Festival Interno Verde svela i giardini ‘segreti’ di Parma

Curato dall’Associazione IlTurco, l'iniziativa ha incantato sia i turisti che i residenti, accogliendo oltre 2.500 visitatori

Il 5 e 6 giugno si è tenuta a Parma la prima edizione del Festival Interno Verde: una manifestazione che ha permesso di esplorare i giardini del centro storico parmigiano. Non solo in monasteri o palazzi storici, ma anche giardini situati all’interno di abitazioni privati. 

L’evento è stato curato dall’Associazione IlTurco e ha coinvolto un pubblico “intergenerazionale”, composto da persone di tutte le età. 

Partiamo dall’inizio: com’è nata l’iniziativa “Interno Verde”

Festival Interno Verde è nato nel 2016 a Ferrara dall’associazione IlTurco. Un’associazione che ha coordinato un’azione rigenerativa basata sulla valorizzazione e condivisione del patrimonio storico, architettonico, artistico e botanico privato, con strumenti quali collettività, singolo cittadino e azienda, comitato informale, e istituzioni. L’associazione Ilturco ha così creato e ideato “Interno Verde”, una manifestazione che permette di esplorare i più suggestivi e curiosi giardini privati del centro storico estense, attraverso i quali è possibile leggere la storia, i cambiamenti e i vissuti della città. 

La coordinatrice dell’evento, Licia Vignotto, racconta che l’iniziativa è nata da una curiosità, passeggiando per la città mentre si passava davanti a un portone chiuso, sognando i giardini che si nascondevano al suo interno. E’ iniziato tutto a Ferrara, nel 2016, poi a Mantova nel 2019, per arrivare a Parma nel 2021.  

Gli obiettivi che si cercano di raggiungere sono due: il primo è legato al patrimonio della città, dandogli un’altra chiave di lettura allo spazio urbano e al contesto storico, e il secondo è quello di valorizzare e sensibilizzare il verde della città. Si aggiunge anche un altro scopo: quello di facilitare una relazione di fiducia con i proprietari verso la città, aprendo i loro giardini per un week-end. 

Parma alla sua prima edizione: la gestione in zona rossa

Il presidente dell’associazione, Riccardo Gemmo spiega che “organizzare Interno Verde quest’anno, come si può immaginare, è stato particolarmente complesso”. Il progetto a Parma è stato realizzato durante la pandemia, e non è stato facile per via della zona rossa. Le persone coinvolte, i proprietari, tuttavia “sono stati splendidi e molto ospitali.  Abbiamo avuto un riscontro molto positivo anche per il pubblico con oltre 2.500 visite” conclude. 

“Ogni giardino racconta una storia, approfondisce un momento particolare del passato, oppure si rende interprete di qualcosa che succede oggi” racconta la coordinatrice Vignotto. “A Parma sono molti i giardini che hanno mantenuto il loro spazio verde, e molto dei quali oggi fanno parte anche di qualche importante istituzione”. 

Interno Verde Parma è stato patrocinato dal Comune e dall’Università di Parma, dall’associazione Italiana Architettura del Paesaggio, dall’Associazione Nazionale Pubblici Giardini, da KilometroVerde Parma, Parma Alimentare, e infine Parma io ci sto!. Fa parte anche del calendario di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020-21. 

L’associazione IlTurco ringrazia i loro proprietari per la disponibilità e per aver creduto in questo progetto, e nel condividere la bellezza e la storia di queste meravigliose isole segrete. “La soddisfazione per questa prima edizione è davvero grande, ci auguriamo nel 2022 di poter proporre Interno Verde a maggio, nel pieno delle fioriture”, conclude la coordinatrice.  

I giardini di Parma

Eleganti corti rinascimentali, chiostri e orti medievali nascosti dai muri di cinta, piccole oasi fiorite di tranquillità e pace domestica, geometrie di siepi, e magnifici alberi secolari, celati alla vista dei passati dalle facciate dei palazzi.

