Il tatuaggio: una forma d’arte in via d’evoluzione

Fabio Viale: quando la modernità del tatuaggio incontra la classicità della scultura. E se tutto questo sparisse?

Drawing tattoo design

Cos’è un tatuaggio? Se pensate che la risposta sia qualche schizzo di inchiostro sotto pelle, state decisamente sottovalutando la questione: tra riti, culti, sette, simbolismi, pregiudizi, dolore, indelebilità, ribellione, marchio, questa forma d’arte a tutti gli effetti ha continuato ad essere trasversale tra le culture più disparate, assumendo significati totalmente diversi. Oggi artisti come Fabio Viale, scultore e artista torinese, attraverso la loro arte stanno cercando di creare una nuova idea di tatuaggio, giocando con i classici dell’arte e la nostra storia. Con le sue sculture, egli riesce a rendere il tatuaggio parte viva e integrante dell’opera d’arte. Ma non stanno cambiano solo i significati, anche la tecnica evolve: inchiostri semi permanenti, in grado di sparire dopo una decina di mesi, stanno diventando sempre più alla moda: è il caso del brand Ephemeral, che sta guadagnando milioni da questa nuova tecnologia. Perché un tatuaggio non deve per forza essere permanente per essere definito tale, no?

Tatuaggio non permanente: meglio o peggio?

L’impulso che nel 2014 ha spinto alcuni ricercatori a sperimentare con inchiostri temporanei è il più banale che si possa pensare: uno studente, impegnato in una sessione di laser per eliminare un classico tatuaggio si è chiesto se veramente tutto quel fastidio fosse necessario. In alcuni laboratori di New York e Los Angeles è stato ideato, a partire dal 2015, un tipo di inchiostro, che risulta non permanente: alcuni ricercatori e studenti di un’azienda chiamata Ephemeral, ironicamente tradotta “Effimera” hanno messo a punto, dopo anni di sperimentazioni, questo inchiostro, grazie al quale si realizzano tatuaggi che durano dai 9 ai 15 mesi e poi scompaiono a contatto con l’ossigeno e l’acqua presenti nel corpo.

Non si tratta di tatuaggi provvisori, che usano sostanze coloranti ricavate dalla pianta henné, ma di inchiostro iniettato sotto la superficie della pelle, mediante speciali aghi Secondo me è una vera cavolata, se vuoi farti un tatuaggio perché rovinarti il braccio con quella sottospecie di inchiostro? ha sentenziato in un’intervista Daniele, tatuatore da 24 anni. In realtà, l’inchiostro dei tatuaggi Ephemeral è composto da materiali approvati dalla Food and Drug Administration (FDA: agenzia governativa statunitense, che si occupa della sicurezza e dell’approvazione dei prodotti farmaceutici, dei dispositivi medici e cosmetici) e si struttura su di una base di polimeri, idrogel ed altri materiali biodegradabili.

I difensori della pratica tradizionale, come lo è Daniele, si rifiutano di credere che sia più convincente di un classico tatuaggio realizzato tradizionalmente, anzi perde il valore che gli è stato da sempre attribuito, in poco tempo svanisce persino il ricordo, vanificando le stesse motivazioni che avevano spinto a farlo. Dall’altra parte però c’è una clientela sempre più numerosa, che si apre alla scoperta di qualcosa di nuovo e di innovativo, Si è liberi di usare il proprio corpo come si vuole, io non lo farei mai, ma non direi mai a qualcuno di non farlo ci ha detto Laura Tebaldi, in arte Teba, tatuatrice da 14 anni, che guardando se stessa, le braccia e il collo pieni di disegni, sa che ci saranno sempre quei tatuaggi che non ricorda o che vorrebbe sostituire con qualcos’altro, ma poi sorride al ricordo che essi evocano.

Il tatuaggio permanente, come segno del tempo che passa, rappresenta una traccia indelebile di ricordi sopiti nel cuore, mostra le medaglie di vittorie raggiunte, le cicatrici di dolori incancellabili, (Un errore fatto in passato di cui rimane il segno, d’altronde non si possono avere solo memorie felici nella vita vera”) le impronte di persone che ci hanno amato o semplicemente l’espressione di un gusto, di un’inclinazione artistica, di piccole perle di bellezza che abbiamo conosciuto e di cui abbiamo fatto esperienza. Senza la certezza che tutto questo rimanga impresso, che senso ha?

