Comunicazione e politica al tempo del Covid-19

Politici e leader si servono sempre di più dei social media per raggiungere tutti. Non sempre però la comunicazione risulta virtuosa

 

La comunicazione è in continuo cambiamento, sta vivendo un passaggio da canali tradizionali come giornali, televisione e radio a mezzi come i social media. Essi sono uno strumento molto diffuso nella società e permettono di raggiungere ampi strati di utenza in modo immediato. Sono appannaggio di chiunque, che si tratti di utenti privati o di figure pubbliche, come politici e leader. Questo tipo di comunicazione però, così veloce e diretta, si può rivelare un’arma a doppio taglio, come è accaduto nel caso di alcune dichiarazioni fatte dal presidente della Campania e quello della Liguria.

Può infatti accadere che vengano lanciati messaggi troppo diretti e offensivi, o facilmente travisabili. Durante una diretta Facebook, il presidente della Campania Vincenzo De Luca si prende gioco di una madre che in un’intervista dichiara che la propria figlia piangeva perché non poteva andare a scuola. Come riporta il Fatto Quotidiano, De Luca commenta il fatto dicendo che si tratta evidentemente di “una bambina OGM, cresciuta con il latte al plutonio e l’unica in Italia a chiedere di andare a scuola a imparare”.

Altrettanto agghiacciante è stato il tweet del presidente della Liguria Giovanni Toti, da cui traspare il messaggio che l’alto numero di vittime dovute al Covid19 è relativamente preoccupante, poiché molte di queste rientrano nella fascia di età degli anziani, che sarebbero per questo una parte sacrificabile della società.

Episodi del genere spingono a ricredersi sull’utilizzo di questi strumenti, e ad interrogarsi su come nel mezzo di una crisi sanitaria mondiale possano risultare supporti utili. Grazie all’intervento del giornalista Luca Sommi e dei professori dell’Università di Parma, Emanuele Castelli e Alessandro Duce, ragioniamo meglio su questa situazione.

Evoluzione e conseguenze

“L’evoluzione del partito di massa in altri tipi di partito ha condotto all’utilizzo inevitabile di nuovi mezzi di comunicazione, poiché i nuovi leader sono più legati ai sondaggi che alle ideologie” spiega il professor Emanuele Castelli, docente di Scienza politica. Il professore sottolinea la scissione tra chi gestisce il contenuto del messaggio e chi ne plasma la forma attraverso il canale di comunicazione. In quanto utente dei social in prima persona, il professor Castelli dichiara che quando vede un post pubblicato da un determinato politico, collega subito quel messaggio all’identità di chi l’ha inviato. E questo porta l’utente a collegare direttamente la persona con il suo messaggio, così come appare, senza prendere in considerazione l’intenzione originale di chi scrive.

 

Il presidente Toti si è scusato e ha cercato di spiegare il fatto che il suo tweet è stato erroneamente estrapolato da un messaggio più lungo con ben altro significato, ma resta il fatto che quel contenuto viene collegato alla sua persona. Seguono poi le reazioni dei fruitori delle stesse piattaforme, in questo caso il PD della Liguria, che come riporta Il Fatto Quotidiano definisce l’episodio “agghiacciante”.

Usi e abusi

La cattiva comunicazione a volte è proprio dovuta alla caratteristica dei social di essere intesi come mezzi disponibili all’uso di chiunque. Il professor Duce, docente di Storia della politica e delle relazioni internazionali, enfatizza sul concetto di abilità critica nell’affrontare ciò che si incontra. I nuovi media sono spazi aperti alla libera espressione del pensiero di chiunque, e questo comporta la diffusione di fake news, o interventi immorali, troppo diretti, pilotati dall’intenzione di surclassare l’ideale di qualcun altro. E il periodo che ha preceduto le ultime elezioni alla presidenza statunitense sono un lampante esempio di come Twitter possa diventare un campo di battaglia tra parti opposte: il presidente uscente Donald Trump non si è esentato dall’accusare apertamente il rivale Joe Biden di “rubare le elezioni”. “Il senso critico viene sviluppato a partire da fattori come la fascia di età, l’educazione culturale, il contesto sociale, che non devono mai essere trascurati” rimarca il professor Duce.

Questo tipo di comunicazione è fondamentale per le figure istituzionali del giorno d’oggi poiché “prima puntavano ad essere istituzionali, oggi puntano a non esserlo, a somigliare al vicino di casa per creare maggiore empatia. Una volta il discorso assertivo lo si usava solo nei comizi, poi tornava il discorso argomentativo. Oggi no, solo asserzioni, perché sono più facili e arrivano subito. Ma non risolvono il problema”. Con queste parole si esprime Luca Sommi, giornalista, autore tv, conduttore di Accordi&Disaccordi, curatore esperto di arte e lettere e professore di Giornalismo, Cultura editoriale e Comunicazione multimediale.  “Ecco, oggi per “esistere” bisogna essere lì in quel momento, il resto sembra irrilevante” commenta Sommi. Non a caso, politici come Matteo Salvini, leader della Lega, usano spesso i propri social per condividere momenti di vita privata.

Accettare il cambiamento

Come tutti gli aspetti del creato umano, la politica continua ad evolversi in un processo inarrestabile: “E’ sempre figlia del suo tempo. Non è mai peggio o meglio della società, ne è lo specchio” conclude Sommi. Come spiega il professor Castelli è necessario capire che la scienza politica non ha un approccio normativo, analizza un fatto in quanto tale; e se questo fatto prevede che il DPCM venga annunciato e discusso dai leader in diretta su Instagram, bisogna accettarlo in quanto risultato dell’evoluzione e dell’adattamento del mezzo al tempo corrente.

La questione in sostanza non ruota attorno al tipo di mezzo che si usa, ma alla qualità dell’uso che se ne fa. Il professor Sommi si esprime a tal riguardo:”I social hanno ripercussioni enormi, perché oggi chi si informa parte da lì. Poi tendiamo a leggere le notizie in modo compulsivo, nessuno si sofferma più sulle parole. Questo è un guaio.” Ecco perchè resta fondamentale che il loro uso si basi sulla moralità e sul perseguimento di una diffusione di contenuti veritiera e affidabile, al fine di risultare strumenti utili non solo in tempo di crisi ma in generale nella vita anche prima del Covid.

di Camilla Ardissone

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