Chi dice che i Maneskin non fanno Rock? Ah sì, i soliti puristi

La band e il polverone inutile sollevato dopo la loro vittoria all'Eurovision: forse è meglio lasciarli suonare e stare zitti e buoni

Perché ogni volta le persone devono ricercare questo purismo nelle cose? Perché c’è sempre un purista che deve declamare le sue ragioni criticando tutto e tutti, definendo i contorni di ogni fenomeno?

Nel caso dei Maneskin è stato criticato il fatto che non fossero definibili davvero rock, cosa che ha alzato un polverone, a mio parere inutile. Infatti, le tanto conclamate ragione dei puristi del rock, sulla loro vincita all’Eurovision hanno dato sfogo  alle migliori considerazioni di sempre: ‘era tutto calcolato’ oppure la frase usata come jolly per dare una spiegazione a tutto: ‘hanno pagato per vincere’.

Pensiamoci un attimo: hanno la media di 20 anni, sono quattro ragazzi con gusti e stili musicali diversi fra loro. Stanno cercando di creare uno stile che li contraddistingua e rendere pienamente fieri del proprio prodotto musicale.

Certo, il loro non è uno stile ben preciso e catalogabile in una di quelle categorie stile Wikipedia. Detto ciò adesso mi aspetterei le critiche dei super rockettari ancorati ‘all’unico vero rock’, quello degli anni ’80.

Che per carità, rock puro e forte ma comunque un modo di fare rock legato a quegli anni.

Infatti se facciamo un passo in avanti, il rock del decennio successivo entra già in collisione con quello “autentico’’ perché con caratteristiche diverse e a tratti meno ‘cattivo’. I Guns n Roses, gruppo degli anni ’90, non ha suscitato approvazione al 100% ma sicuramente ha vissuto le influenze di quegli anni creando comunque un ottimo stampo rock. Lo stile Guns n Roses, appunto.

Trovo tutto al quanto discriminante: chi decide che una canzone o una band sia davvero rock? Lo stile? Il batterista che si uccide sulla cassa della batteria? Un assolo di chitarra elettrica da paura? Forse le urla di liberazione misto a sfogo freudiano – probabile anche questo. Io amo la musica rock, ma bisogna anche fermarsi un attimo e capire oggettivamente che ogni decennio ha portato cambiamenti anche nel campo della musica, con nuove influenze e sperimentazioni. Anche perché se il rock avesse avuto lo stesso stampo degli anni ’80 non penso sarebbe sopravvissuto fino al 2021.

Ma soprattutto perché i QUEEN, campioni del mondo in cambio di stile, sono definiti comunque rock? Freddie Mercury – e non Freddy (grazie per la breve e circoncisa lezione di inglese) – ha un timbro di voce definito baritono ma a tratti soprano, in grado di superare vocalità femminili di soprano.

OMG, una voce adatta alla musica lirica, eppure conosciuto come il frontman di una delle band più rock al mondo. Infatti tra i tanti album e canzoni super rock, approvata dal consorzio degli ultra 60enni nella lista dei ‘veri rock’, ci sono canzoni come Bohemian Rhapsody che se proprio vogliamo dirla tutta non rientra esattamente nel genere.

Sicuramente ci sono canzoni meno conosciute con stampo rock più marcato come Prince of the universe o Tie your mother down. Si ma loro sono i Queen, mi direte, quindi se sono super conosciuti ed apprezzati va bene ma se sono un gruppo come i Maneskin nati da poco che cercano si farsi spazio nel feroce mondo del business musicale allora non va bene.

Ricordiamoci che l’album in cui c’era Want to Break Free fu un vero e proprio flop insieme ad altre canzoni, per non parlare dei primi anni della band. Solo dopo vari concerti e altri album vennero riconosciuti e da lì apprezzati e venerati. Quindi, perché non dare una chance a questa giovane band che sta cercando di delineare un proprio stile. Che, a differenza dei Queen, hanno avuto da subito un gran successo. Ok, i social hanno aiutato, la tv e tutto le cose super tecnologiche della nostra epoca. Ma almeno si sono presentati con gli strumenti base e senza autotune o gingilli vari ma con basso, batteria e chitarra e una voce quella di Damiano che, lasciando da parte la rievocazione ormonale femminile che provoca, ha un timbro unico e raro che si combina perfettamente alle loro canzoni.

Ma spostiamoci per un attimo a due delle mie rock brand preferite per capire le influenze, troppo lontane dal rock, che si sono amalgamate perfettamente rientrando in tutti quei sottogeneri rock come space rock, alternative rock, rock progressive e via dicendo.

Partiamo dai Linkin Park.Chester Bennington aveva una voce e uno scream che ricordava più il metal che il rock ma allo stesso tempo dolce e delicata. In pratica era un Rocher. Per non parlare della parte rap del grande Mike Shinoda e l’elettronica che rendeva tutto una vera e propria eplosione di energia. Quindi, ricapitolando abbiamo, rap ed elettronica che con il rock non hanno nulla a che vedere ma la cui combinazione ha reso i Linkin Park uno dei pilastri della musica rock degli anni 2000 e che avrebbe continuato se solo quel brutto mostro non avesse trascinato Chester nel baratro.

Un’altra band che, a mio parere, ha giocato maggiormente con le sonorità e le influenze di generi diversi in tutti i suoi album, rimanendo unica nel suo genere: i MUSE. Musica classica, composizioni che neanche i migliori film, suoni strani ed elettronici creati in studio, registrazioni di urla e rumori quasi innaturali uniti a orchestre sinfoniche, assoli di chitarra da pelle d’oca e una voce in falsetto che non pensavi potesse esistere in natura. Ecco, i MUSE sono tutto questo. Un incastro perfetto di elementi apparentemente discordanti tra loro ma che funzionano divinamente. Infatti ogni album è diverso proprio perché gioca con le varie influenze. Quindi, se una rock band come questa di fama mondiale può mescolare vari generi e restare comunque unici nel loro genere, perché non possono farlo anche i Maneskin?

Forse siamo troppo ancorati ai grandi big della musica che ‘una volta era meglio’, unito al grande classico ‘si viveva meglio quando si viveva peggio’. La novità lascia sempre perplessità, soprattutto se ruota attorno a un genere già conosciuto con grandi nomi.

Quindi, perché non dare una possibilità a questi ragazzi? Che hanno del talento, perché c’è! E forse così avranno l’occasione di stupirci e perché no, magari andare ad un loro concerto. Sempre meglio dei concerti di  venerate band di veneranda età che sembrano uscite dalle Rsa.

 

di Simona Gallo

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