Ayrton Senna: “un uomo delle stelle, un uomo del cielo”

A 27 anni dalla morte, il pilota brasiliano è ancora una leggenda della Formula 1 e uno dei più amati dal pubblico

Dal profilo Facebook Ayrton Senna è leggenda

Ayrton Senna, un nome che evoca ancora oggi, dopo 27 anni dalla morte, un senso di eternità e leggenda. Un uomo, un pilota che ha lasciato un segno indelebile nel cuore degli appassionati della Formula 1 e non solo. Ripercorriamo le varie tappe della sua brillante carriera automobilistica, fino alla tragedia che ha segnato un forte spaccato nella concezione delle corse automobilistiche. Cercare di capire perché  Ayrton Senna è ancora oggi considerato ”The Magic”.

Nascita di una Leggenda

Ayrton Senna da Silva nato a San Paolo, in Brasile il 21 Marzo 1960, ha nutrito, fin da bambino, una forte passione per le gare automobilistiche e partecipò – vincendo – anche a numerose gare di kart. Una passione dunque che lo ha portato ad interessarsi al funzionamento delle auto da corsa e a sviluppare quella competitività che lo ha sempre contraddistinto.

Trova nella Formula Ford il suo trampolino di lancio dove, dopo anni di gare, il suo potenziale non resta inosservato: vince infatti i campionati d’Inghilterra del 1981. Soltanto dopo la vittoria di 22 gare e del campionato nel 1982 approderà alla tappa successiva, la Formula 3. Qui Ayrton dovrà fronteggiare la nuova speranza britannica, Martin Brundle. 

Questa competizione lo porterà ad una lotta all’ultima curva sulla pista di Thruxton, ultima gara della stagione, dove conquisterà  pole position, gara e titolo dopo aver fatto ricostruire il motore dalla Novamotor italiana. Da qui in avanti il nome di Senna riscuoterà un forte eco nel mondo delle gare automobilistiche; facendo ingresso nella tanto ambita Formula 1. Era il 1984, Ayrton corre con la Toleman (che in futuro diventerà la Benetton di Briatore) una macchina che non era di certo tra le migliori in circolazione, ma grazie alla sua bravura riuscì a farsi notare fra tanti. 

In F1, infatti, è importante essere un bravo pilota, ma avere anche una buona macchina con un buon motore. La gara che darà inizio alla leggenda è quella del Gran Premio del Portogallo,  il 21 Aprile 1985, nel circuito dell’Estoril. Delle previsioni metereologiche, come la pioggia, non certo favorevole per i piloti in quanto diminuisce notevolmente l’aderenza delle ruote sull’asfalto. Ma per Ayrton questo è solo un vantaggio. Riuscirà infatti a recuperare giro dopo giro arrivando così alla vittoria. Il primo podio di Senna nella Formula 1.

Da qui in poi, si parlerà di Ayrton Senna, la leggenda.

Storia di una rivalità ‘giapponese’

Nel 1985 Senna corre per la Lotus, ma soltanto nel 1988 firmerà quella che diventerà la collaborazione più importante: la McLaren. In questo ambiente Ayrton è l’ultimo arrivato e si troverà di fronte a quello che sarà il suo rivale per eccellenza, il francese Alain Prost, uno dei piloti più conosciuti e vincenti nel mondo della Formula 1. Una rivalità che potrebbe essere comparata solo a quella tra Niki Lauda e James Hunt. Nel 1988 Prost era già pilota della scuderia da 5 anni, mentre Senna era la new entry, spinto dalla passione e dalla voglia di vincere che delineeranno tutta la sua carriera.

Il dualismo tra i due si infiammò sulla pista del Gran Premio del Giappone, Suzuka. Da una parte Prost: più metodico, che calcolava ogni movimento, ogni curva e ogni centimetro di quella pista; dall’altra Senna, riflessivo ma anche istintivo nel destreggiarsi con le auto. Era l’Ottobre del 1989.

I semafori si spengono, i piloti danno gas alle loro auto. La gara inizia, ma si prevede pioggia e questo rende la gara di Ayrton molto più vantaggiosa. Si dice infatti che questa sua abilità nel destreggiarsi in pista con la pioggia sia nata proprio nella sua infanzia quando correva con i kart, cercando di battere un suo amichetto, che lo aveva battuto precedentemente proprio in una gara mentre pioveva, si allenò tutti i giorni , soprattutto nelle giornate di pioggia. Rendendolo così imbattibile e veloce rispetto a tutti gli altri. All’inizio della gara però Prost riesce a partire meglio di Ayrton, ma se per Prost vincere è importante, per Ayrton divenne una priorità.

