A volte ritornano: l’abbraccio del Tardini per Gigi Buffon

Serata speciale ieri al Tardini, dove mille tifosi hanno riaccolto Buffon come nuovo portiere del Parma. Un filo lungo vent'anni, da Parma a Parma, tra ricordi del passato e speranze per il futuro

Buffon

Un anno e mezzo. Circa 500 giorni. Questo è il periodo di astinenza da stadio, patito dal sottoscritto. Un tempo effettivamente lungo, che è però sembrato non finire mai per tutto quello che siamo stati costretti a vivere nel frattempo. L’ultima volta era stata allo stadio Tardini di Parma. Era metà gennaio, faceva molto freddo e la squadra crociata batteva 2-0 il Lecce in uno scialbo posticipo di Serie A giocato di lunedì. A saperlo prima mi sarei comunque goduto al massimo quei momenti, non del tutto entusiasmanti.

Il ritorno allo stadio ha avuto ancora le sembianze familiari dell’impianto parmigiano, ma questa volta non si trattava di una partita di calcio. Un concerto? Nemmeno: la presentazione in grande stile di un nuovo acquisto del Parma. Ma come, la squadra è appena retrocessa ma viene fatta una presentazione allo stadio per annunciare un nuovo giocatore? Si, se questo giocatore è Gianluigi Buffon, autentica leggenda del calcio italiano e mondiale.

Se non è il portiere numero uno della storia poco ci manca: ha vinto praticamente tutto in carriera, soprattutto il Mondiale del 2006, quando sfiorò anche il pallone d’oro, poi andato al compagno Cannavaro. Il più grande rimpianto è la Champions League, più volte sfiorata e a lungo ricercata con Juventus e anche PSG, ma ormai dice di averci rinunciato: “Ho avuto offerte da squadre che potevano competere per vincerla, ma ho preferito essere titolare e protagonista qui a Parma“.

Il richiamo di casa è stato più forte di tutto, la voglia di essere ancora determinante a 43 anni ha fatto il resto. Si perché magari i più giovani non lo sanno, essendo abituati a vederlo in maglia bianconera, ma Gianluigi Buffon ha iniziato il suo straordinario viaggio calcistico proprio a Parma. L’estremo difensore carrarese è entrato nelle giovanili a 13 anni e a 17 esordiva in Serie A: 19 novembre 1995, Parma-Milan, risultato 0-0 e subito prima porta inviolata. Restò nella città emiliana fino al 2001, prima di passare alla Juventus per una cifra record. In maglia gialloblù vinse anche una Coppa Uefa, l’ultima vinta da una squadra italiana, e unico trofeo internazionale a livello di club per Supergigi. É bene ricordare – e anche Buffon lo ha fatto martedì allo stadio – che all’epoca il Parma era una delle squadre più forti d’Italia, protagonista in Serie A e anche a livello europeo, grazie a giocatori come Cannavaro, Veron, Almeyda, Asprilla, Chiesa (Enrico, non Federico) e Crespo.

Stadio Tardini

Stadio Tardini

Buffon e il Parma, un cerchio che si chiude dopo 20 anni

Dunque, tornando alla serata di martedì, non si trattava di una partita. Ciò nonostante, l’attesa per il ritorno allo stadio era tanta, al punto di sbagliare gate per l’ingresso. Può succedere, si era persa l’abitudine. Il secondo tentativo però è quello buono e le sensazioni quando si salgono le gradinate sono comunque sempre le stesse.

Ci sono solo mille persone, divise in due settori dell’impianto, ma non ci si può lamentare. La serata è presentata da Monica Bertini, volto noto parmigiano di Mediaset e da Fabrizio Romano, uno dei principali esperti di calciomercato italiani. Per l’occasione era presente anche il presidente del Parma Calcio Kyle Krause, artefice di questo grande ritorno che porta una sferzata di ottimismo in città dopo la delusione per la retrocessione.

Entusiasmo ma non solo: la lunga militanza juventina non rappresenta un’ottima referenza per una parte della tifoseria parmigiana. Nei giorni successivi all’annuncio è stato esposto davanti allo stadio uno striscione in cui si dava a Buffon del mercenario e del traditore per il suo passaggio a Torino del 2001. La gran parte della città sembra però soddisfatta ed entusiasta per il ritorno del numero 1.

L’altro ieri allo stadio c’era una grande atmosfera, sia tra i più grandi – che sfoggiavano maglie di Buffon o di altri campioni di quel magico periodo- sia tra i più giovani o tra i bambini, che hanno sentito parlare del primo Gigi parmigiano solo dai racconti dei genitori o dei parenti.

