Girl Power: il manifesto femminista di Netflix

La lotta delle nuove generazioni contro sessismo e patriarcato nella pellicola diretta da Amy Poehler

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Adattamento del romanzo omonimo scritto da Jennifer Mathieu (2015), Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola (Moxie) è una delle aggiunte più recenti al catalogo di Netflix Italia. Il film è diretto e prodotto da Amy Poehler – nota per essere una star del Saturday Night Live (2001-2008) e per il suo ruolo di Leslie in Parks and Recreation (2009-2015) –, e distribuito dalla piattaforma a partire dal 3 marzo 2021.

La protagonista Vivian (Hadley Robinson), sedicenne piuttosto timida e riservata, vive sola con la madre Lisa (Amy Poehler) e frequenta il terzo anno di liceo alla Rockport High School, assieme alla migliore amica Claudia (Lauren Tsai). Si tratta della tipica scuola americana, ambientazione di tanti altri film e serie tv, dove troviamo le cheerleaders, la squadra di football – formata dai ragazzi più belli e popolari – e i nerd emarginati. Tuttavia sin dai primi minuti, ci viene mostrato il vero, grave problema di questa scuola (e di molte altre, americane e non solo): il sessismo è talmente radicato da spingere gli studenti a stilare una classifica delle ragazze più sexy dell’istituto (etichettate come “il miglior seno”“la miglior sveltina”), arrivando persino ad importunare e molestare le studentesse. Uno di loro, il capitano della squadra di football Mitchell Wilson (Patrick Schwarzenegger), si diverte particolarmente ad assumere tali atteggiamenti. Egli è consapevole della sua posizione privilegiata e gli insegnanti, ma anche la stessa preside, “chiudono un occhio” di fronte al suo comportamento, non soltanto fastidioso, ma realmente pericoloso.

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La situazione cambia quando nella classe di Vivian arriva una nuova studentessa, Lucy Hernandez (Alycia Pascual-Peña): una ragazza dal carattere forte, che non ha paura di dire quel che pensa, indipendentemente da chi si trova di fronte. Sin da subito, Lucy capisce di trovarsi in una scuola maschilista, dove le ragazze non hanno voce, e dove l’unica categoria ad essere ascoltata è quella dell’uomo bianco e privilegiato. Sarà proprio l’atteggiamento sovversivo della nuova studentessa ad aprire gli occhi a Vivian: non è più possibile “tenere la testa bassa” di fronte alle ingiustizie.

È l’inizio della rivoluzione. Prendendo ispirazione dalla madre, che da adolescente aveva partecipato attivamente a numerose proteste femministe, Vivian decide di dar vita ad una fanzine (una sorta di rivista amatoriale creata da appassionati di un determinato tema) anonima, chiamata Moxie: uno spazio in cui viene denunciato apertamente il sessismo dilagante nell’istituto, invitando le studentesse ad unire le proprie forze al fine di combatterlo. La rivista inizia a diffondersi sempre più e l’entusiasmo delle studentesse cresce di giorno in giorno. Finalmente, sembra che le cose stiano iniziando a cambiare.

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Un teen movie ribelle e coraggioso, con un messaggio positivo

Il film si apre con un sogno, anzi un incubo, della protagonista: la ragazza si è persa in un bosco ed è spaventata; corre, prova a urlare per chiamare aiuto, ma la voce non esce. È così che si potrebbe riassumere la condizione, ancora purtroppo molto attuale, delle donne nella società odierna: molto spesso ci si ritrova a non avere una voce, ad essere considerate solo in quanto “proprietà” dell’uomo. Persino le regole apparentemente più insignificanti, come l’imposizione di un dress-code a scuola, che non lascia alle studentesse la libertà di mostrare il proprio corpo, sono il frutto di una società patriarcale. Ancora oggi è necessario ribadire l’importanza della lotta per i diritti di ogni donna, indipendentemente dall’etnia, dalla religione e dalle preferenze sessuali. Quello del femminismo intersezionale, dunque, sembra essere il tema centrale di Girl Power, come si vede ad esempio nel personaggio di Lucy, afro-latina, che più volte evidenzia la doppia oppressione quotidianamente subita dalle ragazze e dalle donne nere.

A questo proposito, un punto a favore del film riguarda il cast, diversificato e inclusivo: oltre a Lucy, compaiono i personaggi di Claudia, di origine cinese, di Kiera (Sydney Park) e Amaya (Anjelika Washington), afroamericane, ed è inoltre presente l’attrice transgender Josie Totah, che interpreta il personaggio della studentessa CJ. Nonostante tali personaggi non vengano particolarmente approfonditi, la scelta di inserire nel cast persone appartenenti a diverse minoranze risulta comunque molto importante.

Moxie ha il pregio di andare dritto al punto: il suo messaggio è chiaro sin dai primi minuti; tuttavia, il ritmo incalzante con cui il film prende avvio sembra sfumare nella seconda parte, facendolo risultare a tratti abbastanza lento. La sceneggiatura presenta dei punti morti e varie lacune: a tratti si perde in clichés piuttosto scontati come la relazione tra Vivian e Seth (Nico Hiraga), e molti personaggi non sono sviluppati al meglio. Questo è il caso, ad esempio, di Lucy, sulla cui storia personale si sarebbe forse potuto dire qualcosa in più, o del padre di Vivian, che nel corso del film viene nominato soltanto una volta, ma non si vede mai, né viene chiarita la sua posizione. Tuttavia, i personaggi di Vivian e Claudia presentano una buona caratterizzazione e il loro rapporto di amicizia appare realistico e adatto a due ragazze adolescenti.

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Altro merito del film è senz’altro la colonna sonora: a fare da sottofondo alla “rivoluzione” messa in atto da Vivian sono le canzoni delle Bikini Kill, band punk-rock tutta al femminile, protagonista del movimento Riot Grrrl. Esso si inserisce nei movimenti femministi nati negli Stati Uniti nel corso degli anni ’90, le cui canzoni sono prevalentemente incentrate su sessismo, abuso domestico e diritti della comunità LGBTQ+. È sulle note di queste canzoni (come Rebel Girl) che la protagonista, seguendo le orme della madre, prende coscienza della propria identità, iniziando a sviluppare in modo sempre più deciso le proprie idee e le proprie posizioni.

Moxie è un film che si rivolge prevalentemente a un target adolescenziale o comunque molto giovane, presentando temi estremamente attuali, come sessismo e femminismo – ma anche, più indirettamente, razzismo. Argomenti dei quali è fondamentale parlare, iniziando a farlo proprio dall’adolescenza. Nonostante i suoi difetti, dunque, è un film che potrebbe “aprire gli occhi” di altre giovani ragazze come Vivian, lasciando trasparire l’importanza della solidarietà femminile e insegnando a “tenere la testa alta” di fronte alle ingiustizie.

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di Alice De Luca

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