L’inchiostro non permanente potrebbe diventare una delle tante scoperte tecnologiche, moderne, pronte per soddisfare la nostra generazione social e gli sfizi di tutti, ma con l’ennesimo valore in meno.

opera d'arte Fabio Viale

Cos’è un tatuaggio?

Forse non è bello, o manca di un significato profondo, ma imprime un ricordo, assume un valore quanto un’opera d’arte sulla tela”.

Il tatuaggio è una forma d’arte moderna in continua evoluzione, le sue origini sono antiche e i valori e significati che rappresentava erano completamente diversi da quelli che esprime adesso. “Il tatuaggio ora diventa un segno sulla pelle, che seppur non bello o privo di un profondo significato, fotografa in un’istantanea un momento della vita”. Teba infatti vede nel tatuaggio la rappresentazione degli step della propria vita, segno della memoria, risvegliata non da un profumo o da una canzone che ci sta a cuore, ma da un disegno piccolo o grande che sia sul nostro corpo, la tela più rappresentativa di qualunque altra.

Viviamo in una generazione di apparenze, il nostro corpo diventa conduttore di messaggi, scrivendovi letteralmente sopra, la nostra vita e i nostri ricordi. “D’altronde il tatuatore è un artigiano, un mestiere che evolve nel tempo, al servizio dei gusti sfrenati e delle volontà del cliente a cui decide di affidare un ricordo, un’esperienza in mani esperte”, affermava Daniele convinto.

Tuttavia, il rischio di tutta questa vanità, della sovraesposizione che i social portano a incrementare, non rischia di far perdere di valore ciò che il tatuaggio sempre significava? Valori, simboli di moralità, o talvolta di condanna. Forse è un’arte più antica di quanto pensiamo.

 Un’arte secolare

Anche se il tatuaggio sembra essere di recente derivazione, esso ha in realtà alle spalle, secoli di cultura e storia.

A testimoniare che il tatuaggio è un’arte che ha accompagnato l’uomo durante quasi tutta la sua esistenza è stato il ritrovamento, nel 1991, sulle Alpi Italiane di un corpo mummificato risalente a 5300 anni fa. La mummia, presentava sul corpo alcuni segni che venivano realizzati scopo terapeutico sfregando sulla pelle escoriata il carbone per lenire le ferite. Da quel momfento fin poi il tatuaggio ha subito una continua evoluzione, sia da un punto di vista grafico che di significato.  Gli animali furono  i primi soggetti ad essere rappresentati, li si ritrovano sia nella cultura celtica che in quella egizia. in entrambi in casi   potevano essere un segno di devozione, come nel caso della popolazione celtica, oppure, un rito di passaggio dall’età infantile a quella adulta, ovuto principalmente alla dolorosa tecnica con la quale venivano realizzati.  Il tatuaggio come simbolo di devozione lo si ritrova anche nelle prime comunità cristiane, chi ne faceva parte, infatti, si disegnava sulla fronte la croce di Cristo con l’obiettivo di ostentare la propria fede.

Nel 700’ grazie ai primi contatti tra i marinai europei e le isole del Centro e Sud Pacifico si scopri il grande valore che queste decorazioni assumevano per le popolazioni che abitavano quelle zone. Per loro, infatti, questi disegni potevano essere usati o per esprimere una sofferenza, come succedeva nelle popolazioni hawaiane, oppure per gli indigeni in Borneo come guida spirituale.  In Nuova Zelanda, gli abitanti firmavano i loro trattati disegnando fedeli repliche dei loro “moko“, tatuaggi facciali personalizzati.

