Il Covid non ferma l’accoglienza ai rifugiati del CIAC di Parma

Terzo incontro del webinar Un Istante promosso dal CIRS dell’Università di Parma

Il 2020 verrà ricordato come un anno catastrofico, portatore di numerose sfide sul piano sanitario, economico e sociale. Il CIRS, Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale ‘Diritti, società e civiltà’, offre a chiunque lo desideri la possibilità di soffermarsi su queste problematiche partecipando al ciclo di otto appuntamenti del webinar “Un Istante, Prospettive critiche sulla sfida della pandemia”. Collegarsi agli incontri trasmessi sulla piattaforma Teams è semplicissimo, basta cliccare sui singoli link degli eventi pubblicati sul sito del CIRS. Il 9 marzo ha avuto luogo il terzo incontro della rassegna, dal titolo Rifugiati nella pandemia: tra vulnerabilità e percorsi di cittadinanza. Una ricerca con il CIAC”.

 L’accoglienza diffusa e integrata di CIAC

Argomento principale del meeting è stato il CIAC, Centro Immigrazione Asilo Cittadinanza e Cooperazione internazionale di Parma e provincia, Onlus che dal 2001 si occupa di accoglienza e tutela di migranti e rifugiati. Attualmente CIAC accoglie all’interno di appartamenti diffusi sul territorio di tutta la provincia circa 250 migranti, offrendo assistenza attraverso una trentina di sportelli territoriali. Dal 2015 ha attivato sperimentazioni di convivenza e relazione tra italiani e rifugiati, tramite progetti quali Rifugiati in famiglia, Tandem e Wonderful World.

Dalla pagina Facebook di CIAC

Emilio Rossi, presidente dell’organizzazione, e Silvia Vesco, referente per l’area sociosanitaria di CIAC, intervistati da Laura Gherardi (membro del CIRS e professoressa di Sociologia Generale e Sociologia presso l’Università degli Studi di Parma), hanno raccontato nello specifico le sfide che la Onlus ha dovuto affrontare a causa della pandemia.

È emerso che i migranti già fortemente spaesati per la lontananza dalla propria patria e dalle proprie famiglie, hanno anche dovuto fare i conti con la difficoltà di comprendere i vari decreti ministeriali. Priorità principali dei tutor per l’integrazione e degli operatori di CIAC sono state trovare una modalità efficacie per proseguire le attività formative socializzanti e dare informazioni corrette sulle nuove limitazioni. L’implementazione della comunicazione digitale, è stata la soluzione più rapida a queste necessità. Gli appartamenti sono stati rapidamente dotati di strumenti tecnologici forniti di WiFi. Sono state organizzate videochiamate e chat di gruppo in cui sono state spiegate punto per punto le nuove normative. Attraverso il nuovo spazio di incontro offerto dai canali digitali anche le lezioni di lingua italiana sono continuate nel migliore dei modi.

Wonderful world, una casa più che un progetto

Tra le molte iniziative di CIAC, dall’intervento del presidente Rossi, è emerso quanto meriti attenzione il progetto Wonderful World, un’oasi di inclusione e ospitalità in un mondo sempre più insensibile ed egoista.

Nell’ottobre del 2018 il Decreto Salvini su immigrazione e sicurezza n.113/2018 poi convertito in legge 132/2018, ha modificato il sistema di accoglienza SPRAR, ora denominato SIPROIMI, privando i titolari di protezione umanitaria e i richiedenti asilo dell’accoglienza istituzionale. CIAC non ha potuto far altro che opporsi a questa disumana normativa, lanciando la campagna di sensibilizzazione “IO ACCOLGO”, capace di smuovere i cittadini ed in particolar modo i Saveriani di Parma, che ben presto hanno deciso di offrire alla Onlus una struttura non più utilizzata.

Dal profilo Facebook di CIAC

Nasce così, a dicembre 2019, il progetto Wonderful World, una vera e propria casa a tre piani che può ospitare fino a 15 persone, gestita da CIAC e da una trentina di volontari.

“The colors of the rainbow so pretty in the sky, are also on the faces of people going by. I see friends shaking hands saying how do you do. They’re really saying I love you… And I think to myself what a wonderful world…” sono i versi della canzone What a wonderful world di Louis Armstrong che hanno ispirato il nome dell’iniziativa, come spiega Emilio Rossi.

Il Covid ha costretto anche gli operatori di Wonderful World a trasformare il proprio lavoro. Obbligati a una separazione forzata, hanno saputo reinventare la consueta comunicazione utilizzando gli strumenti digitali. In un certo qual modo la pandemia ha rafforzato i legami preesistenti e numerose sono state le chiamate di sostegno degli ospiti della casa ai volontari, a dimostrazione del fatto che trattare le persone con rispetto riproduce solidarietà. Prima del ritorno in zona arancione erano state da poco ripristinate le cene etniche ad opera degli accolti, simbolo di reale fusione culturale con i volontari. L’auspicio di tutti è che presto si possa tornare a questa normalità di naturale condivisione.

Dal sito di CIAC

L’integrazione è benessere

La missione di CIAC è creare una comunità, un senso di cittadinanza attiva che consenta l’autonomizzazione di coloro che non hanno più una patria. Ed è proprio per rendere possibile una reale integrazione che CIAC, non solo accoglie, ma tutela legalmente, offre sostegno sanitario, formazione linguistica e laboratori di orientamento al lavoro. I risultati raggiunti dall’organizzazione dimostrano che l’umanità è ancora un valore da difendere ad ogni costo, affinché l’indifferenza, uno dei più grossi mali della società moderna, svanisca il più in fretta possibile.

Sulle note positive di un possibile mondo migliore, si chiude il terzo incontro del webinar, dando appuntamento al 23 marzo con il tema “Anziani e Covid-19, rischi e opportunità del welfare locale”. Nel frattempo, per chi volesse continuare la riflessione sull’accoglienza ai migranti, è possibile collegarsi online alla mostra fotografica “I volti del lavoro” sul sito del CIAC, o assistervi in presenza ai Portici del Grano fino a sabato 27 marzo.

 

di Silvia Curtale

 

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