La vita è adesso, e anche l’amore

Questa emergenza sanitaria ci ha tolto la vita 'vera' chiudendoci in casa, ma può anche averci insegnato qualcosa sulle relazioni

Sono circa due anni che sono single. Dirai, niente di strano, hai vent’anni o poco più, sai quanto tempo hai davanti.

Ti dico che è vero, ho vent’anni o poco più, che davanti ho tutta una vita, ma che sono circa due anni che sono single perché sono come incastrata in un loop in un circolo vizioso che mi porta a bastarmi (cosa giusta e bellissima), ma che mi porta a bastarmi a tal punto da farmi cestinare le possibilità e le persone che la vita mi presenta. Cestinare senza pensarci troppo, o forse al contrario, facendomici pensare troppo. Durante quest’ultimo anno però, è come se la pandemia, privandomi del sapore della vita ‘vera’, mi avesse insegnato il valore della vita stessa.

E se mi avesse insegnato qualcosa anche sull’amore?

Cambia l’attitudine, l’approccio, cambiano le resistenze personali. Ma può cambiare il modo di essere single? E cosa significa essere single?

Uno di solito lo è, e basta, lo è e non ci pensa. E forse è normale. Normale rimanerci un po’ incastrati nel proprio equilibrio, nella propria routine, e aspettare, valutare, decifrare prima di permettere a qualcuno di entrare a farne parte. Ed è esattamente questo quello che facciamo, aspettiamo la prossima volta senza star lì a chiederci se sia corretta o meno, questa attesa.

E’ giusto per me? Mi capisce? Che interessi ha? Gli piace fare serata? E se non gli andasse bene la mia ipersensibilità? La mia libertà? Se non andasse a finire bene? Forse non è il caso, meglio il prossimo, la prossima volta, adesso è meglio così. Ho tanti impegni. Ho tanta vita. Arriverà quello giusto.

Ma stando fermi e in silenzio sai cosa si impara? Si impara che la vita è adesso (grazie della cit. Baglioni). 

Dopo il silenzio e lo stare fermi, dopo una vita messa in pausa, dopo le certezze perse, dopo il ‘qui ed ora’ che diventa fatto concreto, ho capito che anche se lui è diverso, che anche se io sono il sole e lui ha la notte nel cuor (grazie anche a te Celentano), anche se non sarà semplicissimo, potrebbe comunque provare a capirmi.

Ho capito che se pure i nostri interessi sono diametralmente opposti, potremmo trovare il modo per compensarci. Io ti do questo, e tu quell’altro. Guardali questo e quello, diversi, ma bene insieme.

Ho appurato che anche se a lui piace fare serata, e a me un po’ meno, se lui va a dormire e mi da la buonanotte alle 4:14 del mattino, precisamente due ore prima del suono della mia sveglia, andrà bene, perché ci farà ridere quando poi ci ridaremo il buongiorno alle 15 del pomeriggio. E allora che facciamo? Ci chiamiamo? Siamo così diversi.

Ho capito che la mia ipersensibilità lo spaventerà anche, ma forse, la butto lì eh, lo spaventerà perché non vorrà sbagliare a muoversi, facendomi male, non è nei suoi piani.

Ho capito che sì, la mia libertà, anche quella, lo spaventa ma lo affascina, come le cose nuove. E’ una cosa nuova, dicono che lui libero non lo sia stato mai. E non me lo chiederà probabilmente, ma potrò sempre provare a tendergli la mano e a fargliela assaggiare, a piccole dosi, questa libertà.

Siamo così diversi.

Ho anche capito che forse, anzi, senza forse… Ho capito che, quasi sicuramente, non andrà a finire bene. Ci faremo male. Certo, anche bene, ma un po’ male. Ho capito che, però, ne vale la pena. Ho capito che il prossimo non sarebbe lui, e la prossima volta non saremmo noi, ammesso e concesso che ci sia questa prossima volta. Pessimismo? No. Penso si tratti più di una scossa ricevuta. Perché la vita è adesso, domani boh.

Ho capito che ho tanti impegni, che presi uno ad uno danno forma a quel famoso equilibrio di cui parlavo, ma che vale la pena sovvertirlo. Vale la pena seguire le incognite e va bene non sapere, va bene non farsi domande, va bene un pizzico di follia, va bene volersi vivere quella persona, diversa, lontana anni luce, perché la vita è adesso.

Riassunto: più che il modo di essere single, è cambiata la prospettiva. Anche se quella, è cambiata un po’ per tutti.

E’ chiaro che come in ogni cosa, niente è da generalizzare, ma possiamo ben dire che, in generale, abbiamo capito che vale la pena rischiare, vivere, e rischiare anche di farsi male, se lo si sente, purché sia adesso. Prendendoci una pausa (costretta) dalla vita, abbiamo imparato che è meglio provare a vivere un amore, anche se folle, adesso, che aspettare necessariamente quello ‘più giusto’ arrivare domani. Abbiamo imparato a buttarci.

Fermandoci dalla vita, abbiamo un po’ imparato a voler vivere, e a smetterla di sopravvivere.  E allora, evviva le incognite e gli ordini nuovi.

Certo, stare attenti rimane comunque importante, ed è importante non confondere l’incognito con l’impossibile, proprio per non intaccare il tempo che abbiamo, proprio perché prezioso. Dovremmo tenere conto del fatto che le relazioni, in qualunque loro accezione, non dovrebbero mai fare solo male, che quando fanno solo male è più giusto lasciarle andare. Dovremmo, però, prenderci lo sfizio di scoprirlo, se ci faranno male, o tanto, tantissimo bene.

Perché la vita è adesso, ed è questo il bello.

di Gianna Maria La Greca 

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*