Così nel corso del 47° giro tenta il sorpasso all’altezza del Triangle Chicane, caratterizzata da un imbuto molto stretto che consentiva il passaggio di una macchina per volta, ma Prost anticipandolo gli chiude l’ingresso. I due si scontrano inevitabilmente, le due McLaren sono bloccate entrambe. Senna chiede ai commissari un aiuto per spostare la monoposto riuscendo così, dopo una sosta veloce, a riprendere la gara.

Entrambi conquisteranno la pole position, Senna al primo posto mentre Prost al secondo, sebbene il clima tra i due fosse teso. Solo al fine della gara si scoprirà che a seguito di alcune valutazioni si deciderà per la squalifica di Senna, poiché avrebbe avuto un vantaggio nella ripresa grazie all’aiuto dei commissari. Gli venne inoltre sospesa la superlicenza FIA (una qualifica necessaria per partecipare come pilota a un Gran Premio di Formula 1) per 6 mesi e quindi il non poter riprendere a guidare prima della stagione dell’anno successivo.

È il 1990, Alain Prost passa alla scuderia Ferrari, Senna resta con la McLaren. I due rivali si ritrovano un anno dopo a Suzuka, penultima gara del campionato. La gara ha inizio, quando, giunti alla prima curva Senna sperona Prost, le due macchine sbandano e si ritrovano sulla sabbia. La corsa è finita per entrambi. Senna viene confermato Campione del Mondo, riprendendosi quella rivincita che tanto aspettava.

Nel frattempo il rapporto tra la Ferrari e Prost non è dei migliori e nel 1992 decide di prendersi un anno di stop dalle gare automobilistiche. Ayrton continuerà a gareggiare e mostrare il suo talento non soltanto come pilota, ma anche come un attento conoscitore della vettura. Un mix perfetto che ha fatto di lui uno dei piloti più talentuosi e apprezzati degli ultimi anni.

Il passaggio alla Williams

È il 1993, Senna si conferma campione del mondo per la quarta volta, pur rimanendo alla McLaren con molte perplessità. Dopo varie trattative riesce a passare ufficialmente alla Williams l’anno successivo; in quegli anni infatti la Williams si impone come scuderia dominante e la McLaren ne soffre. Ayrton cercò più volte di passare alla Williams, proprio perché era risaputo essere la migliore in campo, soprattutto per i vari dispositivi tecnologici di cui era dotata. Sarebbe stata la macchina vincente.

Foto originali scattate da Luca Molinari, un mese prima dell’incidente a Imola

Solo dopo il passaggio effettivo alla scuderia si rese conto che la macchina non era neanche lontanamente paragonabile a quella dell’anno precedente. Infatti la monoposto, progettata dal britannico Adrian Newey riceverà delle critiche in quanto la zona dell’abitacolo risultava essere troppo stretta e la vettura pericolosamente instabile, rendendo così difficoltosa la guida a Senna. In aggiunta, l’eliminazione dei dispositivi elettronici come imposto dal regolamento di quello stesso anno, 1994: proprio per questo partirono da subito i collaudi per rendere la macchina stabile e sicura, in vista di quella che sarà la tappa del GP ’94.

1 Maggio 1994

Terza tappa del Gran Premio di San Marino, nell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola. Ayrton sembra essere più pensiero del solito. Probabilmente perché non sente la macchina sicura. Iniziano i giri di prova: è venerdì 29 Aprile, Rubens Barrichello – pilota brasiliano – rischia il peggio a causa del cedimento di una sospensione e della velocità troppo elevata uscendo dalla variante bassa, ma nonostante la monoposto si ribalta diverse volte ne esce fortunatamente indenne.

Il 30 Aprile, l’austriaco Roland Ratzenberger, arrivato al rettilineo, all’uscita della curva del Tamburello subisce la rottura dell’ala anteriore che, unita all’alta velocità, portano la monoposto ad essere ingovernabile.

