Dal set alla scrittura: la doppia veste di Anna Dalton

Parmateneo incontra la "scrattrice" di L'apprendista Geniale e della serie tv L'Allieva

 

L’anno che ci sta lasciando ha visto andare in onda la terza e ultima stagione di una serie tv che è entrata nelle case e nei cuori dgli italiani: L’Allieva, tratta dai libri di Alessia Gazzola.

Oltre agli attori Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale, troviamo tra i protagonisti della serie targata Rai anche Anna Dalton, attrice italo-irlandese che ha interpretato il personaggio di Cordelia Malcolmess, coinquilina e amica di Alice.

Ma la vita dell’attrice Anna Dalton non si concentra solo sul set. Ad ottobre è uscito nelle librerie “Tutto accade per una ragione”, terzo e ultimo libro della fortunata serie “L’Apprendista Geniale” (edita da Garzanti): una trilogia con protagonista Andrea Doyle, studentessa di giornalismo al Longjoy College di Venezia.

Ad Anna, abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa sulla sua carriera di attrice e scrittrice, oltre a dirci la sua sul periodo tormentato che sta attraversando il mondo della cultura.

La prima cosa che salta all’occhio guardando la sua biografia su Instagram è un neologismo da lei coniato: scrattrice. Come nasce questo nuovo lemma?

Nasce dalle parole “scrittrice” e “attrice”, due termini impossibili da pronunciare. Sono riuscita a crearne uno possibile da pronunciare: questa parola non è una mia idea, è tutto merito di un amico regista che un giorno mi ha chiesto “quindi adesso come ti devo chiamare? Scrattrice? e me lo sono subito segnato. Da allora utilizzo questa parola per coloro che mi chiedono “ma ti senti più attrice o scrittrice?”.

Solo il tuo profilo Instagram conta più di 26mila seguaci, com’è il suo rapporto con i Social Network?

Al momento uso solo Instagram, Facebook ce l’ho ma non lo uso più da tanti anni. Trovo Instagram un social molto divertente, un posto dove ancora si può fare qualcosa di carino: seguo molti profili di giornalisti. Insomma, si riesce a dare un occhio al lavoro di tante persone e questo mi incuriosisce e mi diverte. Inoltre, per i libri devo dire che è utile per tenersi aggiornati: ogni settimana ne escono tanti, che poi magari si perdono nell’immensità degli scaffali delle librerie. Una delle cose che mi piace leggere sono i commenti dei lettori dei miei libri. Questa cosa mi rende davvero felice!

Con Francesca Agostini e Giorgia Gambuzza sul set di “L’Allieva 3” Foto: @annadaltonofficial / Instagram

Tornando sul set dell'”L’Allieva”: com’è stato recitare sul set con due grandi attori come Alessandra Mastronardi e Lino Guanciale?

Alla fine questo è stato un lavoro per me: se poi è un qualcosa di divertente e che mi dà soddisfazioni è molto più di un lavoro. Ormai sono cinque anni che giriamo questa serie tv ed è stato molto bello, sia per gli attori con cui ho lavorato, ma anche in generale, per il tipo di prodotto che abbiamo realizzato. Preferisco i progetti che portano divertimento, perché mi trovo a mio agio in queste parti: come lo è stato nell’interpretare il personaggio di Cordelia.

Il tuo ruolo era quello di Cordelia Malcolmess, figlia del Supremo Paul Malcolmess e coinquilina di Alice. Se dovesse dare un consiglio al suo personaggio, che cosa le direbbe?

Va dove ti porta il cuore, anche perché se dai un consiglio a Cordelia, lei nemmeno ti ascolta!

Sul set di “L’Allieva 3” Foto: @annadaltonofficial / Instagram

Apriamo una parentesi dedicata alla sua carriera da scrittrice: quali sono state le ragioni che l’hanno spinta a buttarti su questa trilogia?

L’idea mi è venuta subito: da quando ho iniziato a scriverla ho pensato ai tre libri, in quanto da lettrice amo le saghe. Adoro seguire i personaggi, vederli crescere, poter sapere sempre di più di loro. Quindi l’idea che sarebbe uscito un altro libro per me è una grande gioia. Mi affeziono molto ai miei personaggi… infatti è stata una tragedia quando ho finito di scrivere il terzo libro.

Quanto c’è di te nella protagonista, Andrea Doyle?

Un pochino c’è, anche se ho fatto di tutto affinché non ci fosse nulla di me. Volevo raccontare una storia totalmente inventata, ovviamente, però è inevitabile che ci sia qualcosa in comune con me e che io le abbia dato qualche caratteristica come me: ad esempio, Andrea è vegetariana, ha insegnato inglese all’asilo, ama molto studiare e ha i capelli rossi.

Nella storia de “L’Apprendista Geniale” parla di una giovane aspirante giornalista. Cosa pensa di questa professione in quanto studentessa di giornalismo?

