We are plastic – Message in a bottle: l’arte nel segno della sostenibilità fa ripartire Parma 2021

Un'opera pubblica ai tempi della pandemia: all’Ospedale Vecchio nascerà l’installazione artistica di Elisa Cantarelli realizzata grazie alla collaborazione della cittadinanza

Ph Edoardo Fornaciari

Parma 2021 riparte e lo fa anche con un progetto artistico partecipato dalla cittadinanza, grazie all’associazione Quadrilegio. ‘We are plastic – Message in the bottle’ nasce dall’idea dell’artista parmigiana Elisa Cantarelli ed è coordinato da Irene Toscani.

Ogni cittadino ha potuto partecipare alla realizzazione e ogni ‘Message in a Bottle’ si trasformerà in una grande opera d’arte condivisa. L’obiettivo principale dell’iniziativa è quella di porre l’attenzione sul riuso più consapevole della plastica.

L’installazione prenderà vita dal 15 al 23 maggio sotto i portici di via D’Azeglio. Nel frattempo i tanti cittadini interessati hanno potuto ritirare i kit di pittura gratuiti forniti dall’associazione e realizzare le bottiglie riciclate ‘puntinate’, attraverso la tecnica del dotting, che occuperanno il soffitto dei portici dell’Ospedale Vecchio.

Le bottiglie sono state restituite agli organizzatori che ora presso l’Ospedale Vecchio insieme all’artista stanno lavorando per l’installazione. Si cercano ancora volontari che vogliano partecipare “all’unione delle bottiglie” per cui chiunque volesse partecipare in sede di realizzazione dell’installazione, è ben accetto (scrivere a: quadrilegio2020@gmail.com)

message in the bottle (1)

Un’opera collettiva ai tempi del Covid-19

Era l’estate 2019 quando Elisa Cantarelli propone di realizzare un progetto ambizioso in vista di Parma capitale della cultura 2020. Inizialmente si pensava di riprodurre le sagome dei vari monumenti della città, sempre recuperando materiali di scarto da riciclare, ma poi l’idea evolve e insieme a Quadrilegio nasce ‘We are the plastic’ che ha subito coinvolto gli alunni dell’istituto comprensivo Parma Centro e del Liceo Artistico Toschi.

I dirigenti scolastici e gli insegnanti hanno collaborato perché hanno ritenuto molto valido il progetto dell’artista. “E’ stato bello vedere l’entusiamo di questi ragazzi. – commenta la coordinatrice del progetto Toscani –Sono tutti impazziti per l’artista e non vedevano l’ora di aiutarla a realizzare quest’opera. Queste attività andrebbero organizzate più spesso nelle scuole per mettere in contatto i bambini con l’arte e con il concetto di sostenibilità, ma ci vorrebbe un maggiore contributo per aiutare le singole associazioni che da sole, con le loro risorse, non riuscirebbero. Sarebbe bello se le istituzioni, ma anche le aziende private, si facessero promotori di iniziative come questa perchè il nostro futuro è proprio in questi ragazzi”.

Gli alunni hanno dipinto oltre un migliaio di bottiglie puntinate per l’inaugurazione prevista per la fine di marzo 2020, ma a causa della pandemia si è dovuta rimandare.  

Durante l’estate dello scorso anno Elisa Cantarelli non si è di certo arresa ed ha partecipato al Rossana Orlandi Plastic Prize arrivando in finale con questo progetto. A ottobre 2020 ha quindi riproposto questa iniziativa al Comune di Parma ottenendo un sostegno e il patrocinio. Si decide però di estendere la collaborazione a tutta la cittadinanza, non più soltanto alle scuole, con l’obiettivo di pesare meno sugli insegnanti, già messi a dura prova dalla Dad.

Un progetto, quindi, che ha voluto far partecipare tutta la città consegnando 2 mila kit di pittura monodose a cui si aggiungono le 1.200 bottiglie realizzate dagli alunni. Oltre 3 mila bottiglie saranno quindi appese sotto ai portici dell’Ospedale Vecchio.

Il significato dell’installazione

Il puntino (“dot”) è il segno distintivo dell’arte di Elisa Cantarelli. Giunge a questa sua cifra stilistica dopo una serie di sperimentazioni cominciate quando si trovava all’Accademia di Belle arti di Bologna nei primi anni 2000.

Ma al di là della precisione che richiede questa tecnica per riuscire bene, dietro a questa call cittadina c’è uno scopo più umano che artistico. “Mi interessa che si divertano tutti al di là del fatto che le bottiglie vengano bene o male – rivela l’artista – Non è importante il risultato, ma il tempo che ci abbiamo dedicato. Un tempo che dedichiamo a noi stessi e a un’attività che può essere anti stress. L’importante, quindi, è il messaggio non l’estetica. Inoltre è interessante vedere il livello di cura che ciascuno mette nel realizzare la sua bottiglia, dice molto del carattere delle varie persone”.

Ph Edoardo Fornaciari

All’interno della bottiglia, in un foglietto arrotolato, ognuno può inserire un messaggio personale che va così ad amplificare l’aspetto comunicativo dell’installazione. Quando l’opera sarà disinstallata, inoltre, tutti i partecipanti saranno invitati a ritirare a caso una delle bottiglie, ricevendo così il “pensiero” di chiunque l’abbia realizzata.

“Ognuno lascia un pezzettino di sè nella sua bottiglia – spiega l’artista Cantarelli – e in cambio riceve un pezzettino della vita di qualcun altro”.

Quest’opera viene realizzata a Parma ma Cantarelli, da anni residente a Londra, afferma che le piacerebbe poterla realizzare anche in altre città italiane ed estere.

Spero che il periodo incentivi sempre di più l’arte pubblica. Questo tipo di arte ‘all’aperto’ è stata una grande soluzione in questi tempi di pandemia. Tuttavia, non vedo l’ora che ripartano anche le attività di fiere e gallerie perchè è con questo che guadagnano veramente gli artisti e si può continuare a fare arte”.

E sempre a proposito di pandemia, non tutto vien per nuocere, ma è arrivata una lezione da imparare per il futuro, anche per il mondo artistico. “Ha dato una grande accelerata alla digitalizzazione e alle mostre virtuali, grazie alle quali si sono salvate molte realtà”.

di Lorena Polizzotto

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