“L’arte morirà”? Tragica prospettiva sul mondo della cultura post Covid

"La pandemia ha reso ancora più evidente una crisi che già era in atto". Gli artisti Giuseppe Verzicco e Giulia Briata descrivono la situazione drammatica in cui si trova il mondo della cultura oggi dopo un anno quasi stop delle attività

teatro e spettacolo interrotti dal covid

Il flagello meglio conosciuto come Covid-19 ha messo in ginocchio moltissime attività: commerciali, economiche ed  artistiche. Due artisti nel campo dello spettacolo ci raccontano com’è trovarsi all’interno del mondo del musical, del teatro e del cinema nel pieno di una pandemia mondiale.

Giuseppe Verzicco e Giulia Briata descrivono la situazione che stanno vivendo e che hanno vissuto dall’arrivo della pandemia in poi. Il primo, noto attore di musical è stato costretto ad abbandonare quasi totalmente la sua carriera per sopravvivere alla crisi economica facendo l’operaio. La seconda, è riuscita con non poche difficoltà a spostare le sue performance online salvando il suo lavoro.

Il Covid dà il colpo di grazia alla cultura?

“Se immagini la situazione come grave e la inserisci in una scala di valore che va da uno a dieci, l’impatto che questa pandemia ha avuto sul mondo dello spettacolo è un otto. – inizia Giuseppe – La gravità effettiva però si aggira attorno ad un milione”.

Le parole di Verzicco, noto attore di musical attivo a livello nazionale e diplomato all’accademia biennale ‘MTS – Musical!’ non lasciano spazio a speranze o immaginazione, dipingendo una scena drammatica per quanto riguarda il settore dello spettacolo.

L’attore lascia trapelare in modo esplicito il suo scontento e la sua amarezza: “Non voglio essere drastico ma devo esserlo, l’arte in Italia da dà mangiare e da vivere a moltissime persone e purtroppo queste persone un domani si ritroveranno a non avere più fondi da investire in questo settore”. Il performer fa anche considerazioni sulla mutata condizione di vita della popolazione, la perdita di speranze, di sogni e il conseguente distacco dal mondo teatrale ed artistico, “la vita non è fatta di sopravvivenza, è fatta di sogni, di ambizioni, di emozioni, di momenti, di attimi, di amore e di felicità. Il teatro e l’arte in generale non sono che lo specchio di queste emozioni”.

Ancora, Verzicco racconta come gli aiuti da parte dello Stato siano arrivati, ma in maniera assolutamente non sufficiente e come lui “per grande fortuna” si sia trovato a cambiare completamente rotta facendo l’operaio per riuscire a sopravvivere questo periodo buio. Le prospettive di rinascita o riscatto sembrano dubbie o inesistenti dice Giuseppe, in un contesto culturale che non appoggia il mondo dell’arte e della cultura che già si trovava in forte difficoltà anche prima della pandemia. Il performer racconta infatti di avere “molti amici a casa in preda a crisi di panico, cerco di dargli coraggio ma non so davvero più che cosa dire”.

Un po’ di fortuna e il sapersi reinventare

Giulia Briata, giovane attrice cinematografica, televisiva e teatrale, nonché doppiatrice, ci propone una prospettiva che converge e diverge da quella vista fino a qui. Giulia racconta come è iniziata per lei la pandemia.

“A marzo 2020 stavo facendo le prove a Padova de ‘Le Regole dell’Adolescenza’, uno spettacolo del Teatro Stabile del Veneto. Ci siamo ritrovati con la produzione bloccata. È bastata una mail per ritrovarsi a casa, increduli e spaventati. Fortunatamente questo spettacolo rientrava in un progetto più grande, co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo, e grazie agli sforzi e alle possibilità del teatro stabile siamo riusciti a dare continuità al lavoro, trasferendo le prove su zoom con vere e proprie improvvisazioni online – racconta Giulia – Ho trasposto così su Zoom anche i corsi di teatro che tenevo, reinventando con la mia collega le lezioni a distanza, introducendo naturalmente la recitazione cinematografica e imparando da sola a montare video con il risultato di due saggi estivi di cui vado molto fiera”.

Giulia racconta di come la pandemia abbia rappresentato momenti molto complessi in cui ha dovuto pensare addirittura a strategie di ripiego in sostituzione al suo lavoro da attrice, fortunatamente nel suo caso le buone notizie non hanno tardato ad arrivare: “Ho cominciato a fare i provini a distanza, i famosi self tape. E mi è andata bene perché sono stata presa in qualche spot pubblicitario e in ‘Un Passo Dal Cielo 6’, in onda dal primo aprile”.

Briata racconta quanto lavoro e quanto sconforto ci sia dietro il doversi reinventare, perché non si ha altra possibilità, e fa luce su altre condizioni problematiche che riguardano il mondo dello spettacolo: “La pandemia ha reso ancora più evidente una crisi che già era in atto, quella delle condizioni contrattuali poco serie, spesso irregolari che non ha permesso a molti lavoratori di accedere ai fondi Inps, per non parlare dei neodiplomati che si sono ritrovati senza alcun appiglio, spesso costretti a tornare a vivere dai genitori. Le persone più tutelate sono state quelle già inserite in circuiti più grossi come i teatri stabili che si sono reinventati online e i set cinematografici già operativi con tamponi e misure adeguate a contenere l’emergenza sul luogo di lavoro”.

Giulia conclude con parole incerte sul destino del teatro e dell’arte, piene di consapevolezza e sincerità: “Onestamente non me la sento di sbilanciarmi sul futuro. La ripartenza sarà difficile, soprattutto per i piccoli teatri, le associazioni teatrali, le compagnie che lavoravano in circuiti il cui accesso ai fondi è stato faticoso e non sempre possibile. Credo sia necessario in questo momento riformare il sistema di categoria: discutere dei diritti delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo, per creare i presupposti per condizioni contrattuali serie e rispettose in ogni situazione lavorativa”.

di Lia Selvi

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