Ho scritto questa storia perché ho un grande rispetto per il ruolo del giornalista in generale. Quando ho iniziato a scriverlo, si parla ormai di sette o otto anni fa, era un momento in cui il giornalismo veniva bistrattato in tutti i modi e mi dava molto fastidio. Ho pensato che quello del giornalista fosse un mestiere, come il mio, che richiede un sacco di passione. Non sei arrivato quando hai finito di studiare, è un mestiere in cui dovrai continuare a studiare per tutta la vita, in cui ogni giorno ci sarà qualcosa di nuovo da fare, dovrai spingere sempre un po’ di più, dovrai continuare ad espandere i tuoi orizzonti, ci vuole tanta passione e non è un mestiere comodo. Ci sono certi folli, nei quali mi rivedo molto, che hanno quella passione lì, quella passione di cercare di migliorarsi sempre, di raccontare quello che vedono, non per qualche strano bisogno egocentrico ma perché sanno che quello che stanno facendo ha un effetto nella società. Il mestiere del giornalista, se fatto bene, cambia qualcosa. Perché un’informazione giusta rispetto ad una sbagliata cambia il mondo.

Foto: @annadaltonofficial / Instagram

Ogni scrittore ha i suoi rituali, ma quali sono quelli di Anna?

Amo scrivere la mattina, è il momento in cui il cervello è più sgombro, non sai ancora cos’è successo nel mondo, non hai ancora letto i giornali o acceso il cellulare. Svegliarsi il prima possibile, accendere il computer, tazzona di caffè americano e musica (musica classica perché le parole mi distraggono mentre scrivo): questo è il mio rito.

Oggi la cultura sta attraversando un periodo molto complicato: a seguito delle nuove ordinanze anticovid, cinema, teatri, musei e biblioteche sono di nuovo chiusi. Cosa ne pensi?

Ci sono stati tanti colleghi che hanno fatto varie manifestazioni contro la chiusura dei cinema dicendo che è uno dei luoghi più sicuri, penso però che sia stata una scelta obbligata. Non per entrare nel merito dei cinema e dei teatri ma perché credo sia stata più una questione di orario, per cercare di far stare le persone dentro casa alla sera. Sono tutte misure che mettono moltissime persone in difficoltà, ma purtroppo il periodo è orrendo per tutti.

L’Italia è considerata un paese di lettori molto deboli: secondo lei, cosa si dovrebbe fare per portare la lettura nelle case?

Penso sicuramente che la lettura dovrebbe essere incentivata. Credo che le scuole siano il posto dove questo vada fatto. Io ho sempre letto tantissimo. Mi ricordo che a scuola c’erano professori che obbligavano a leggere un libro al mese su cui poi si veniva interrogati. Può sembrare un po’ una violenza, però così, nella scelta di testi liberi e non dei soliti, si apre una possibilità che questi ragazzi continuino a leggere.

Ricordo che mi facevano leggere “Kim”, ma perché devi far leggere “Kim” a dei ragazzi? A loro cosa interessa? Lo leggeranno, se avranno voglia, quando avranno un’età adatta. Sono storie ostiche, magari belle ma un po’ ostiche, bisogna fargli leggere cose divertenti, cose che vadano incontro ai loro gusti. Non puoi fargli leggere Il Gattopardo”, anche se è uno dei miei libri preferiti. Secondo me svecchiare un po’ le proposte potrebbe aiutare.

Una volta sono stata in un liceo a parlare a degli studenti e loro, poverini, erano stati costretti a leggere il mio libro. In tanti però poi sono venuti da me. Mi ricorderò per sempre una ragazza che mi ha detto: “Ti ringrazio, perché pensavo che leggere fosse una cosa noiosa, penso di non avere mai finito un libro in vita mia, invece quando ho letto il tuo l’ho finito in due giorni, mi fa sperare di trovare altri libri come questo”, io le ho detto che è pieno di libri come il mio, bisogna solo saperli scegliere.

Foto: @annadaltonofficial / Instagram

Quali saranno i tuoi progetti per quando finirà questa pandemia?

Sinceramente non vedo l’ora di iniziare a fare le presentazioni dei libri perché il mio ultimo libro, “Tutto accade per una ragione”, è uscito il primo ottobre e non sono mai andata a presentarlo da nessuna parte. Avevano organizzato tutte cose molto belle, ma non è stato possibile fare nulla. Non vedo l’ora, quando si potrà, di prendere il treno e incontrare i lettori. Mi auguro che l’estate prossima si potranno fare tutte le presentazioni, festival letterari e tutto quello che si fa di solito.

Vista la recente scomparsa di Gigi Proietti, vorremmo chiudere l’intervista con un suo ricordo.

Sono andata a vederlo al Globe a Roma, era direttore artistico del teatro, che è una copia del Globe di Londra, tutto di legno, ti porti il tuo cuscino, ti siedi per terra… Da quando lo frequento hanno sempre fatto bellissime stagioni; hanno fatto questo spettacolo due anni fa ed è stato bravissimo, pazzesco. Da solo che teneva su due ore di spettacolo, e alla fine tutti in piedi.

Faceva ridere. Vabbè, cosa gli vuoi dire? E’ Gigi Proietti, veramente l’ultimo dei grandissimi.

di Rebecca Alessi e Sofia Frati

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