Il 1800 segna un periodo importante per la storia del tatuaggio, nel 1870 il Governo giapponese rese illegale questa pratica, ma essa si diffuse comunque e venne adotta dalla mafia locale in segno di ribellione.  Altra data importante da segnalare è il 1891anno in cui, Samuel O’Reilly brevetta la prima macchinetta elettrica per il tatuaggio. Con il 900’, il tatuaggio diventa per lo più un simbolo di protesta contro il moralismo della società, usato da punk e bikers, figure chiave di questa lotta.  Ad oggi il tatuaggio sta subendo una rinascita. Impiegato principalmente per uso estetico, sempre più persone si fanno tatuare per imprimere sulla propria pelle un ricordo o un momento per loro importante.

 

tatuaggio tribale

 

Fabio Viale: un incontro tra classicità e contemporaneità

Ma proprio perché al tatuaggio appartiene un bagaglio culturale notevole fatto di secoli di storia, di evoluzione e di valori, esso può essere considerato un’arte? Per Fabio Viale, scultore e artista torinese la risposta è si. Egli ha spianato la strada a una forma d’arte che unisce due mondi diversi, scultura e il tatuaggio. Attraverso una mostra allestita ai Musei Reali di Torino intitolata In between, ancora in corso fino al 9 gennaio 2022, Viale ha mostrato una collezione di 10 corpi monumentali di vecchie sculture classiche ,ricostruite, che indossano meravigliosamente i disegni tatuati sulla schiena, sulle spalle o sulla mano, concretizzando così l’idea di tatuaggio come opera d’arte.

Sfruttando la porosità del marmo, lo scultore torinese utilizza una tecnica innovativa disegnando non  direttamente sulla superficie marmorea della statua , ma  adottando un inchiostro che si infiltra nel materiale in modo molto simile a quello dei tatuaggi che penetrano nella pelle umana. Il risultato è una splendida unione tra la classicità intramontabile della scultura e la modernità del tatuaggio. Fabio Viale, non collega solo cronologicamente due arti, due epoche cosi apparentemente distanti, ma è capace di unirle anche geograficamente.  Egli apre  un dialogo tra l’iconografia classica italiana e la Russia, imprimendo sulle sue opere tatuaggi che vengono   usati maggiormente dai carcerati transcontinentali, realizzando uno splendido contrasto che offre un grande spunto di riflessione tra il candore e la purezza del marmo e il colore e la forma stridente del tatuaggio.

Deturpazione o fusione innovativa d’arte? O magari un esperimento fatto e finito che non porta a nient’altro che al ricordo che l’arte, anche quella più antica, è stata fatta da noi stessi, e troviamo il modo di unire vecchio e nuovo, secondo le nostre radici e i nostri modelli, anche a differenza di generazioni. Certo è che il talento e la modernità  di  Fabio Viale  sono riconosciute in tutto il mondo creando scalpore, non solo in negativo ma anche in positivo. L’artista infatti, prima di approdare nella sua città natale, ha organizzato alcune esposizioni nelle più importanti istituzioni straniere come il Glyptothek Museum di Monaco di Baviera, o il Pushkin Museum di Mosca.

Il curatore stesso della mostra torinese, Roberto Mastroianni, sottolinea la bravura e l’innovazione  di Viale affermando in un’intervista a Sky arte : Le opere di Fabio Viale mettono in scena una porzione del nostro immaginario collettivo, in una dialettica tra classicità e tribalismo metropolitano, tra innovazione tradizione, tra realtà e simulazione, in grado di consegnarci un’immagine universale dell’umano e delle sue forme. In questo spazio intermedio tra il noto e l’ignoto tra l’essere e il divenire, Fabio Viale esplora il valore eterno dell’arte e della prassi estetica, restituendo con i linguaggi del contemporaneo la nostra eredità culturale in un dialogo costante tra presente e passato”.  Ma si riuscirà a portare avanti questi propositi senza negare le tradizioni? È possibile apportare cambiamenti talvolta senza cadere nell’esagerazione?

D’altronde il tatuaggio non si può più collegare alle vecchie tipologie esistenti nel passato, associate alla definizione di feticcio, da chi non li accettava; ormai ci siamo evoluti, il tatuaggio è una forma d’arte al pari della pittura, della tempera, e la tela è il nostro corpo.

di Anna Barbieri e Annalisa Libertella

 

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