L’impatto contro il muro della curva, che porta il nome del pilota canadese Gilles Villeneuve, è inevitabile. Il pilota non sopravvive al colpo

 

Foto originali scattate da Luca Molinari, un mese prima dell’incidente a Imola

 

Domenica 1° Maggio 1994, tra i camion delle scuderie Ayrton Senna scambia qualche parola con Lauda. Probabilmente percepisce la pericolosità della vettura, la sente scomoda. Pensava di cambiare scuderia, forse optare per la Ferrari. Chissà, forse avrebbe finalmente avuto un’ottima macchina degna del suo pilota, degna della sua bravura. La gara ha inizio, Senna è in testa, seguito solo da un giovane Michael Schumacher. Tutto prosegue regolarmente fino al 7° giro, quando Ayrton si prepara a sterzare in vista della curva del Tamburello, ma qualcosa va storto: non riesce a sterzare perché il volante non risponde e si schianta contro il muro della curva ad una velocità di circa 210 km/h. L’impatto è devastante. Viene trasferito subito all’Ospedale Maggiore di Bologna, la gara prosegue sperando per il meglio. Ore 18.40, Ayrton Senna, uno dei migliori piloti di Formula 1 viene dichiarato morto.

 

Un incidente (in)evitabile?

Le cause della morte di Ayrton Senna furono riscontrate nel cedimento del piantone dello sterzo che, dopo essere stato modificato e saldato nella notte, non ha retto allo sforzo, portando Ayrton a non riuscire più a sterzare e a schiantarsi inevitabilmente a forte velocità. Senna fu colpito dal braccetto della sospensione che si è malauguratamente infilato al confine tra visiera e casco.

L’inchiesta aperta nello stesso ’94  fu portata avanti per diversi anni. Nonostante le molteplici perizie fatte sui rottami della macchina che confermavano quale causa dell’incidente la rottura del piantone dello sterzo, nessuno è mai stato condannato o multato. Nel 2007 la Cassazione definirà le modifiche al piantone “mal progettate e mal eseguite”, dichiarando il comportamento di Patrick Head, co-fondatore della scuderia Williams, “colposo, commissivo ed omissivo” e l’incidente “prevedibile ed evitabile”.

Foto originali scattate da Luca Molinari, un mese prima dell’incidente a Imola

A distanza di anni, sebbene la Williams abbia subito un declino negli anni successivi all’incidente con conseguente perdita di rapporti con la Renault, la morte di Ayrton Senna resta tutt’ora una frattura nel mondo della Formula 1.

Dopo gli incidenti di Ratzenberger e Senna il circuito di Imola, già conosciuto per le sue difficoltà, fu modificato e reso meno pericoloso. Le modifiche furono fatte dal progettista Zaffelli. Il tratto tra il Tamburello e Gilles Villeneuve in cui perse la vita Ratzenberger fu ricreato con un’altra variante e nello specifico la curva del Tamburello venne sostituita con una lenta chicane, variante con una o più curve solitamente a forma di S, che riducono visibilmente la velocità delle vetture. Probabilmente meno scenica agli occhi degli spettatori ma certamente più sicura.

Ayrton Senna, però, vive ancora oggi

Oggi il nome di Senna è entrato nell’Olimpo della Formula 1 per le sue doti straordinarie con le macchine da corsa dimostrando che, pur non avendo avuto delle monoposto ottime è riuscito comunque a raggiungere livelli altissimi. Inoltre, solo dopo la morte, la sorella ha rivelato che Ayrton donava dei soldi in Brasile per beneficenza. Questo rispecchia il suo carattere riservato, gentile e rispettoso nei confronti di chi ne aveva più bisogno. La sorella, durante un programma televisivo citò infatti una frase del fratello che diceva: ”I ricchi non possono vivere su un’isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità”. La fondazione a suo nome Instituto Ayrton Senna è tutt’ora attiva e presente in Brasile.

A ricordarlo anche il cantante nostrano Lucio Dalla che gli ha dedicato una canzone, intitolata proprio Ayrton Senna. Infine il docu-film SENNA uscito nel  2010 e diretto da Asif Kapadia che racconta la storia di un giovane Ayrton che, con il suo animo nobile è riuscito ad arrivare nei cuori delle persone e mostrare le sue capacità di pilota di alto livello. Il suo ricordo oggi, a distanza di 27 anni, è più vivo che mai.

Di Simona Gallo

Si ringrazia Luca Molinari per le preziose foto

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