L’arte ai giorni nostri: le creazioni digitali tra opportunità e limiti

Com'è cambiato il mercato artistico? Quali strumenti ha a disposizione l'artista di oggi? Ne parliamo con Paola Zanghì, giovane illustratrice freelance di Torino

opere d'arte digitali

Le nuove tecnologie sono ormai le protagoniste in ogni ambito. Con la pandemia la loro importanza è aumentata ancora di più e qualunque lavoratore a cui è stata tolta la possibilità di esercitare in sicurezza il proprio mestiere ha cercato di aggrapparsi alle tecnologie a disposizione e andare avanti grazie a queste. È questo il caso anche degli artisti. Persone con un talento e una sensibilità non comune, ridotte a  lavorare con molta meno ispirazione di prima nelle proprie case, ma che ci stanno regalando comunque opere d’arte meravigliose.

A questo proposito ultimamente abbiamo tutti sentito parlare di “NFT“, acronimo di “non fungibile token”. Gli NFT sono un tipo di token crittografico su Blockchain che rappresenta un asset unico digitale o reale. In sostanza un’opera digitale NFT è digitalmente firmata dall’artista che l’ha realizzata e ciò la rende diversa dalle copie in circolazione. Quell’opera sarà sempre riconducibile al suo autore. Basta questo ad un artista? Quali sono effettivamente e concretamente le opportunità (nel mondo digital) e le difficoltà oggi per un artista?

La vita degli artisti tra passione e difficoltà: ricevere likes non basta

Anche gli artisti si sono adeguati e con grande coraggio continuano il loro percorso.  Paola Zanghì, illustratrice freelance di Torino, spiega che non è del tutto facile guadagnarsi da vivere con la propria arte. La cosa positiva è che oggi ogni artista ha modo di appoggiarsi a piattaforme diverse, trovando più o meno riscontro. Non tutti gli artisti però utilizzano questi mezzi, come ad esempio il sito Opensea, in cui è possibile comprare e vendere oggetti basati su blockchain e in particolare oggetti da collezione digitali. “Per quanto mi riguarda riesco a trovare più feedback positivi su Instagram che su piattaforme che offrono un vero e proprio servizio di vendita” ci spiega Paola. Lei infatti ha un buon seguito sui social e questo le permette di avere interazioni buone. Questo, purtroppo, non significa in automatico riuscire a guadagnare con le proprie creazioni: ci vuole tanta determinazione e un pizzico di fortuna. “Avendo un seguito nazionale per me è difficile poter realmente guadagnare con i miei lavori. Per esperienza personale mi sento di dire che l’italiano medio spende poco per l’arte” prosegue Paola. 

 

 

 

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Si percepisce quindi il bisogno di sensibilizzare giovani e adulti verso nuovi contenuti artistici, per far fiorire questo mondo. Come ci racconta la giovane e talentuosa artista, sui social si trovano commenti positivi e tanto appoggio “ma quando si inizia a parlare di cifre, nonostante siano ridotte, le persone tendono a ritirarsi”. Ma non bisogna demotivarsi. Le opportunità ci sono anche in Italia: “Mi è capitato di essere contattata da persone che non solo apprezzavano il mio operato, ma erano intenzionate all’acquisto per il giusto prezzo”. Attraverso stories su Instagram, post e tanta determinazione anche artisti non ancora conosciuti internazionalmente possono creare le basi di un futuro.

 

 

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Paola inoltre ci parla di Patreon, una piattaforma online per la realizzazione di progetti, non necessariamente artistici, che i fruitori possono contribuire a creare attraverso abbonamenti. Tramite gli abbonamenti disponibili si può avere accesso ai contenuti dei lavori. “Ci sono vari tipi di abbonamenti, ai quali il creatore del progetto fa corrispondere delle ricompense: se si sceglie un abbonamento più costoso si ricevono più ricompense”. È un sito molto versatile: aiuta artisti, youtuber, scrittori e potenzialmente ogni persona creativa che abbia da offrire contenuti in senso lato. 

Qual è la differenza sostanziale tra opera fisica e digitale?

Ma al di là della vendibilità dell’opera c’è sempre un lato affettivo e culturale quando si parla di arte. “L’opera tradizionale rimarrà sempre qualcosa di unico, in uno stato fisico e definito, mentre l’opera digitale resta in uno stato non fisico, a meno che non venga stampata – suggerisce Paola – sicuramente il digitale dimezza i tempi di lavorazione, soprattutto nel campo del fumetto e dell’illustrazione, ma il tradizionale riesce a rendere un’opera un po’ più unica e forse di maggior valore affettivo. Le gallerie d’arte restano tutt’oggi più elitarie”. Vendere le proprie opere ad un’asta o esporle in gallerie è infatti difficile se non si è conosciuti: “Le gallerie, per la mia esperienza, funzionano di più se si è artisti  già affermati. Per quanto riguarda il mio campo, quindi illustrazione e fumetto, molto spesso sono più utili i social, anche se esistono gallerie specializzate in fumetti ma purtroppo non adatte per gli esordienti” ci spiega Paola e aggiunge “Ci sono delle mostre ogni tanto ma spesso sono collettive e non appoggiate a gallerie effettive”.

La differenza tra le due forme d’arte è forse proprio questa: la sfera affettiva che si crea per un quadro comprato fisicamente e appeso al muro di casa propria, e il valore intrinseco di un’opera nel suo essere concreta. 

Mercato Italiano: bisogna promuovere l’arte in ogni sua forma

 

 

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Le cose al giorno d’oggi stanno mano a mano migliorando anche per artisti digitali. La gente inizia a capire questa forma d’arte e a valorizzarla. “Se si parla di stampe o riproduzioni su oggetti tramite siti come Cover, Sketchook e altri, in Italia il mercato va abbastanza bene anche se all’estero c’è molta più valorizzazione dell’arte, del fumetto e dell’illustrazione”. 

Alla luce di tutto questo, è forse giunto il momento che anche in Italia ci impegnamo a sostenere questa innovativa forma di fare arte? Sapendo, a maggior ragione, che i fondatori e i promotori principali di questa realtà sono giovani artisti che esprimono la propria creatività e il proprio talento in queste opere e non si ha nulla in meno rispetto ad altre forme artistiche. Bisogna solo imparare ad apprezzare e ad amare la novità.

di Camilla Bosi

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