Tra i 34 giardini messi a disposizioni, uno colpisce particolarmente, quello di  Villa Laura, in via Linati: dal carattere arioso e moderno, sono frutto dell’inizio del Novecento, nati dalla soppressione delle mura farnesiane. La composizione vegetale è creata in parte dalla nuova proprietaria, la signora Rosanna.  Anche il palazzo storico Dalla Rosa Prati, a due passi (letteralmente) dal Battistero di Parma, incanta grazie al suo cortile interno con settecentesche balconate in ferro battuto su cui si arrampica un maestoso glicine.

Parma è caratteristica di grandi e piccoli conventi, condotto da una o più comunità religiose. Alcuni secondo una vocazione monastica, altri per un cambiamento della comunità. Il Convento dei servi di Maria è tra questi, posto in piazzale dei Servi. Si insediarono in questo luogo nel 1305 e successivamente l’immobile passo ai domenicani fino all’arrivo di Napoleone, che decise di adattare lo spazio per un ospedale militare. In questo periodo si definì la nuova funzione del convento, affidato a don Carlo Gnocchi, che vi organizzò l’istituto dei “mutilatini”. Con il tempo il convento evolve la propria missione, e oggi negli spazi medici e specialistici offrono percorsi di riabilitazione e terapie, e il vecchio chiostro è diventato un vero e proprio giardino, dove pazienti e familiari possono trascorrere del tempo in serenità.  L’area è percorsa da sentieri che designano geometrie di aiuole, e al centro si trova la vera da pozzo, sormontata dalla struttura in ferro battuto: da qui, si irradiano otto spicchi, anticipati da un oleandro in vaso.  

Tra i tanti palazzi presenti a Parma, si cita il palazzo Araldi Ferrari, in Borgo della Posta, considerato uno dei più recenti: la struttura originale risale al tarso Cinquecento, poi ulteriori ristrutturazioni sono state eseguite due secoli dopo. La proprietà appartiene alla famiglia Quintavalla Ferrari dal 1930, che hanno fatto gli ultimi interventi per riparare i danni causati dai bombardamenti: l’aspetto attuale, semplice, si deve a Emanuele Quintavalla, noto decoratore pittorico, che negli anni 50 attuò un importante recupero e arricchì la struttura con le suggestive architettoniche delle logge e della terrazza. Attualmente, nello stabile vivono alcuni suoi figli e parenti. Il glicine dal pianterreno si arrampica sulla terrazza, attorcigliandosi alla balaustra in pietra decorata con vecchie statue, come un anziano leone.  

Si ammira anche il Palazzo Durando in via Saffi. L’edificio conserva lo stesso impianto tipico del settecentesco Atlante Sardi come “casa a corte con giardino”. Il primo scoperto, si trova l’aiuola rotonda disegnata dal bosso, con la bella camelia al centro e l’oleandro poco lontano. Il secondo cortile è più ampio, con un lampadario in ferro battuto e il rigoroso gelsomino in un grande vaso di terracotta. E infine, un terzo spazio, dove sulla parete si notano alcuni frammenti di intonaco inciso e brandelli di colore azzurro, giallo ocra e rosa, forse dei resti di un fondale dipinto. Infine, una rosa si arrampica sul muro.  

In Borgo Scacchini, invece, i piccoli quanto meravigliosi giardini sono il frutto della cura e della passione degli attuali proprietari privati. L’area sembra appartenuta in origine a un distaccamento del Monastero delle Grazie, che ospitava le iniziate alla comunità e una forestiera. Il prato è stato separato e ha dato vita alla conformazione di oggi. Al civico 7 si vede il camminamento di una bassa cancellata e al centro prosegue un orto diffuso tra le larghe foglie delle melanzane e limoni in vaso. Si ammira una siepe di crespino di giuliana e l’oleandro e a sinistra, una mensola dedicata ai gerani in vaso e alla coltivazione a scopo alimentare: prezzemolo, insalata da taglio e le aromatiche. Sotto una parete di edera si trovano l’albero di alloro, il caprifoglio, le rose, il rosmarino e gli ellebori.  

Ogni giardino racconta una storia, con i suoi colori e profumi, che potranno essere riscoperti (speriamo) anche l’anno prossimo con una nuova edizione a Parma che preannuncia anche nuove aperture straordinarie.

di Giulia Mastrocicco

Foto di Issraa Zorgui

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