meredith ne è l’esempio lampante. Infatti, una chiusura totalmente negativa non avrebbe rispecchiato l’intento principale di Shonda Rhimes, cioè creare una storia leggera, a tratti realistica, triste e divertente.

Altri, invece, sostengono che sarebbe dovuta terminare proprio con la morte di Derek, o con l’uscita di scena di Arizona Robins e April Kepner.

Sara Martin, docente di Storia e critica del cinema presso l’Università di Parma spiega: “Se Grey’s Anatomy non avesse avuto gli ascolti che ha dimostrato di avere negli anni si sarebbe chiusa molto prima. Per serie di questo tipo c’è una grandissima flessibilità e un’evoluzione costante dei personaggi in funzione proprio del gradimento del pubblico. Una fortuna della serie è avere una costruzione del personaggio ben solida, in modo tale da poter costruirci intorno molte vicende e relazioni”.

Bisogna anche considerare che l’origine di questa serie è collocata quasi nel periodo di nascita delle seri tv in generale, come fa notare anche la professoressa: “Nei primi anni 2000, quando la serialità televisiva è letteralmente esplosa, molte serie televisive si sono trovate di fronte ad un successo molto forte, quindi, proprio perché stiamo parlando di un’industria, e un’industria deve produrre reddito è chiaro che molte serie hanno tentato di allungare il più possibile perché avevano un riscontro di pubblico”.

Ma non è solo una questione economica, piuttosto: “Un attaccamento quasi morboso da parte dei fan delle serie e una grande spinta da parte del pubblico a voler continuare e rimanere dentro quell’universo narrativo”.

Per quanto riguarda, invece, il ritorno del personaggio di Derek nell’ultima stagione, la professoressa spiega che si è trattato di una scelta presa per recuperare vecchi ascoltatori. “Probabilmente hanno valutato che la reintroduzione di questo personaggio avrebbe gratificato una bella fetta di fan. Non è una scelta solo economica, è un modo per tenere ancorata a sé una parte di pubblico che si è dispersa nel tempo”.

Nonostante tutte le opinioni sull’argomento, la serie va avanti e molti sono ancora i fan che la seguono; forse più per affetto e per abitudine che per il reale interesse per le vicende di nuovi personaggi.

Storie di attualità e denuncia

Grey’s Anatomy è sempre stata una serie all’avanguardia, capace di affrontare temi molto attuali e di farlo raccontando storie in grado di sensibilizzare lo spettatore.

Soprattutto nelle ultime stagioni, si parla di argomenti di estrema attualità. Ad esempio, nella 14esima stagione c’è l’introduzione di un nuovo personaggio, Casey Parker, un esperto di informatica con un passato nell’esercito, che si scopre essere nato donna. Questo personaggio è stato introdotto come reazione alla decisione del presidente Trump di impedire ai transgender di arruolarsi nell’esercito. Ma ancora, ci sono episodi dedicati al tema “Black lives matter”, quando la dott.ssa Bailey spiega a suo figlio come comportarsi nel caso in cui venisse fermato dalla polizia.

In merito all’ultima stagione, la diciassettesima, in uscita a novembre 2020, e in particolare al ritorno di Derek, ormai morto da sei stagioni, annunciato nel trailer, la nuova showrunner Krista Vernoff ha dichiarato “Abbiamo dovuto escogitare modi creativi per consentire al nostro spettacolo di essere ancora divertente e romantico e fornire un po’ di evasione.

Nella premiere della serie, infatti, Derek Shepherd appare in sogno a Meredith che, svenuta nella prima puntata della stagione 17, rivede il suo grande amore su una spiaggia. A quanto pare il personaggio sarà presente nel terzo episodio intitolato My Happy Ending. Un buon metodo per incuriosire i fan e costringerli a seguire il corso degli eventi per capire se si tratta di un vero e proprio ritorno.

Tra le novità dell’ultima stagione:  il Covid.

Questa pandemia è stata infatti d’ispirazione per i produttori, che hanno ambientato l’ultima stagione ai giorni nostri, dove il Grey Sloan Hospital si trova ad affrontare la pandemia di coronavirus. “Il compito più importante che abbiamo avuto in questa stagione è stato quello di onorare la realtà di questa pandemia globale e l’impatto che sta avendo, in particolare sugli operatori sanitari”, ha dichiarato Krista Vernoff dopo la premiere americana.

Chi non vorrebbe saperne di più?

Infine, i produttori ci lasciano con un augurio di fondamentale importanza in questo momento: «Ci auguriamo che il nostro spettacolo vi ispiri a indossare le mascherine per proteggere loro e proteggerci l’un l’altro. Come direbbe Derek Shepherd: “È un bel giorno per salvare delle vite”».

 

di Simona Losito

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