 

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La serata si è snodata, come ovvio che fosse, tra un continuo ping pong che coinvolgeva il passato, il presente e il futuro. Si è cominciato con la presentazione della nuova maglia dei portieri per la prossima stagione, che poi è un restyling di quella a strisce rosse e blu indossata dallo stesso Gigi oltre vent’anni fa.

Tanti sono stati poi gli aneddoti raccontati da Buffon sulla sua prima esperienza emiliana. “Ricordo ancora la prima volta che arrivai a Parma, con i miei genitori facemmo un giro intorno allo stadio e io già sentivo le vibrazioni e l’eccitazione che poteva darmi questo posto, questa gente; speravo di riuscire a disputare una partita al Tardini prima o poi“.

Città di Parma vista come una sorta di isola felice, non soltanto da Buffon, ma anche da tanti altri protagonisti di quella squadra che vinceva Coppa Italia e Coppa Uefa. Ci sono stati alcuni interventi di ex compagni, come Cannavaro, Boghossian, Benarrivo, o ricordi in prima persona dello stesso portierone azzurro. Ad esempio di come Asprilla abbia insistito tanto con lui affinché tornasse a Parma. Uno dei momenti più emozionanti è stato senza dubbio l’abbraccio con Ermes Fulgoni, storico preparatore dei portieri del Parma e scopritore del Buffon tredicenne.

Dal profilo facebook del Parma Calcio

Buffon: “Scelgo il Parma, nonostante la Serie B, per riportarlo dove merita”

Soprattutto durante la conferenza stampa di presentazione, Buffon ha spiegato le motivazioni della sua scelta, tutt’altro che scontata, e di quando ha iniziato a pensare a questa possibilità. “Dopo la partita Juventus-Parma, ad aprile, è venuto il presidente Krause negli spogliatoi e ad un certo punto mi chiede cosa avrei fatto il prossimo anno e se volessi ritornare a Parma. Era detta così, un po’ come battuta, ma da quel momento l’idea ha iniziato a germogliare. Ci ho pensato sempre di più fino a quando, qualche settimana fa, l’ho deciso d’istinto e ho mandato un messaggio a mia moglie ‘Si torna a Parma”.

Una scelta certamente romantica, ma non solo, ha pesato anche il progetto vincente del presidente Krause, che già dallo scorso anno ha iniziato un processo di svecchiamento della rosa con gli acquisti di giovani interessanti, la scelta di un tecnico nuovo e ambizioso come Maresca, proveniente dall’under 23 del Manchester City, e il progetto di modernizzazione dello stadio Tardini. A spingere Gigi verso l’Emilia sono state poi scelte famigliari: “Mi dispiaceva che la mia famiglia e i miei figli conoscessero poco della mia esperienza parmigiana e di quando fosse stata importante per me. Quando ho detto a mio figlio che andavo a Parma, lui mi ha risposto ‘Ma come Papi, mi hai detto che ti senti fortissimo e che vuoi giocare in Champions e vai a Parma?’ Il fatto che lui non capisse questa scelta mi ha fatto prendere la decisione“.

 

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“In tanti poi non sanno cosa rappresenta il Parma, la sua storia, si tratta della quarta squadra in Italia e 16esima in Europa per trofei vinti. Me ne sono accorto mentre sentivo le parole di Maresca che diceva come non fosse facile trattenere i migliori giocatori o convincerne altri a venire; questo mi ha dato molto fastidio e ho capito che potevo dare un segnale. La storia di questa squadra deve essere un valore ben presente per chi viene o resta a Parma”. Lo sguardo si è spostato poi sul futuro, a quella che sarà la prossima stagione, in Serie B, da affrontare con l’obiettivo di una pronta risalita, ma con la consapevolezza che non sarà facile. “Io non ho scelto il Parma in Serie B, ho scelto il Parma, così come nel 2006 scelsi la Juventus. Proprio perché ho già fatto questo campionato so che non sarà facile, servirà umiltà e determinazione. Persino con la Juve, pur essendo nettamente più forti e vivendo un anno divertente, ricordo qualche difficoltà iniziale a calarci nella nuova realtà”. Guardando ancora più avanti qualcuno chiede a Gigi se il mondiale del 2022 possa essere un obbiettivo. La risposta è “no, non può esserlo, al massimo un sogno. Io punto ad arrivarci in forma e poi si vedrà”.

A margine della serata c’è stato anche spazio per un classico giro di campo in cui Buffon ha ricevuto l’affetto dei tifosi, con tanto di autografi sulle maglie o sui palloni. Oltre al ritorno di Superman, c’è stato anche il ritorno dell’entusiasmo nella Parma calcistica; si spera che il prossimo ritorno sia quello dei gialloblù in Serie A, sulle ali di Superman.

di Pierandrea Usai

 

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