In Ungheria l’opposizione ha trovato chi può battere Orbán?

Con il 56,7 % dei voti , il conservatore Péter Márki-Zay vince le primarie organizzate dai 6 partiti di opposizione , battendo la socialdemocratica Klàra Dobrev (43,3%)

 

Chi-batterà-Orbàn

Una vittoria non scontata quella dell’indipendente Péter Márki-Zay (MMM) , che Domenica 18 Ottobre ha trionfalmente annunciato la sua elezione come candidato unico dell’opposizione ungherese , dopo aver conquistato il 56,7% dei voti al secondo turno delle primarie .

Il sindaco di Hódmezovásárhely, piccolo paese al confine con la Romania , era entrato in gioco a sorpresa insieme ad altri quattro candidati provenienti dai partiti d’opposizione più forti in Ungheria, che si sono uniti per la prima volta col fine di sconfiggere il discusso premier Viktor Orbán alle elezioni del 2022 .

Quali candidati hanno partecipato alle primarie ?

Questi sei partiti abbracciano tutte le ideologie politiche: dai verdi dell’LMP e Párbeszéd ai socialisti dell’MSZP , passando per i conservatori nazionalisti di Jobbik (un tempo partito di estrema destra ) , fino ai i democratici (DK) e ai centristi liberali di MOMENTUM .

Al primo turno (18-28 Settembre) era stata Klára Dobrev (DK) , vicepresidente del Parlamento europeo,  a trionfare con il 34,84% dei voti , seguita dal sindaco verde di Budapest Gergely Karácsony, con il 27,30% , e Péter Márki-Zay , rappresentato da una lista indipendente che aveva raggiunto il 20,40% .

Erano poi stati esclusi gli altri due candidati : il nazionalista Peter Jakab (Jobbik)  e il centrista András Fekete-Győr.

Le conseguenze dei risultati del primo turno

Dopo il primo turno era stato il sindaco di Budapest ad attrarre l’attenzione su di sé , ritirandosi clamorosamente in favore di Márki-Zay , candidato che a sua detta sarebbe più adatto a ricoprire il ruolo di unico oppositore di Orbán .

Klára Dobrev, infatti , pur essendo la candidata del partito d’opposizione più votato (DK) , ha dietro di sé l’ombra del marito , Ferenc Gyurcsány , ex premier ungherese e presidente dello stesso partito . Quest’ultimo nel 2006 affermò di aver fatto promesse false ai suoi elettori per sconfiggere Orbán , scatenando violente proteste nella capitale  proprio nel giorno dell’anniversario della rivoluzione ungherese del ’56 . 

Il secondo turno

Per questa ragione , al ballottaggio indetto tra il 10 e il 16 Ottobre , è stato proprio Márki-Zay a trionfare , favorito dalle forti critiche mosse nei confronti della sua rivale Dobrev , che ha visto sfumare la possibilità di poter diventare la prima presidente donna nella storia ungherese.

La Dobrev si è poi complimentata con il nuovo candidato dell’opposizione unita , pur avendo affermato in uno scontro televisivo che quest’ultimo sia inadeguato al ruolo di primo ministro

Quel che è certo è che le primarie sono state un vero successo , riuscendo a superare le aspettative e radunando 662.106 votanti ( l’8% degli aventi diritto ).

Chi batterà Orbàn?

Il nuovo sfidante di Orbán ha già presentato il suo programma per risanare l’Ungheria dai 12 anni di governo del suo acerrimo rivale : propone l’entrata nell’eurozona , la restaurazione dello Stato di diritto e della libertà di stampa , la creazione di un sistema anticorruzione e il rinnovamento della Costituzione, oltre che della legge elettoraleMárki-Zay ha, infine, espresso dure critiche alla vicinanza di Orbán a paesi come la Russia e la Cina.

Il candidato resta però chiuso a proposte come le unioni civili o l’adozione per le coppie LGBTQ+; programmi invece fortemente sostenuti dalla Dobrev. 

La vera domanda è quindi una sola: riuscirà Péter Márki-Zay a prevalere alle elezioni dell’aprile 2022 ? 

I sondaggi  per ora danno un testa a testa tra FIDESZ, partito del premier e l’unione di opposizione. La sfida sarà dunque attirare i tantissimi indecisi, che in molti casi si affidano al Partito ungherese del cane a due code (MKKP), un partito satirico dato al 5% .

Quelle della primavera del prossimo anno , dunque , si preannunciano come le prime elezioni ad avere un risultato tutt’altro che scontato, dopo 12 anni di predominio dell’attuale partito di maggioranza.

 

di Gabriele Scarcia 

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