La pelle perfetta non esiste! Soprattutto sui social

ASA e #Filterdrop unite nella lotta alle pubblicità ingannevoli. Stop all’utilizzo dei filtri per la pelle negli advertising di Instagram

Dal profilo Instagram di Sasha Louise Pallari

Ogni giorno siamo tempestati da una marea di messaggi pubblicitari, che insinuandosi inconsciamente nella mente influenzano i nostri comportamenti. Le conseguenze sul singolo individuo saranno tanto più grandi, quanto maggiore sarà il grado di alterazione della realtà che ci viene propinato. Nel settore della moda e della cosmesi vengono messe in atto le più grandi mistificazioni. La visione di corpi perfetti, pelli ultra levigate e chiome favolose fa crollare la nostra autostima, veicolando uno standard di bellezza irraggiungibile.

L’avvento dei canali social ed in particolar modo di Instagram, ha contribuito ad aggravare la situazione. Veniamo costantemente bombardati da post e storie di sedicenti influencer che promettono risultati strabilianti mentre pubblicizzano i più disparati prodotti del campo beauty. Lo scopo principale è generare profitto, poco importa che le foto promozionali siano alterate con Photoshop o con un abbondante uso di filtri. Tuttavia, negli ultimi tempi, qualcosa si sta muovendo nell’ottica di una maggiore tutela del consumatore.

Qualcosa sta cambiando a colpi dell’hashtag #Filterdrop

Nel Regno Unito, agli inizi di febbraio, l’Advertising Standard Authority, organizzazione di autoregolamentazione del settore pubblicitario, ha vietato agli influencer e alle pagine social dei marchi di bellezza, l’utilizzo di filtri eccessivamente ingannevoli per la promozione di prodotti per il trucco e la cura della pelle. L’ASA ha accolto e sviluppato l’iniziativa lanciata da Sasha Louise Pallari, ideatrice della campagna #Filterdrop, che si batte per una maggiore trasparenza nel campo del marketing pubblicitario. La make-up artist e modella inglese ha posto all’attenzione dell’ASA il comportamento scorretto dei brand Skinny Tan e Tanologist, rei di aver ingaggiato influencer che hanno utilizzato il filtro Perfect tan per accentuare l’efficacia dei loro spray abbronzanti.

“Sei mesi fa ho parlato con ASA del danno provocato da questi filtri, perché sentivo che dovessero esserci delle linee guida più rigide sulle modalità di promozione online dei cosmetici. Questo è solo l’inizio! Ho cominciato questa campagna otto mesi fa e il risultato che abbiamo ottenuto insieme è stato strabiliante. In futuro, ogni volta che qualcuno promuoverà online un prodotto di bellezza per la cura della pelle, avremo maggiori possibilità di vedere la vera pelle, la vera consistenza, le vere forme del naso, le diverse dimensioni delle labbra, il vero colore del prodotto”, dichiara Pallari su Instagram.

 

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Un messaggio di skin positivity

La campagna Filterdrop è solo l’ultima evoluzione del movimento Body positive, che celebra l’unicità di ogni corpo, ed in particolar modo della Skin positivity.
La pelle perfetta non esiste: acne, vitiligine ed eczemi non devono essere ostracizzati e combattuti come difetti di cui vergognarsi. Il canone di bellezza stereotipato promosso dalle pubblicità è inesistente. Ognuno è speciale nella sua imperfezione. Oggi migliaia di persone, unite in una vera e propria comunità, utilizzano l’hashtag Skin positivity per postare foto della propria pelle al naturale.

 

La Skin positivity è sostenuta da molte celebrità che nel corso del tempo ne sono diventate delle vere e proprie paladine. In Italia, tra le tante, mentre Emma Marrone mostrava ai followers foto del suo viso struccato, Kasia Smutniack rendeva noto di soffrire di vitiligine. Più recentemente la giovane attrice Matilda De Angelis ha pubblicato su Instagram uno scatto che la ritrae segnata dall’acne.

 

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La strada per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’autodeterminazione del proprio corpo è ancora lunga, ma campagne come queste sono un piccolo faro per chi è alla disperata ricerca dell’accettazione di sè. L’imposizione di un unico canone di bellezza può condurre ad uno stravolgimento del proprio corpo, nella vana speranza di omologarsi a immagini idealizzate come “normali”.

Ciò che colpisce è il bisogno delle donne di rivendicare il diritto di potersi mostrare “al naturale”, inserendo hashtag che le proteggano dal giudizio altrui. Quando questo non sarà più necessario, forse la parità dei sessi sarà raggiunta.

Sicuramente il bisogno di accettazione da parte dell’universo femminile si perde nella notte dei tempi: persino nell’Iliade di Omero le dee Era, Atena e Afrodite si contendevano il pomo destinato “alla più bella”.

 

Di Silvia Curtale

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