Unipr On Air: Elly Schlein apre il ciclo di interventi sull’Agenda ONU 2030

Quelle dell'Agenda 2030 dell'Onu sono sfide che non possono essere affrontate da soli. La vicepresidente della regione Emilia-Romagna dialoga con il Rettore Paolo Andrei sul futuro sostenibile a cui deve puntare l'Italia

 

“Disuguaglianze e clima sono strettamente connessi, la politica deve uscire dalla falsa contrapposizione tra il diritto al lavoro e il diritto a un ambiente pulito”.

Nel 2015, 193 paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto un programma d’azione per il futuro del pianeta. Un programma ambizioso che punta a risolvere l’emergenza climatica e le disuguaglianze nel mondo costruendo un futuro migliore per le persone e per il pianeta. Si chiama Agenda 2030

E il 18 febbraio è andata in onda sulla web-radio dell’ateneo Unipr on Air la prima puntata di un ciclo di interventi che vuole parlare di questi grandi obiettivi: in dieci anni gli Stati si devono impegnare a sconfiggere la povertà e la fame, ad assicurare cure sanitarie, una istruzione scolastica, acqua ed energia pulita ed un lavoro dignitoso per tutti, ma pure emancipare tutte le donne nel mondo e ridurre le disuguaglianze tra e dentro le nazioni, creare città in armonia con l’ambiente e salvare la biosfera.

Impossibile? Troppo ambizioso? In così poco tempo?

Noi tutti meritiamo e dovremmo volere un futuro decisamente diverso e saremo sicuramente sorpresi dallo scoprire quanto in verità può cambiare l’umanità di fronte a una nuova necessità. Se non conoscete i 17 punti dell’Agenda ONU 2030 prossimamente su Unipr on Air vari illustri ospiti ci mostreranno che aspetto dobbiamo puntare ad avere per salvare il nostro pianeta. La scadenza è vicina, tra 10 anni. 

Il rettore dell’Università di Parma, Paolo Andrei, ha aperto quindi il confronto sulla nuova direzione di sviluppo, che pure l’Europa si è data, assieme all’ospite Elly Schlein, vicepresidente della regione Emilia-Romagna, già eurodeputata nel 2014. Insieme ci hanno accompagnato nell’orizzonte articolato di sfide che il nuovo modello di sviluppo ci impone, “che non è solo uno sviluppo come molti intendono in campo tecnologico, ma che vede nella capacità dei giovani di fare innovazione sociale e tecnologica uno degli elementi fondamentali dell’Agenda” spiega il Rettore Andrei.

La transizione ecologica e il contrasto alle diseguaglianze ci richiede una ampia novità di soluzioni in tutti i settori della società e l’innovazione in campo tecnologico si deve necessariamente affiancare all’innovazione in campo sociale, economico e dei servizi. Nessuno può essere lasciato indietro, se escludiamo parte della società, della cittadinanza o dell’umanità dalle soluzioni di una nuova economia circolare e ambientale si condannerà una parte del mondo a continuare senza sosta il consumo della biosfera entro economie che erodono la sicurezza sociale delle comunità.

L’innovazione è una grande sfida – spiega la vicepresidente Schlein – l’innovazione ha cambiato profondamente le nostre vite, le nostre abitudini e la nostra società, facilitandole e migliorando i processi produttivi. Tuttavia il rischio della innovazione, sopratutto tecnologica, è che se non viene governata politicamente rischia di polarizzare i saperi, i poteri e le ricchezze. Perciò è necessario redistribuire politicamente il valore aggiunto creato dalla innovazione tecnologica così che la comunità intera possa beneficiarne, ponendo le basi comuni per uno sviluppo sostenibile ambientale sociale ed economica”.

La pandemia ha travolto il mondo intero e scoperto nel mondo le debolezze, vulnerabilità e divisioni. All’uscita di questa crisi sanitaria globale tutti guarderemo al domani con un rinnovato appetito per il cambiamento e un bisogno di un futuro sicuro e solido. Il Covid-19 ha costretto le comunità ad unirsi di fronte a un problema comune ed il dopo-crisi è altrettanto critico ed ha stimolato una pianificazione organica del futuro e delle emergenze attuali, non solo sanitarie, ma anche ambientali e sociali.

La regione Emilia-Romagna ha deciso di fare sistema con il territorio poiché per cambiare le cose bisogna partecipare ed ha sottoscritto infatti il dicembre scorso un nuovo patto per il lavoro e per il clima con 55 firmatari: soggetti pubblici e privati del territorio per costruire un nuovo progetto di rilancio e sviluppo regionale. Gli obiettivi sono di creare occupazione di qualità, transizione ecologica e  contrasto alle diseguaglianze a livello locale, raggiungendo il 100% di energia da fonte rinnovabili per il 2035 . “Il patto per il lavoro e per il clima è un’importante novità a cui teniamo molto – dice la vicepresidente Schlein – è anzitutto la scelta di un metodo condiviso, partecipato e democratico che vuole coinvolgere tutti gli attori sul territorio e che rinnova gli obiettivi  in una situazione drammatica di crisi che rischia di abbattersi ancora di più su donne e giovani, e non dobbiamo più permetterlo perché è una perdita per tutti.”

Il nuovo piano dell’Emilia-Romagna si intreccia con gli obiettivi dell’ONU e la regione ha impostato una cornice strategica per i fondi Next Generation EU dimostrando consapevolezza e volontà a ripartire uniti nella nuova sfida lanciata nel vecchio continente. Anche la comunità europea si rinnova per uscire dalla crisi pandemica e non era dato per scontato: “Io penso che siamo ad una svolta cruciale per l’unione europea. Dopo cinque anni turbolenti per l’unione europea, ho visto accadere nelle prime settimane dopo la pandemia delle risposte senza precedenti, e devo dire che sono rimasta colpita dal coraggio dimostrato“.

I fondi europei del piano Next Generation Eu sono paragonabili solo ai fondi stanziati per la ricostruzione del dopoguerra e rappresentano un indispensabile volano  della ripartenza europea post-Covid, ma più importante sono una occasione inestimabile per l’Italia che ha finalmente una concreta possibilità di risalire dagli ultimi posti in classifica in Europa e tornare rinvigorita al ruolo di paese fondatore dell’unione per affrontare le sfide cruciali che solo a livello comunitario può affrontare.

di Guido Cocconi

Guarda l’intera puntata di UniPr OnAir:

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