I (mille) colori della fragilità

Il nuovo romanzo della scrittrice parmigiana Teresa Giulietti

Un palazzo popolato da artisti, nel cuore di Parma. Laura torna nella città natale, a seguito dell’ennesima delusione amorosa, per cominciare una nuova vita. Ammaliata dal fascino ottocentesco dell’edificio, la protagonista decide che quella sarà la “casa della rinascita”, dove potrà scrivere le sue sceneggiature, coltivare erbe aromatiche sul terrazzo e rilassarsi assieme alla sua inseparabile gattina Ginevra.

Sullo stesso pianerottolo abita un professore, una figura alla Humbert Humbert della Lolita di Nabokov, che lascia dei libri sulla porta di Laura, giochi perversi. Al piano superiore c’è June, una scultrice nordafricana dalle forme androgine, che maneggia l’argilla in maniera anticonvenzionale; al primo piano la famiglia di Lorenzo, con il cane Cip.

Sullo sfondo rimane l’amante della giovane donna, Francesco, che entra ed esce dalle pagine del romanzo, così come dalla vita di Laura.

La rinascita della protagonista porta con sé strascichi del passato: l’amore da cui è appena uscita, i ricordi della madre, tanto affascinante quanto vulnerabile, e il primo incontro con Francesco, avvenuto a una mostra galleggiante nella splendida Venezia.

Il romanzo si conclude con un viaggio nella capitale francese, lasciando un finale aperto: tutto è possibile e spetta al lettore immaginare come si comporterà Laura al ritorno da Parigi.

Ossa color vento

– Lorenzo sarà molto importante per la rinascita di Laura. La giovane donna diventa sua insegnante per seguirlo nei compiti: egli è affetto da osteogenesi imperfetta e studia a casa. Sebbene questa malattia renda il suo corpo fragile e debole, la sua mente al contrario è straordinaria: nonostante i suoi 12 anni, il giovane Lorenzo diventa un piccolo guru, un grillo parlante per la protagonista. Laura è sua insegnante, ma presto diventa sua allieva. Il ragazzo è appassionato di arte, poesia, letteratura e trascorre il suo tempo ad assimilare più conoscenze possibili. Lorenzo vive con i colori, conferendo a ciascuna persona le sue sfumature.

Il personaggio del ragazzo dalle ossa di vetro è una figura a cui Teresa Giulietti è molto affezionata e che ha realmente incontrato durante il suo lavoro come ghostwriter, nel 2015. Alla scrittrice era stata commissionata una storia dal padre del ragazzo e Teresa è rimasta colpita dalla sua vicenda, tanto da inserirlo nel romanzo. Nonostante il libro parli prettamente di figure femminili e gli “uomini siano solo un contorno”, Lorenzo sarà uno degli “aiutanti” della protagonista, assieme alla scultrice June e alla gallerista Miriam, cara amica di Laura.

Tornare a casa e riscoprire sé stessi

Anche June sarà una figura di riferimento per la giovane donna in questo particolare momento della sua vita. Sempre in pensiero per Francesco, Laura trova nella scultrice una donna forte ed emancipata, a cui vorrebbe ispirarsi. Un’amicizia che presto sfocerà in sentimenti più profondi. L’amore saffico entra per la prima volta nella vita di Laura, che spera una volta per tutte di voltare pagina con il suo spietato amante.

“I colori della fragilità” è ambientato a Parma e Teresa Giulietti offre degli sguardi straordinari della città: Laura passa le sue giornate tra gallerie d’arte scavate in nicchie vicino al Duomo e graziosi negozi d’antiquariato che animano via Nazario Sauro. Sebbene il romanzo sia ambientato prevalentemente in luoghi chiusi, questi scorci parmigiani non stonano e conferiscono una “boccata d’aria”: quella di Laura che decide di uscire dalla sua comune di artisti per schiarirsi le idee.

Teresa Giulietti mette molto di sé in questo romanzo: “è autobiografico sia nella forma che nella narrazione, piuttosto che nei personaggi”. Chi conosce la scrittrice coglierà sicuramente molti cenni autobiografici. Dopo anni di lavoro come ghostwriter è tornata a scrivere un romanzo, mettendosi alla prova e confrontandosi con sentimenti forti, di cui ha sempre avuto paura. La Giulietti ha creato una storia estremamente fluida, musicale, in cui i dialoghi si intrecciano con i flussi di coscienza della protagonista e con la sceneggiatura che sta scrivendo.

Di Virginia Barilli 

 

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